Amiche care, amici
Non commento oggi questo mio testo, già corposo in sé, che ho immaginato in forma di dialogo tra la mia visione cupa di un mondo sempre più disperato e chiuso e ciò che rimane della speranza e della fede dei miei anni migliori.
Certo che quando la scrivevo, ma ancora ora purtroppo, assistere a morti innocenti nei nostri mari e a un continuo rigurgito di odio, intolleranza e, perfino peggio, indifferenza, non aiutava a distinguere una luce in questa oscurità che si addensa sempre di più. Se non proprio l’impegno di quelle persone che ancora credono nei princìpi morali in cui siamo cresciuti e che sono al fondamento della nostra stessa civiltà
Io continuo a sperare, con tutta me stessa, che la civiltà potrà alla fine avere il sopravvento sulla barbarie.
Altrimenti a cosa verrebbe vivere?
Con amore, sempre!
M.P.
La fede e l’oscuro
L’amico:
«Non c’è fede, amica mia.
Non dico fede trascendente,
non dico nemmeno in Dio,
o pensiero, o Scienza, o Conoscenza:
dico mera fede, fede in qualcosa
che risieda in noi,
e che da noi s’estenda
a ciò che siamo al mondo,
e col mondo si confronti.»
Io:
«Mio caro, io la temo
questa tua visione senza luce,
senza respiro, temo
che se così fosse essa sarebbe
inesorabile fattrice
di smarrimento, di solitudine,
e di paura.»
Lui:
«La morte della fede, certo,
uccide la speranza,
termina ogni futuro,
si appiattisce contro un muro
di pietra inerte,
lascia un vuoto nella crosta
come un buco senza fondo,
e nell’anima questo buco
che tutto ingoia è tutto annulla
è la paura: questa paura
su cui oggi si regge il mondo.»
Io:
«La catastrofe che tu paventi
non s’è attuata ancora,
c’è ancora chi vi si oppone,
chi impegna la sua vita tra lo scherno
degli stolti astanti che non sanno
capire i segni che il destino
ci invia in abbondanza.»
Lui:
«Lasciami finire amica mia:
la fede muore, soffocando
la speranza, e questa,
precipitandoci nella paura
che è la materia oscura
che origina il nostro Universo,
uccide la più preziosa
e potente delle umane qualità,
ciò che chiamiamo “carità”.
Senza carità nel mondo
ogni umanità s’annulla,
diserta, tradisce tutta sé stessa.
Con ciò quindi non ci salveremo.
Mentre sul fondo dei nostri mari
giacciono corpi inermi, affogati
nelle urne del nostro odio,
la nostra umanità una volta ancora
verrà sopraffatta.»
. . . . . .
[ Nulla può dire di tutto questo
la poesia, nulla può fare,
tranne che esistere e testimoniare
ciò che accade.]
Marianna Piani
Irlanda, Marzo-Aprile 2019
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