«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

domenica 5 novembre 2017

La mia femminile bellezza


Amiche care, amici,

posso dire di essere una donna bella, abbastanza bella, insomma. E la mia (seppure non clamorosa) bellezza è un dono e un fardello che mi accompagna fin da ragazzina.
Sì, per una donna la bellezza è un dono, ma anche un grave fardello.
La bellezza fisica, per una donna in particolare, è attrazione, è seduzione, è qualcosa che può aprire porte ma anche spalancare baratri inaspettati. Ed è una condizione di continua, estrema fragilità, poiché ogni bellezza comporta l'onere di un costante giudizio esterno e di infiniti incessanti pre-giudizi. Senza contare poi il costo di una lunga e faticosa e dolorosa conquista di una percezione ed accettazione di sé stesse.

Credete che esageri? Ma pensate a cose minimali, quotidianissime, come ad esempio la libertà di uscire, e non solo la sera o la notte, da sole, senza camuffarsi, o tentare di rendersi invisibili. Un maschio giovane, normalmente di bell'aspetto, non ha problemi a farlo, è libero come l'aria. Una ragazza no, quasi mai può farlo senza incappare come minimo in sguardi e commenti, e spesso purtroppo anche peggio. Quante volte nella mia non lunghissima vita sono rientrata a casa con l'affanno, col batticuore, a volte piangendo di paura, di rabbia e impotenza!

Infine, ma non da ultimo per importanza, la bellezza, la bellezza fisica di una donna, per tutto l'arco della vita ha da confrontarsi con la sua inesorabile caducità.
Io sono giunta a una età in cui - sul mio volto, sul mio corpo - si iniziano a percepire i chiari segni di una mutazione, simmetrica e contraria ma non meno drammatica e profonda di quel catastroifico mutamento che ci ha cambiato la vita per sempre: la pubertà. Metamorfosi, entrambe, più sconvolgenti e impressionanti di qualsiasi metamorfosi ovidiana.
La saggezza, che dovrebbe gradualmente arricchire la nostra vita con la luce dell'esperienza e della conoscenza, e quindi sostituire la dote dell'esteriore con l'interiore, in realtà non consiste affatto in una compensazione o una consolazione che ci è concessa con la così detta "maturità" (un obbiettivo mitico di completamento e perfezione, per definizione impossibile da raggiungere da un mortale). Serve in realtà soltanto a renderci coscienti di questa mutazione, e a renderci impraticabile ogni possibile alibi o fuga. Con l'inesorabile obiettività di uno specchio.
L'unico - ma importante - riflesso positivo di tutto questo è il fatto di riuscire finalmente a renderci conto (anche se ormai in irrimediabile ritardo) dell'autentico, immenso valore di ciò che ci è stato donato, assieme alla nostra capacità di comprenderlo e diffonderò.

Vi lascio alla lettura, amiche dilette e amici cari, se lo vorrete, come sempre - con amore.
M.P.





La mia femminile bellezza


Che fine avrà, che fine farà
la mia vita, mi domando ora,
quando infine mi sarò smarrita?

Sarà un lungo male, o un taglio netto,
oppure sarà un volo, oppure un sorso
di veleno, o una improvvida disgrazia?

Sarò ancor giovane, dotata
della mia prodiga bellezza, oppure
sarò una vegliarda, cieca e demente?

Mi trascinerò, semincosciente
per le vie cittadine, immemore
del mio passato, incapace al presente,

oppure toglierò potere al male
battendolo sul tempo, raggelando
d'un colpo solo il mio splendore e il mio

declino? Che vorrà da me il buon Dio?
E il Dio ch'è giusto? E quello di vendetta?
Forse ogni divinità mi ignora

poiché non sono che un nulla di tinta
pinta sulle pareti della chiesa
per immortalare il vestigio di ciò

che fu la mia femminile bellezza:
una vita spesa a essere un fiore,
per poi sfiorire, appena è sera.



Marianna Piani
Milano, 9 Maggio 2017
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