Giornata Della Memoria - 2019 |
Amiche care, amici,
oggi, mentre si ravviva il braciere della Memoria, la Poesia tace, annichilita:
nulla al mondo, e quindi neppure la poesia, anche quella più grande e insostituibile, potrà mai essere adeguata a commentare, a rappresentare una tragedia immane e immonda quale fu la Shoah.
Ogni parola è inadeguata, l'arte è accecata, il pensiero si arrende, ammutolisce, la Ragione stessa arretra sconvolta di fronte alla Follia Assoluta.
Solo la Testimonianza può avere il coraggio di prendere la parola.
E intanto la testimonianza diretta sta lentamente ma inesorabilmente abandonandoci, lasciandoci nudi, indifesi e soli di fronte alla Storia. Presto, troppo presto purtroppo, anche gli ultimi testimoni diretti ci lasceranno. Quelli che ancora ci rimangono, pur carichi di anni e di dolore, ancora sentono come un dovere indifferibile quello di continuare a raccontare, a scrivere, a portare al mondo, a tutti noi la loro testimonianza. Di questo dobbiamo essergli infinitamente grati, per la loro forza, il loro coraggio, la loro formidabile resistenza.
E infatti siamo tutti atterriti al pensiero che presto queste persone non ci saranno più, accanto a noi. Resteranno certo i segni del loro operato, gli scritti, i documenti, le immagini. Ma loro, le persone, saranno altrove, ognuno nel luogo che la sua fede avrà eletto a suo ultimo approdo, e riposo.
Perciò tutto il peso della testimonianza rimarrà interamente nelle nostre mani, e interamente nostra sarà presto la responsabilità di tenere viva la fiamma della memoria, per tenere lontane le tenebre dell'odio, della paura, dell'ignoranza, della bestialità.
Non avremo più alibi, saremo come ragazzini cui mancano di colpo i genitori, che devono provvedere improvvisamente alla propria sopravvivenza. Tutto dipenderà da quanto salda sarà la NOSTRA coscienza, e solo su di essa si baserà la speranza che quanto è accaduto non debba MAI PIÙ ripetersi.
Pensiamoci: è una resposabilità immensa, su cui dobbiamo vigilare, da cui non dobbiamo flettere nemmeno per un istante. Perché la Storia - i nostri testimoni - ci hanno insegnato che il Mostro non si presenta tutto in un tratto come tale, ma che inizia con subdola intelligenza criminale ad insinuarsi nelle pieghe, nei recessi degli animi, intossicandoli, si manifesta inizialmente in piccoli dettagli, cose che sembrano trascurabili, e gradualmente, passo per passo, fa filtrare narrazioni e pensieri e azioni che istintivamente rifiutiamo di credere possibili o reali, di cui non riusciamo a valutare la pericolosità, anche per il semplice fatto che non riusciamo a riconoscere il Male camuffato nella sua goffa, a volte ridicola Banalità; e non riusciamo proprio a concepire come sia possibile che nostri simili possano davvero incarnarlo, esercitarlo, accettarlo. La nostra stessa fiducia nell'Uomo, la nostra umanità, paradossalmente, ci rende più vulnerabili perché non riusciamo a credere che certe cose siano possibili, oppure (vedi il dramma orribile dei Migranti in mare di questi giorni) pur vedendo l'atrocità daventi a noi non sappiamo riconoscerla, non sappiamo connetterla alle altre atrocità passate o presenti come un disegno unico di morte, non riusciamo a capire che ciò che sta accadendo a persone che sono lontane e diverse da noi, un giorno, in qualunque momento, una volta scatenato il Mostro, potrà riguardare direttamente anche ciascuno di noi.
Per questo, per questo incrocio di contingenze inquietanti e concretissime, proprio in questo 27 Gennaio dell'anno 2019, il Giorno della Memoria assume un significato diverso, se possibile perfino più forte e impositivo di quelli passati.
Un vento di Oblio, cavalcato da nuovi zombies usciti dal processo di putrefazione, e banali Lanzichenecchi del Male, sta attreversando l'Europa e quello che ancora possiamo chiamare il Mondo Libero.
Non a caso, secondo me, proprio ora che si sta indebolendo, come ho detto prima, la evidenza fisica delle Testimonianze Dirette, e siamo nel pieno di questo delicatissimo passaggio di consegne tra loro e noi, il Male ne ha approfittato per emergere dalle discariche della Storia e per sferrare un nuovo attacco in forze. In questo preciso momento si è creata una incrinatura nella nostra coscienza collettiva che ha indebolito, per così dire, le difese immunitarie della nostra Società, e il cancro sta tentando di insinuarcisi, con ogni mezzo, con quell'abilità sinistra che le forze del male hanno sempre mostrato nell'utilizzare le più avanzate conquiste tecniche della stesso tessuto sociale che mirano a infettare e distruggere. Questo cancro sta penetrando fino dentro le nostre vite, nelle nostre dirette conoscenze e famiglie, dividendo persone, spezzando affetti, ed è in una fase di pericolosissima espansione. Questo cancro ha un nome preciso, non voglio rimanere nel vago della metafora, si chiama nazionalismo populista (sebbene ora si presenti con molteplici falsi nomi, come "sovranismo", "leghismo", "negazionismo", ecc.), e quando avrà metastatizzato l'organismo della democrazia, allora sarà troppo tardi, e potrebbe allora (con altri modi, tempi, nomi, perché la Storia si ricicla, ma non si ripete mai uguale) scatenarsi la tragedia. Perché le tragedie epocali sono i "meccanismi automatici" di autodifesa con cui le società cercano di evitare l'estinzione. Naturalmente a costi altissimi, inimmaginabili, se non a cose finite, come sappiamo bene appunto dalla Storia.
Per questo, in questo anno particolare, in questo luogo che io riservo alla mia piccola modesta riflessione poetica, sento di dover lascare spazio al silenzio (non saprei proprio, oggi, come fare a proporre uno dei miei piccoli componimenti sulla bellezza e l'amore), e limitarmi alla testimonianza.
Perché di questo dobbiamo renderci conto, e sarà sempre più così: la testimonianza non è solo quella diretta, del martire, del sopravvissuto, di colui che l'inferno lo ha attaversato personalmente e fisicamente. È anche quella che ognuno di noi può dare, mantenendo saldi i nostri valori, agendo nella realtà coerentemente ad essi, resistendo e combattendo con la persuasione e se necessario con il rigore inflessibile della ragione contro e idee maligne e i loro profeti. Combattendo la paura, l'odio, l'ignoranza, il razzismo, con le armi più efficaci che abbiamo: la conoscenza, la cultura, la bellezza, l'amore.
Già, l'amore:
Io concludo sempre questi miei interventi con un saluto a tutte voi e tutti voi, che avete la bontà di "seguirmi" su queste paginette, con un augurio d'amore.
Perché, per quanto possa sembrare banale, solo l'amore può vincere l'odio.
E se il male e banale, il bene è complesso, difficile, impegnativo, spesso ingrato, doloroso.
Eppure, poiché la nostra stessa condizione umana è fondata su un atto d'amore primario, l'amore, sempre e comunque, vincerà sull'odio. Questo è inevitabile.
Così come la Ragione vincerà sempre, prima o poi, sulla barbarie, poiché è questa la linea e la direzione da almeno tre milioni di anni (Homo Abilis) della evoluzione della nostra Specie.
Con amore
Marianna Piani
Kilkenny, Irlanda, 27 Gennaio 2019
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