«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

sabato 30 novembre 2019

Davanti a un cielo così chiaro



Amiche care, amici,

A volte ci pare così effimera, inutile la poesia, di fronte a tutto ciò che accade nel mondo di orribile e imperdonabile, e spesso purtroppo irrimediabile, definitivo.

Da cent’anni (o forse da sempre) ci si chiede c
osa può mai la poesia nella Storia: cosa rimane di essa, dopo le ceneri di Auschwitz, e cosa può oggi, di fronte a chi, tutto attorno a noi, da queste ceneri non ha saputo né voluto apprendere nulla, non ha mai accolto in sé una parvenza umana, credendosi per ciò divino, e non ha mai creduto in un riscatto, o, peggio, continua ancora nutrire il vomito dell’odio, negando così tutto ciò che di lui lo potrebbe far diverso dalla bestia?

È vero, che senso ha più la poesia, dopo questo secolo di storia che pare non avere insegnato nulla a tanti, a troppi, se non il falso mito, che la forza, e l’atrocità che ne deriva, infine sia vincente?
Eppure la poesia tuttora c’è, nel mondo, ed è irrinunciabile, insostituibile. È fiorita perfino tra i reticolati, di fronte alle bocche dei forni crematori, e ora forse, nel deserto effimero e desolato delle reti, è divenuta ancora più essenziale.

Al pianto del poeta rispondo che senza le sue parole, senza i suoi versi tracciati a sangue, e senza il suo pianto, la vita umana, quella di tutti noi, sarebbe semplicemente inaccettabile. Intollerabile. Inconcepibile. Incomprensibile.

La poesia infine è tutto ciò che di innocente ci rimane.

Con amore
M.P.







Davanti a un cielo così chiaro,
e luminoso e prossimo che pare
di affondare le braccia nelle nubi
come in una schiuma irreale
al solo alzarle, resto immobile

mentre rammento della mia innocenza
chiara e tormentata anch’essa,
effimera come un pensiero all’alba.

. . . .


Risalii dunque l’altura che dava
lungo sguardo al vallone, e sullo sfondo
riposava del lungo giorno il lago
con un suo nitido baluginìo 
al cielo denso e intento del tramonto.

Fu qui che mi raggiunse, silenzioso
come un alito di vento, il poeta,
sostò a lungo sopra il bastione spoglio
prima di pronunciare una parola,
un pensiero solo dopo cent’anni di silenzio: 

«Che sarà di noi ora, soffocati
dall’odio, dal risentimento torvo,
che faremo se ci ridesteremo
e ci ritroveremo, troppo tardi,
incapaci di riscattare una vita intera?»

Io guardai in basso, sotto i miei piedi,
nel precipizio, tra i tronchi frantumati
degli abeti e dei castagni, pensando
che sarebbe una morte assai insincera
finire a fracassarsi in quella anarchica purezza.

Guardai lui, l’esteta, il limpido maestro
di parole, l’autore del “esser saggio”,
il cinico romantico che aveva
insegnato al mondo la ragione vera
del distacco: e vidi che piangeva.



Marianna Piani
Kilkenny, Febbraio 2019


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