Amiche care, amici,
Oggi, in questa atmosfera dolce e serena di fine estate, ritorno alla memoria, alle immagini della prima giovinezza, dei luoghi in cui sono cresciuta, dove ogni sensibilità, ogni comprensione del mondo ha posto le sue radici.
Non voglio indulgere in ulteriori commenti, preferisco lasciarvi alla libera lettura, se vorrete, di questi versi, magari in compagnia dei vostri personalissimi ricordi…
Con amore
M.P.
Luce della nostalgia
(ombra della malinconia)
"Bruciata la materia del ricordo, ma non il ricordo"
Mario Luzi
Mario Luzi
Quelli erano i miei prati,
quelle le mie aride pinete,
quelle le estati sopra i massi
del frangiflutti che
chissà perché chiamavamo
grotte, quelli i ricci marini
di cui avevo orrore
(povere bestiole, uniche
che io temessi o disgustassi -
senza ragione),
quella la spiaggia piccolina
di ghiaia fina, quello l'angolo
appartato, tra sole
e ombra, dove mamma,
mirabile giovane figura
nel suo duepezzi
blu e azzurrino,
si dedicava a una lettura
e vigilava attenta
e segretamente ansiosa
su noi creature che impazzavamo
senza posa sulla battigia,
tra onda e onda,
finché la pelle delle dita
si raggrinziva e quasi ci doleva:
noi piccole stoiche
non ci arrendevamo,
non prima che si arrendesse il sole.
Quelli erano i sogni
e i pensieri
senza ieri
e senza domani,
quelli i miti e le leggende
che incarnavamo
nelle nostre tenere illusioni,
quelli i primi cuori
chissà come palpitanti
per quei ragazzi bruni,
i nostri cuori trapassati
da quegli occhi screziati
di sfrontata giovinezza,
quelli i rifugi dove infine
fuggivamo piangendo adirate,
tormentate
dalla nostra odiata timidezza.
(Per me frattanto
i primi libri, i primi fogli
in cui rapprendeva
la mia minuscola esperienza,
e insieme i primi turbamenti
nell'intuizione oscura ancora
d'essere diversa…)
Il sole pieno del Settembre,
quello che dava a noi ragazzi
il primo senso della fine
- dell'estate -
tramonterà per sempre
su quelle stagioni,
su quelle spiagge,
su quei paesaggi
che abbiamo ormai da tempo
abbandonato,
l'ombra lunga della distanza
ci raggiunge e ci cancella.
Ora diciamo a un cielo
grigio e raggelato
quanto abbiamo colà vissuto
e quanto abbiamo amato.
Marianna Piani
Milano, 22 Gennaio 2016
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