Amiche care, amici,
desideravo per prima cosa ringraziare un'altra volta tutti coloro, e non sono pochi, che mi hanno onorata con la loro attenzione, acquistando su Amazon (in eBook o su carta) la mia ultima "fatica", "Sillabario lirico e sentimentale".
Non essendomi rivolta a un editore, ma avendo scelto la via - un poco controversa - della autopubblicazione pura, non mi attendevo davvero la risposta che ho ottenuto in così breve tempo. Beninteso, si tratta sempre di numeri in assoluto modestissimi, tuttavia, dopo il mio "esordio" in stampa di un paio di anni fa, che ebbe un riscontro talmente minimo da spegnere in me ogni eventuale ambizione di successo, se mai ci fosse stata, certamente non mi aspettavo che così tanti lettori mi concedessero la loro fiducia.
Sinceramente, ho sempre scritto soltanto perché sentivo la spinta a farlo, radicata dentro di me, e mai per avere "audience"; e non ho mai e poi mai inseguito i numeri, né su questo sito né sulla distribuzione dei miei testi stampati. Tuttavia la scrittura ha valore solo se incontra la lettura, e se anche è vero che un alto numero di lettori non rendono necessariamente un testo valido, è anche vero che un testo che non presupponga la presenza e il riscontro di (pochi o tanti) lettori è quasi sempre un testo privo di valore.
E questo vale tanto più per un testo poetico, dove il "poetico" si distingue dal "prosastico" principalmente per la maggiore - a volte assolutamente prevalente - rilevanza data alla "parola" rispetto alla "narrazione". Un testo poetico riceve senso soltanto quando è recepito e, per così dire, decodificato da una comunità di lettori, non essendoci la traccia della "storia" a garantirgli una sopravvivenza "oltre" il testo.
Dunque, l'unica cosa che posso fare a questo punto è ringraziare di cuore tutti, lettrici e lettori, e non solo coloro che hanno avuto fiducia e hanno voluto portarsi fisicamente a casa un pezzetto della mia vita sotto forma di pagine in carta o digitali, ma anche tutti coloro che di quando in quando trovano la curiosità e il tempo di soffermarsi su queste pagine, assai più volatili, ma anch'esse rese significative soltando dalla presenza di chi ha la bontà di accostarsi e leggerle.
Dunque, l'unica cosa che posso fare a questo punto è ringraziare di cuore tutti, lettrici e lettori, e non solo coloro che hanno avuto fiducia e hanno voluto portarsi fisicamente a casa un pezzetto della mia vita sotto forma di pagine in carta o digitali, ma anche tutti coloro che di quando in quando trovano la curiosità e il tempo di soffermarsi su queste pagine, assai più volatili, ma anch'esse rese significative soltando dalla presenza di chi ha la bontà di accostarsi e leggerle.
Grazie davvero, grazie infinite!
Vista questa vostra benevolenza, ho sentito ora la necessità di riprendere in mano la mia prima raccolta ("Le solitudini e i luoghi") di cui dicevo sopra, che fu un primo esperimento nato quasi come una scommessa con me stesssa, e ora sto lavorando alacremente su una sua riedizione, totalmente rielaborata - quindi non solo rivista e corretta, ma proprio ripensata e ristrutturata; ma di questo dirò più in là, quando sarò in dirittura di arrivo...
A proposito di "parole", la lirica che propongo oggi si occupa proprio di "parole mancate", quelle che per stanchezza, per pigrizia o abitudine a volte trascuriamo di dire a chi ci ama.
Queste parole orfane, questi pensieri non tanto "mai nati", quanto "mai detti", sono come il tempo che ci sfugge di mano e che sappiamo non tornerà mai più, portando via con sé tutte le sue occasioni uniche, preziose, irripetibili. Ogni parola d'amore, di tenerezza, di affetto che dimentichiamo o rinunciamo a dire alla persona che ci sta accanto e ci ama, e forse la aspetta, sono altrettanti pezzi di felicità che scivolano via dalla nostra vita, e ci sfuggono per sempre. Non c'è nulla che possa compensare questa perdita, non esiste motivo tanto grande da giustificarla.
Il dramma è che ce ne accorgiamo solo quando il danno - alla nostra felicità - è ormai compiuto.Vista questa vostra benevolenza, ho sentito ora la necessità di riprendere in mano la mia prima raccolta ("Le solitudini e i luoghi") di cui dicevo sopra, che fu un primo esperimento nato quasi come una scommessa con me stesssa, e ora sto lavorando alacremente su una sua riedizione, totalmente rielaborata - quindi non solo rivista e corretta, ma proprio ripensata e ristrutturata; ma di questo dirò più in là, quando sarò in dirittura di arrivo...
A proposito di "parole", la lirica che propongo oggi si occupa proprio di "parole mancate", quelle che per stanchezza, per pigrizia o abitudine a volte trascuriamo di dire a chi ci ama.
Queste parole orfane, questi pensieri non tanto "mai nati", quanto "mai detti", sono come il tempo che ci sfugge di mano e che sappiamo non tornerà mai più, portando via con sé tutte le sue occasioni uniche, preziose, irripetibili. Ogni parola d'amore, di tenerezza, di affetto che dimentichiamo o rinunciamo a dire alla persona che ci sta accanto e ci ama, e forse la aspetta, sono altrettanti pezzi di felicità che scivolano via dalla nostra vita, e ci sfuggono per sempre. Non c'è nulla che possa compensare questa perdita, non esiste motivo tanto grande da giustificarla.
Con amore
M.P.
Qualche pigra parola ti dirò
soltanto:
la stanchezza chiude e scarica il giorno;
tu t’affidi a un farmaco per lenire
il tuo dolore profondo, invisibile
sotto la superficie del tuo calmo
respiro.
Lento. Regolare. Lo ascolto, come
tutte le notti: è il suono caro, fragile
della tua vita che fluisce al mio fianco.
Vorrei aver trovato oggi per te
quelle parole d’amore che tu
t’attendi, che meriti, che rimpiangi.
Senza dire. O sapere.
Qualche pigra parola sfumerà
nel pianto.
Ciò nonostante, per il dolore o
l'abitudine, oppur per allegria,
ci rimarremo accanto.
Marianna Piani
Irlanda, 2019
Per chi volesse, la mia seconda raccolta poetica "Sillabario lirico e sentimentale" è disponibile da Amazon, sia in formato tradizionale (qui) che eBook (qui) .
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Complimenti per il libro, allora
RispondiEliminaGrazie infinite!
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