«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

sabato 6 luglio 2019

Eccomi, nel pomeriggio autunnale


Amiche care, amici,

Riprendo il mio dialogo con voi pubblicando una delle ultime liriche dedicate ai paesaggi che per anni furono il rifugio per la mia anima, di volta in volta ferita, oppure lieta, oppure turbata, oppure innamorata: sono le alte sponde sopra il Lago Maggiore, tra Arona e Nebbiuno, dove ho passato, anche nei momenti più dolorosi e complicati della mia vita, momenti, ore di serena, a volte disperata pienezza.

Ora la vita mi ha strappato a quei luoghi, per trascinarmi lontano, inseguendo dei sogni che si facevano realtà. Provo un sentimento di conflitto, tra la gioia di rinnovare la mia vita accanto alla persona che amo, e lo strazio di lasciare, molto probabilmente per sempre, questi luoghi, per me insostituibili e amatissimi.

Certo questi luoghi, questi momenti rimarranno per sempre nella mia memoria, in ogni minimo dettaglio, ma il ricordo, la memoria, sono solo una nebbia indistinta ed impalpabile in cui cerchiamo di proiettare il film della nostra vita nel tempo. La memoria, il ricordo, è il sigillo che chiudiamo sopra la cassa in cui abbiamo riposto ciò che sappiamo non potremo mai più rivivere o riavere, o rivedere. Sono immagini, lacerti, persone e oggetti, fantasmi che si smaterializzano tra le dita nel momento stesso in cui cerchiamo di afferrarli e di fermarli.

Il vettore tempo ha un’unica direzione, e noi con esso dissolviamo, assieme a tutto ciò che ci portiamo dentro, in una nebbia di nostalgia e di lutto.

Con amore
M.P.







Eccomi, nel pomeriggio autunnale
dolce ancora dei raggi d’un Sole
che mi vuol bene: giungo alla fine
del giardino, proprio accosto
alla siepe che, memore dell’Infinito
chiude lo sguardo a tutto ciò che può
turbare il mio abbandono.


Mi siedo; anzi mi raccolgo così
sull’erba che pian piano ormai
langue in mute pungenti stoppie,
asciutta e fredda, così come sono
i miei occhi. Adagio il libro
sulla gonna azzurra, quasi come
fosse un bimbo, accoccolato
assopito sopra il grembo,
e davanti a me vedo ciò che sarà
presto solo un indizio, o un ricordo.


La terra, dal profumo intenso
e dolciastro di putredine incolta,
boscaglie di querce pensose
e betulle sventate a fischiare nel vento,
e lo sguardo di colei, confusi col verde
cupo delle conifere quando
si preparano all’inverno.
Tutto questo lascerò dietro a me
forse per sempre, nell'esilio.


Giù, in fondo alla valle, il lago giace
splendente e arrogante come un sovrano.
Non rammenterà, se mai m’avesse
riconosciuta, di questi anni che mi ebbe
come amante, forse nemmeno saprà,
indifferente, della mia partenza: in pace
nella sua saggezza millenaria,
serenamente, al cielo guarda, e tace.




Marianna Piani
Irlanda, 20/10/18

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