«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

lunedì 11 febbraio 2019

Giustificare Sylvia


Amiche care, amici,

come oggi, undici Febbraio del 1963, un lunedì, alle 4 e 30 di una fredda alba inglese, nella cucina di casa, a pochi passi dai suoi bambini che dormivano presumibilmente sereni nell'altra stanza, si toglieva la vita uno dei fari della poesia mondiale, quella Sylvia Plath che aveva già allora prodotto capolavori assoluti, sebbene ancora giovanissima, e che ora con un atto inconcepibile e imperdonabile, ci privava, noi suoi "figli" di spirito e parola, di una delle voci più alte e chiare al mondo della bellezza, della speranza - e della innocenza.

Sì, in quegli anni gli americani, e con loro tutto il nostro mondo, perdevano per sempre la loro innocenza, con una sequenza di morti premature e inconciliabili, iconiche e drammatiche, come Ernest Hemingway (1961), Marilyn Monroe (1962),
John Kennedy (1963), Martin Luher King (1968), Annie Sexton (1974) e, tra loro, prima di loro, con loro, in certo senso più di loro, Sylvia Plath.
Forse era la crisi del millennio che stava emettendo i suoi primi gridi d'allarme, quella crisi che si sarebbe compiuta definitivamente con lo spettacolare, simbolicamente "hollywoodiano" collasso delle torri di Manhattan e i suoi duemila morti per nulla.


Noi, figlie e figli di quella mente acuta e sensibilissima, ormai sappiamo con chiarezza di vivere in una Civiltà morente, se non morta, finita, e anche per questo non riusciamo ad accettare razionalmente quella decisione così egoista, solitaria, disperata, anzi, non riusciamo proprio a perdonare lei, per averci abbandonati così, nudi e indifesi, lasciando dietro a sé una tale testimonianza d'amore; e proprio per questo proviamo un così straziante rimpianto dell'amore e del conforto che avrebbe ancora potuto donarci.
Noi, con lei accanto, avremmo forse potuto vivere con qualche speranza ancora nel nostro sguardo. Senza lei, siamo più soli e nient'altro.

11 Febbraio 2015
M.P.




Sylvia with Frieda and Nick (about 1962)
"Even amidst fierce flames the golden lotus can be planted"




Giustificare Sylvia


I

Non avrei mai perdonato mia madre
se m'avesse fatto ciò che lei fece
ai suoi bambini, l'avrei forse odiata
per l'eterno del suo negato affetto.

Se in un mattino freddo, nel mio sonno
avesse così immolato la grazia
della sua mente, la sua luminosa
bellezza nella cavità buia d'un forno.

Se dopo aver lottato a lungo, fiera,
contro il tormento dell'anima avesse
scelto una fine così priva di gioia.

Se non avesse avuto un cuore così immenso,
e il dono d'incidere fiammanti pensieri
sul muro dell'anima di ogni gente,


l'avrei compresa, forse, e avrei pianto,
come si piange d'amore la morte
di una madre invano adorata.


II

Ma poiché ella fu un Angelo Annunziante,
e la sua voce il fraseggio di un organo
divino, poiché ebbe da un Dio tale bellezza

e cuore e mente, mai potrò perdonarla!

Per tutto quanto di vivo e folle e audace
che con quel gesto ci negò per sempre.
Per l'incommensurabile bene
che trascinò nel naufragio, e perse per sempre.

Verticale è la via all'abisso agognato,
verticale l'ascesa che ella seppe affrontare,
verticale la scala del suo perdersi in cielo.

Verticale l'orgoglio di fronte al giudizio,
verticale l'algido picco della bellezza,
verticale l'estasi ultima della sua ricerca

del senso finale del nostro intimo male.




Marianna Piani
A Sylvia Plath
Milano, 6 Agosto 2014 - 11 Febbraio 2015
Riscritta 11 Febbraio 2019



         "... It is more natural to me, lying down.
          Then the sky and I are in open conversation,
          And I shall be useful when I lie down finally:
          The trees may touch me for once,

and the flowers have time for me."


          (Sylvia Plath - "I'm Vertical") 










4 commenti:

  1. Uno dei pochissimi aspetti positivi della morte, è il ricordo.
    Anche se in maniera del tutto astratta, una essere umano può continuare a "vivere" nella mente e nel cuore della (o delle) persone alle quali ha donato / lasciato qualcosa.
    Per quando riguarda Sylvia, Il suicidio ha scritto la parola fine alla sua esistenza terrena, non permettendole di continuare a scrivere perle, ma è altresì vero che stiamo parlando di un'Artista, ovvero di una mente superiore.
    Una mente superiore che ha SCELTO di uscire di scena, compiendo certamente un insano gesto :
    "Verticale è la via all'abisso che per sé ha cercato"...
    Donne come Sylvia, anche se può sembrare paradossale, non hanno bisogno di respirare per essere considerate "Vive".
    Non ti ha lasciata sola, ancora oggi è accanto a te :
    Prova a pensarci... se non lo fosse, come spiegheresti questa splendida composizione che le hai dedicato, come spiegheresti il fatto di aver scelto con cura la foto da abbinare al post (una foto tra l'altro bellissima), come spiegheresti il fatto di avere nella tua libreria (presumo) tutte le sue composizioni, come spiegheresti il fatto di averle dedicato un'antologia nel tuo blog ?
    La verità è una sola : Sylvia "Vive In Te".
    Ha plasmato e nutrito la tua mente, fin dalla gioventù.
    Ha accompagnato, accompagna e accompagnerà le tue nottate insonni e i tuoi momenti tristi.
    Ti è ANCORA di conforto. Lo sarà per sempre.

    https://www.youtube.com/watch?v=amtoXkD8T0s

    ... Sylvia ti permette e ti permetterà finchè vivrai di "Ricordarti Chi Sei".
    Perchè, guardandoti allo specchio, vedi e vedrai sicuramente brillare nei tuoi occhi il riflesso dei suoi.
    In senso pratico,la sua morte terrena può servire a salvare e preservare la TUA vita terrena nei momenti di debolezza e sconforto, momenti nei quali vedi tutto nero.
    Ovvero, può aiutarti a riflettere, a non commettere a tua volta un insano gesto che potrebbe portare le persone che ti amano a pubblicare un post intitolato : "Giustificare Marianna".

    Un abbraccio grande.

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    1. Carissimo Luca, che piacere ritrovarti!

      E ancor più ritrovarti qui, per questa particolare composizione, di circostanza (spero nel senso più positivo e classico del termine).
      Sento che questo argomento ti sta a cuore, dacché trascuri la scrittura per gettarti direttamente nel tema.
      Quello che ti posso dire è che questi gesti, quando sono così lucidi e maturi, non sono purtroppo originati da una mancanza, da una infelicità evidente, come la stessa vicenda di Sylvia sta a indicare.
      L'infelicità non è quella che comunemente si intende, spesso si tratta di persone dotate dalla Natura o da Dio di ricchezze particolari, e in situazioni di vita a volte umanamente invidiabili. O quanto meno serene, in apparenza. Per questo ho scelto quella foto, in effetti bellissima, in cui Sylvia appare del tutto felice, con un sorriso - lo si trova spesso nelle sue foto - meraviglioso, luminoso, e accanto ai suoi due bambini, che avrebbero dovuto e potuto essere da soli (e lo furono in effetti) la ragione della sua vita.
      No, Luca, mio caro, l'infelicità di queste persone, spesso meravigliiose, è qualcosa di profondo, abissale, invincibile, è il conflitto tra una sensibilità estrema, fragilissima, e un mondo vissuto come invivibile, indomabile, inaccettabile.
      La morte è scelta non come rifiuto della vita: paradossalmente costoro amano la vita come e forse più di chiunque altro. Anzi, ti potrei dire che la morte è ricercata come estremo omaggio alla vita, come estremo tentativo di afferrarla, onorandola, considerandola come il valore sommo, per cui vale la pena perfino morire.
      La morte è scelta perché è l'unica via rimasta aperta per procedere nel proprio cammino, niente di più, niente di meno.

      Come tu dici, la memoria è ciò che tra noi umani rende nobile ed accettabile la morte.
      I nostri dolcissimi, teneri e innocenti amici animali non hanno probabilmente coscienza di tutto questo. Per loro la morte è semplicemente il compimento della vita, nel quadro generale del fato e della Natura.
      A noi è dato invece questo terribile dono. Alcuni non ne reggono il peso. E ci lasciano soli.

      Certo, sento in me "vivere" Sylvia. È parte di me, come di chiunque accosta la sua opera e se ne innamora.
      E questo è l'ulteriore dono concesso dagli dei solo a pochi, pochissimi eletti, gli artisti più grandi e universali. Quello di essere, in realtà, immortali.

      Un abbraccio

      Marianna

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  2. Sì.. solo un paio di cose :
    Non ho mai parlato di rifiuto della vita, nè tantomeno di infelicità.
    Sabebbe stato offensivo nei confronti di Sylvia (e delle persone speciali come Lei) ridurre il suo gesto ad una "Superficiale Ripulsa".
    Ho affermato che, a parer mio, ha SCELTO di uscire di scena abbandonando il mondo terreno, mondo che tu stessa, nell'introduzione, hai definito morto.
    Il video del Re Leone l'ho postato per un altro motivo, che sicuramente avrai colto.
    Per quanto riguarda la scrittura, stavolta non ho voluto commentarla per non scadere in un "Generico Plauso", non mi pareva il caso.
    Del resto, sai che amo il tuo modo di scrivere e comporre.
    Questa composizione l'ho "Sentita", semplicemente.

    Buona Giornata !

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    1. Vero, allora hai capito tutto.
      Hai fatto bene a non "genericamente plaudere", è solo che a volte le tue indicazioni, anche critiche, mi sono preziose nel mio lavoro, quello della manifattura intendo...

      Il video del ReLeone l'ho apprezzato moltissimo, anche perché - come penso sai - sono anche una animatrice, e per di più appassionata Disneyana (il che non è sempre molto "politically correct" in certi ambienti professionali che frequento) e Lion King ritengo sia uno dei capolavori del Disney senza Walt, prima della "rivoluzione" del 3D (con Pixar di Lasseter)...

      Grazie ancora, per il tuo "sentire"!

      Torna presto a trovarmi.

      Tua
      Mari

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