Amiche care, amici,
mi piace, di tanto in tanto, affidarmi alla armonia dal sapore antico (e in certo modo senza tempo) di una forma chiusa, classicamente conclusa, e breve come il respiro di un pensiero preso un attimo prima che sfugga alla nostra memoria.
In questo caso il ricordo lontano di un luogo e di un affetto - le passeggiate per mano con mamma - mi hanno suggerito il motivo assolutamente "nobile" di un sonetto metricamente quasi "perfetto".
Decenni ormai di verso libero hanno reso il ricorso alle forme chiuse - di cui il sonetto di modello petrarchesco rappresenta forse quella più consolidata e tuttora insuperata - una scelta del tutto voluta, che ha un senso già nel fatto stesso di sceglierla tra le tante, anzi infinite possibilità.
In ogni caso, la forma chiusa in sillabe e rime precise e codificate costringe a una espressione estremamente sorvegliata e perfettamente calibrata, nulla può essere fuori posto, nulla affidato al caso, meno che mai all'alea dello stream of consciousness tipica delle espressioni poetiche contemporanee, con il rigore di una formula matematica.
L'emozione si affida a un codice di scrittura, proprio come la scrittura di una partitura musicale. Mantenere la spontaneità e la freschezza dell'ispirazione è la prima difficoltà, ma la rinuncia a priori della spesso abusata "facilità" compensa con una maggiore profondità e, alla fine, paradossalmente, a una maggiore autenticità.
Strada Napoleonica: sullo sfondo, il Castello di Miramare |
Per chi non è nato e cresciuto come me a Trieste, dirò che la "Strada Napoleonica" è storicamente una delle mete preferite per le passeggiate degli "indigeni" locali, una strada che percorre per un tratto la costiera a una non trascurabile altezza dal mare sottostante, offrendo un panorama impagabile sulla città, il suo golfo, e i dintorni.
Cito:
"La strada Napoleonica va dal parcheggio di borgo San Nazario, in periferia della frazione di Prosecco, sino alla piazzola dell'Obelisco di Opicina, e si trova quindi interamente nel comune di Trieste.
Il nome ufficiale del sentiero è strada Vicentina, dal nome dell'ingegner Giacomo Vicentini che ne progettò il tracciato e ne iniziò la costruzione nel 1821. La conformazione attuale è dovuta agli interventi di miglioramento effettuati nell'immediato secondo dopoguerra.
Sono circa 3,7 chilometri sul ciglione carsico, in alto rispetto al mare, con stupendi panorami su Trieste e sul suo golfo. Il sentiero è largo, praticamente in piano (si passa dai 276 m s.l.m. delle rocce di Prosecco ai 343 m della piazzola dell'Obelisco), e con buon fondo (strada bianca). La passeggiata è soleggiata ed al riparo della bora, per cui è piacevolmente percorribile anche d'inverno."
Con amore, amiche dilette e amici
M.P.
Strada Napoleonica
L'accidentato sentiero percorso
da me bambina aggrappata serena
alla mano di mamma – svolta appena
dalla pineta sopra un mare pietroso.
Non ho rimpianto, né punto rimorso
d'avere abbandonato questa scena
di dolcezza e di pace – ormai lontana:
solo l'amaro del tempo trascorso.
Lo sciabordio del mare ed il sentore
dei gelsi fusi ai pini e alla aspredine
slava e mediterranea sono l'incanto
che dalla memoria travolge il cuore
come una mai obliata abitudine.
Ciò mi consola e mi ricovera il pianto.
Marianna Piani
Milano, 18 Maggio 2017
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