«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

domenica 28 luglio 2019

Non una parola più, non un verso


Amiche care, amici,

inizio oggi a pubblicare su queste alcuni estratti dal mio libro "Sillabario lirico e sentimentale", disponibile già da una decina di giorni presso Amazon, sia in formato "tradizionale" su carta che in formato eBook. 
(In fondo a questo post e a lato i link per procurarveli, se vorrete)

Prima di tutto desidero ringraziare i non pochi amici e amiche lettori/lettrici che hanno già ordinato il libro, ovviamente soprattutto in formato digitale, ma anche, in alcuni casi, su carta.
Mi ha sorpreso questa grande dimosrazione di fiducia e disponibilità, considerato anche il fatto che il libro "di poesia" ha un mercato estramamente limitato e specialistico, anche in caso di grandi collane e Case Editrici. Quindi in un caso di un libretto del genere anche poche copie in più rappresentano un grande risultato. Non è una questione "economica", io su queste aventuali vendite ho scelto di ricavare praticamente nulla, ma, come dicevo prima, di fiducia e stima da parte di chi mi legge, una stima che mi piace immaginare guadagnata in questi anni di presenza costante su queste pagine.
Grazie ancora, davvero, di cuore.

Venendo alla mia proposta di oggi, si tratta di una delle liriche più recenti tra quelle raccolte nel libro, ed è, paradossalmente, dedicata alla difficoltà - a volte anche l'impossibilità - di scrivere poesie oggi, ora, in questo tempo storico.
Viviamo in un periodo, secondo me, di tale angoscia e minaccia - per la democrazia, per la nostra serenità, per i nostri diritti anche più elementari - che diventa sempre più difficile, almeno per me, cercare piacere e in una attività così apparentemente "astratta" e spirituale quale il componimento di versi.
In verità esiste una storia millenaria di poesia, da Dante a Pasolini tanto per fare due nomi estremi, che si "sporca" con la realtà del momento, con le tragedie della Storia, con la società, con la politica, e che pare smentire con forza e risolutezza che la scrittura poetica non abbia invece un ruolo di testimonianza, di agitazione, di riflessione, di partecipazione, e anche di lotta, di formidabile importanza.
Tuttavia, il livello di queste stesse esperienze (basti pensare solo ai due nomi citati!) non nega la grande difficoltà e impegno necessari, la estrema arditezza e sobrietà formale e sostanzialeindispensabili per essere davvero efficaci e incisivi sulla realtà, sulle persone, sul mondo.


In questo periodo il mio cuore trabocca di indignazione, di dolore, di proccupazione, e questi sentimenti cercano rabbiosamente di farsi strada tra i pensieri e le emozioni, per scaturire, riversarsi sulla pagina scritta. Eppure non è affatto facile, né scontato. Come per ogni emozione viva e intensa, è presso che impossibile, mentre la si vive, trovare e mantenere la freddezza e il distacco necessari per realizzare un testo che abbia un valore di comunicazione e di articolazione estetica al di là del grido spontaneo, del proclama, dell'invettiva.
È una questione di lucidità, di controllo, di serenità, anche: per questo io non pubblico mai un mio testo prima di diversi mesi dalla sua prima stesura, in modo da consentire all'emozione di placarsi, di rendersi trattabile nel "laboratorio tecnico" dello scrittore, pur senza perdere nulla della propria urgenza.

Con i fatti d'amore e morte della vita questo deposito graduale nella memoria e nella elaborazione del pensiero è spontaneo, continuo, grazie anche alla fugacità delle emozioni umane: oggi il mio sentimento d'amore per quella persona è diverso da quello che provavo mesi fa, si è evoluto, è cresciuto, è maturato, oppure, all'opposto, ha declinato, si è spento.
Ma con l'indignazione, la rivolta, la ribellione sociali e politiche, il processo, almeno per me, è assai più difficile, poiché le condizioni della loro evoluzione sfugge alla mia percezione e sensibilità personale, sono esterni, incontrollabili, sempre vivi e privi di prospettiva che non attenga alla sfera dell'azione - politica, di intervento, di lottta, di resistenza - dell'individuo inserito nel proprio tessuto sociale.

Una difficoltà che a volte rasenta il limite della indicibilità, della impossibilità di esprimere con la serenità e sincerità che sono indispensabili in un testo poetico, per avere un miniimo di senso.

Ciononostante, io continuo a sentire l'urgenza, la spinta alla scrittura, più forte che mai, ed è questo il paradosso "sano" di quella che, in altre occasioni, ho chiamato "l'inutilità della poesia", richiamandomi proprio a un testo celebre di Pier Paolo Pasolini... 

Con Amore

M.P.







Non una parola più, non un verso



Nulla. Non una parola distillata
nell’attesa, non una sola
scaturita dal pensiero
che pur mai è stato turbato
com’è ora.


Davanti, il precipizio – giù a piombo
la vasta la pianura, che si dilata
fino all’orizzonte, pare, e oltre.
Non si può guardare dentro quel vuoto
senza un senso di scoramento.


La nebbia rende vaga la distanza,
stare lassù e non sapere cosa
davvero avviene sotto quelle coltri,
questo è il dramma, la nostra ansiosa
afasia in fronte a ciò che accade fuori.


Vorremmo prendere parola
ma non riusciamo a superare il chiasso
di chi esulta stoltamente – per niente! –
mentre il mare ingrossa: ed è il naufragio.



Marianna Piani
Irlanda, Aprile 2019






In appendice 15 liriche in dialetto triestino
Pagine 250, paperback, formato pocket
Con prefazione e note
Euro 11,00
ISBN 978-0-244-18660-9


Euro 1.00






sabato 20 luglio 2019

Sillabario lirico e sentimentale



Amiche care, amici
È un momento felice:

nel giorno del cinquantenario del primo allunaggio, ebbene, io sono sulla Luna.
Sì, nonostante tutto, nonostante le profonde inquietudini, e anche i seri timori per ciò che sta accadendo in questo periodo in Italia, in Europa e nel mondo, non posso negare che questo sia per me un momento felice:

dopo un lavoro piuttosto intenso di alcuni mesi, come ho anticipato la settimana scorsa, pubblico il mio secondo libretto di poesia, a distanza di quasi tre anni da quello d'esordio ("Le solitudini e i luoghi"), e da oggi esso è disponibile su Amazon, sia in forma così detta cartacea, di libro "vero", che in quella, più effimera e virtuale - ed economica - di eBook.
(I link per ordinare il volume nei due formati sono in fondo a questa pagina, oppure nella cornice a sinistra)

Ma questa doppia distribuzione (di cui scriverò tra poco più in particolare) non è l'unica novità, per ciò che mi riguarda, di questo volumetto.




La prima, la più importante probabilmente poiché è di contenuto, riguarda i criteri e il metodo con cui ho raccolto i testi da pubblicare.
Mentre nel primo libro mi sono limitata a selezionare quelli che ritenevo i più interessanti tra quelli già pubblicati su questo blog, aggiugendo soltanto in appendice una dozzina di testi inediti più recenti, questa volta ho preferito selezionare in maggior parte testi finora inediti, aggiungendo soltanto una piccola parte scelta tra quelli già pubblicati sul blog.
In ogni caso ho operato una selezione molto rigorosa, poiché il fatto di pubblicare senza la mediazione di un Editore, e di un editor professionista, mi ha lasciato moltissima libertà, è vero, ma anche una grandissima responsabilità, nel bene e nel male, su ciascun testo pubblicato; e di conseguenza se volevo essere minimamente credibile con tutti voi mi sono sentita obbligata a un giudizio il più possibile severo ed oggettivo, senza cedimenti, per quanto ciò si possa effettivamente applicare su creature nate dalla nostra stessa penna.
In ogni caso, se un dato numerico può essere minimamente indicativo, meno di un quarto dei testi presi in considerazione hanno ottenuto il privilegio di essere stampati.
Inoltre ho sottoposto ogni singolo testo, inclusi quelli già pubblicati, a una revisione approfondita e in alcuni casi sostanziale, per cercare di allinearli alla fase attuale della mia ricerca, in particolare sulle forme del ritmo, della misura, della prosodia e del suono (da qui viene del resto l'idea del titolo "Sillabario", anche se riferito a uno dei testi pubblicati), un lavoro che, come ho detto, mi ha preso diversi mesi per essere completato.

La seconda, è anch'essa, per me, una novità piuttosto importante: ho voluto chiudere questa raccolta, in appendice, con una quindicina di testi scritti nel mio dialetto d'origine, il Triestino.
Non si tratta di un cedimento a un facile folclore, o a un nostalgico regionalismo, e del resto è una operazione che non avevo mai tentato prima. Si tratta piuttosto, almeno nelle intenzioni, di un naturale proseguimento, o derivazione, della mia ricerca primaria sulla parola, sui ritmi, le sonorità della lingua, del sintagma, di cui accennavo nel paragrafo precedente. Questi elementi emergono in modo decisamente più scoperto proprio in un testo dialettale, che fornisce suoni, lessemi, accenti, ritmi spesso totalmente diversi da quelli dell'Italiano "standard".
E proprio in questa distanza dallo "standard", il dialetto (qualunque dialetto, io ho scelto questo semplicemente perché per motivi biografici è quello che conosco meglio) esprime un grande fascino, sia alla lettura che nella scrittura, non solo per la conservazione di una cultura in lento declino, ma forse più ancora per la revitalizzazione di una lingua che tende ad appiattirsi su una medietà asettica, modellata non più su una lingua effettivamente parlata, ma sempre più su quella, semplificata fino a divenire opaca, dell'italiano "scritto" nei media digitali e web. Non a caso questi mezzi hanno promosso una lingua in scalata verticale sul piano della violenza verbale, dell'aggressione (o difesa), della semplificazione estrema, della esasperata deriva a destra, ideologica e di metodo, perdendo drammaticamente ogni sfumatura di complessità e di innovazione. E forse della sua stessa adesione alla realtà. Per questo oggi il lavoro degli scrittori, narratori e forse anche più i poeti, ha acquistato una importanza cruciale, rappresentando una via di "salvezza" per la qualità della lingua stessa, e quindi del pensiero che essa è in grado di sostenere e di esprimere. E in questo, la ricerca sul dialetto costituisce come una specie di fonte d'innocenza in cui attingere forme, ritmi, suoni e lessico per completare un lavoro - fondamentale - di purificazione e - ripeto - revitalizzazione della lingua.

La terza novità, infine, è a suo modo anch'essa "rivoluzionaria", soprattutto per me che ho sempre detestato vivamente gli eBook, ed è appunto la mia decisione di proporre il contenuto del libro ANCHE in questa - non amata - versione digitale.
Non è un cambiamento così radicale come potrebbe sembrare: io personalmente continuo a detestare l'eBook come strumento di lettura, e ritengo che esso non potrà mai sostituire l'oggetto-libro come deposito della coscienza critica, della storia e della cultura dei popoli. La mia scelta è stata semplicemente strumentale: ho sempre desiderato offrire i miei testi in forma gratuita (o quasi), così come faccio da anni con questo blog, per motivi diciamo "ideologici", economici e di onestà intellettuale su cui qui non penso sia il caso di soffermarmi; e purtroppo, per motivi ovvi legati alla fisicità dell'oggetto, il libro cartaceo, anche comprimendo il mio fee al minimo possibile, ha sempre un costo relativamente rilevante: undici Euro. Praticamente più o meno la somma con cui potreste portarvi a casa da Einaudi un volume, che so, di Rilke, o Bertolucci! La cosa mi fa arrossire come una ladra, ma la carta, la stampa e la spedizione purtroppo hanno dei costi di materiali e retribuzione fissi e non azzerabili, come del resto è giusto che sia, dal momento che dietro ogni edizione a stampa c'è anche una catena persone che lavorano, nell'ombra, per portare a casa nostra un volume da noi ordinato.
L'eBook non è altro che un modo per offrire lo stesso testo in forma quasi gratuita (un euro, quasi simbolico), realizzando così con facilità una mia piccola utopia personale.

Certo il corrispondente libro cartaceo è tutt'altra cosa, dal punto di vista dell'impaginazione, della grafica, dell'uso stesso della pagina: infatti il libro è nato così, è stato ideato e definito per l'edizione cartacea, e la versione su eBook non ne è altro che la conversione automatica, senza aver subito un editing specifico, per cui certamente qualcosa si perde - e non poco, dipende anche dal device utilizzato - della "forma" (che in poesia è assai "sostanza", certo più che nella prosa).
Per questo mi piacerebbe molto di più sapere che vi siete procurati la versione "tradizionale", anche se il guadagno per me è praticamente nullo in entrambi i casi.
Ma se qualcuno ha solo voglia di dare un'occhiata, per curiosità, al mio lavoro, o se per lui lo strumento eBook in questi casi è ideale, bene, questa versione è a disposizione...
Se poi qualcuno dall'eBook ricavasse una sensazione positiva, potrà sempre acquistare anche il corrispondente volumetto cartaceo, da conservare nella sua libreria, sapendo che ciò mi renderebbe immensamente felice...

Nelle prossime settimane pubblicherò qui alcuni estratti dal libro, in anteprima, se avrete la bontà di seguirmi anche in questa piccola grande avventura.
Infine, se vorrete - e che vi procuriate o meno il libro - fatemi conoscere le vostre sensazioni, i vostri commenti, qui o su twitter o via mail, ne avrei davvero molto caro...

Qui sotto (e a lato sinistro sulla cornice del Blog) i link per acquistare la versione su carta e quella "digitale".

Con amore
M.P.

Marianna Piani
"Sillabario lirico e sentimentale"
Ordina da qui il libro su Amazon
In appendice 15 liriche in dialetto triestino
Pagine 250, paperback, formato pocket
Con prefazione e note
Euro 11,00
ISBN 978-0-244-18660-9


eBook
Euro 1.00

domenica 14 luglio 2019

Frammento lirico



Amiche care, amici,

una piccola anticipazione:
presto sarà disponibile il mio secondo libro, intitolato “Sillabario lirico e sentimentale”.


Non mi dilungo per ora su questo argomento, lo presenterò meglio tra non moltissimi giorni, non appena sarà disponibile, nelle sue varie forme, su Amazon e analoghi punti di distribuzione.


Posso anticipare qui, oltre alla copertina (che ho cercato di rendere la più semplice e lineare possibile, impudicamente un po' ispirandomi ai notissimi e prestigiosissimi “bianchi” di Einaudi), che a differenza del mio primo libro di tre anni fa, “Le solitudini e i luoghi”, la maggior parte dei testi raccolti saranno relativamente recenti, e soprattutto inediti, nel senso di non pubblicati prima né su questo blog né in alcun'altra sede.


Detto questo (è un lavoro che mi ha impegnata negli ultimi quattro-cinque mesi, e quindi ci tenevo finalmente a farvene partecipi), vi lascerò oggi alla lettura, se vorrete, di questo breve componimento di diciotto versi, dedicati tutti, parola per parola, verbo per verbo, sillaba per sillaba, a colei che amo più della vita stessa, in un momento in cui lei esattamente, semplicemente questo è: tutta la mia vita.

Con amore, sempre
M.P.




Frammento lirico



Mentre il sole appiccava fuoco a nubi
simili a immensi rossi tavolieri,
e le cortine alla finestra accendeva
d’oro vivo, da icona santa,
tu, all’improvviso,


mi apparivi alla soglia, nuda,
ma pudica, ma insieme audace,
ma innocente, ma anche ardente,
ma sperduta, ma tuttavia procace,
come la promessa che ci scambiammo
quella notte di battaglia e di pace.


Sùbito, in un soffio d’affanno,
al vederti così, indifesa esposta
alla mia voluttà e al mio sguardo,
fui io che arsi di desiderio, tutta,
e temeraria piansi sul tuo petto.


Fui per te allora amante e sposa
in un solo, lungo, sfuggente istante.




Marianna Piani
Irlanda, Novembre 2018




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sabato 6 luglio 2019

Eccomi, nel pomeriggio autunnale


Amiche care, amici,

Riprendo il mio dialogo con voi pubblicando una delle ultime liriche dedicate ai paesaggi che per anni furono il rifugio per la mia anima, di volta in volta ferita, oppure lieta, oppure turbata, oppure innamorata: sono le alte sponde sopra il Lago Maggiore, tra Arona e Nebbiuno, dove ho passato, anche nei momenti più dolorosi e complicati della mia vita, momenti, ore di serena, a volte disperata pienezza.

Ora la vita mi ha strappato a quei luoghi, per trascinarmi lontano, inseguendo dei sogni che si facevano realtà. Provo un sentimento di conflitto, tra la gioia di rinnovare la mia vita accanto alla persona che amo, e lo strazio di lasciare, molto probabilmente per sempre, questi luoghi, per me insostituibili e amatissimi.

Certo questi luoghi, questi momenti rimarranno per sempre nella mia memoria, in ogni minimo dettaglio, ma il ricordo, la memoria, sono solo una nebbia indistinta ed impalpabile in cui cerchiamo di proiettare il film della nostra vita nel tempo. La memoria, il ricordo, è il sigillo che chiudiamo sopra la cassa in cui abbiamo riposto ciò che sappiamo non potremo mai più rivivere o riavere, o rivedere. Sono immagini, lacerti, persone e oggetti, fantasmi che si smaterializzano tra le dita nel momento stesso in cui cerchiamo di afferrarli e di fermarli.

Il vettore tempo ha un’unica direzione, e noi con esso dissolviamo, assieme a tutto ciò che ci portiamo dentro, in una nebbia di nostalgia e di lutto.

Con amore
M.P.







Eccomi, nel pomeriggio autunnale
dolce ancora dei raggi d’un Sole
che mi vuol bene: giungo alla fine
del giardino, proprio accosto
alla siepe che, memore dell’Infinito
chiude lo sguardo a tutto ciò che può
turbare il mio abbandono.


Mi siedo; anzi mi raccolgo così
sull’erba che pian piano ormai
langue in mute pungenti stoppie,
asciutta e fredda, così come sono
i miei occhi. Adagio il libro
sulla gonna azzurra, quasi come
fosse un bimbo, accoccolato
assopito sopra il grembo,
e davanti a me vedo ciò che sarà
presto solo un indizio, o un ricordo.


La terra, dal profumo intenso
e dolciastro di putredine incolta,
boscaglie di querce pensose
e betulle sventate a fischiare nel vento,
e lo sguardo di colei, confusi col verde
cupo delle conifere quando
si preparano all’inverno.
Tutto questo lascerò dietro a me
forse per sempre, nell'esilio.


Giù, in fondo alla valle, il lago giace
splendente e arrogante come un sovrano.
Non rammenterà, se mai m’avesse
riconosciuta, di questi anni che mi ebbe
come amante, forse nemmeno saprà,
indifferente, della mia partenza: in pace
nella sua saggezza millenaria,
serenamente, al cielo guarda, e tace.




Marianna Piani
Irlanda, 20/10/18