Amiche care, amici,
Mentre passiamo questi lunghi giorni chiuse/i in casa (anche qui in Irlanda avviene la stessa cosa adesso, il mondo si è improvvisamente come piegato su sé stesso per resistere alla violenta bufera), ho ripreso questa lirica, scritta giusto un anno fa, per la consueta revisione prima di pubblicarla qui per voi.
A quel tempo, se qualcuno, come lo “Spirito del Natale” di Dickens – diciamo un “Ghost of the Spring Yet to Come” – mi avesse trascinata avanti nel tempo e mi avesse fatto assistere a quello che sta succedendo davvero ora, in questi giorni surreali, non avrei mai potuto credere ai miei stessi occhi, mai!
Eppure, questi versi messi giù così tanto tempo fa, in ben altra temperie emotiva, stranamente mi appaiono come se avessi potuto scriverli proprio ora, per quanto mi sembrano rispecchiare fedelmente il mio stato d’animo attuale.
La voglia di lasciarmi tutto alle spalle, angosce, paure, dolori, e di immergermi nella serenità indifesa della mia compagna, che proprio qui e ora, mentre sto scrivendo queste note, sta riposando sul letto dietro le mie spalle, e – semplicemente – consegnarmi nuda, subito, al suo amore.
Ma non è mattino ora, siamo alla fine del giorno, piove, e un vento tutto irlandese si fa sentire contro le finestre chiuse come un brontolio ostinato e profondo.
Forse è proprio lui, lo Spirito della Primavera Passata, che viene a trovarmi. Forse mi vuol far capire che anch’io ho colpe, che anch’io devo espiare...
Vi lascio alla lettura, se vorrete, con amore
M.P.
M.P.
Ciò che non farò domani
Domani
non mi sveglierò al chiacchiericcio
del notiziario, non ascolterò gli allarmi
di quelle voci impostate e calme
che annunciano probabili
intollerabili sconquassi.
Non sfoglierò in rete
improperi irosi, singulti
d’odio e insulti senza freni,
non leggerò a me dirette
minacce di bestie cieche, e stupri
putridi di gruppo, o solitari.
Non imbraccerò un’arma
per scendere nelle strade
contro un nemico infame,
non attenterò alla vita del tiranno
prima che sia troppo tardi,
come vorrei, domani.
Invece
crederò che sia un tempo sano,
un giorno come un altro nel calendario,
mi convincerò che la guerra cieca
alla ragione non sia mai stata
proclamata, né la follia mai data.
Domani
non ti desterò all’alba con un grido
sfuggito all’incubo distorto
da una memoria vaga, ma palpabile, reale:
non ti dirò del mio malessere,
della nausea acuta che mi pervade.
Ti lascerò riposare, immersa
nel tuo sereno diletto, nella tua assenza
da ogni strepito del male,
nella tua innocenza ignara: per quella,
un po’ a sorpresa, quell’alba stessa
ti vorrò amare.
Marianna Piani
Irlanda, primavera 2019
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