«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

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«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

sabato 14 marzo 2015

La fedeltà del ragno



Amiche care, amici,

Desidero proporvi oggi una breve composizione di andamento lirico leggero, vagamente retro, scritta pensando a quel sentimento di difficile definizione che è la Fedeltà, e alle sue due "sorelle di sangue", la Fede, nobile e impegnativa, e la Fiducia, più vivace, un pò ingenua, e alla mano.
La Fedeltà ha a che vedere - strettamente - con l'amore e in questo si distingue dalle due sorelle sopra dette. La Fedeltà in un certo senso è il prodotto di quel fenomeno di combustione che è l'amore, e nello stesso tempo è uno dei combustibili che ne alimentano il propagarsi nel tempo.
Ma io ho scelto, come potrete vedere, un punto di vista molto particolare per ragionare su questo argomento.
Sarei felice se vorrete seguirmi in questa piccola digressione, amiche dilette e amici cari… e fedeli.

Con amore

M.P.





La fedeltà del ragno


Si può chiamare fedeltà, quella del ragno,
al suo buco nel muro, di calce rappresa,
alla sua ramaglia, nella scura boscaglia,
alla sua madia scardinata, nella cantina?

Della fedeltà ha la costanza, e la pazienza,
e l'intima sofferenza, e, forse, la lunga
faticosa immobilità, la necessità
di non esser scorto, da uno sguardo più accorto.

Della fedeltà ha la consuetudine all'oscurità,
al cantucciarsi in profondità, come in una vagina,
oppure a filare l'aerea vela, di traverso
al vento, contento nel vederla luccicar di brina.

Della fedeltà in più ha la destrezza
e la fulminea grazia nel ghermire il dittero ignaro
o la vanitosa mariposa, fastosa di broccati
e tinte che rivaleggiano d'emozione con il cielo

dei meriggi estivi, lei che frulla d'una levità
così sommessa nel narrare fiabe di fauni e ninfe
alla brezza, mentre indugia tra i capelli alla fanciulla.
Non per nulla è così mortale - la bellezza.



Marianna Piani
Milano, 6 Ottobre 2014

5 commenti:

  1. Carinissima ! Credo di non sbagliare , nel caso correggimi. Noto in te una ritrovata levità,ti percepisco più felice.Le parole come sempre fluide e partecipate ma scelte con calore e colore per quanto esprimono.
    Con affetto e stima
    Rossella

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    1. Cara Rossella, grazie, la tua stima mi onora, il tuo affetto mi rende la vita meno amara...

      No, mia cara, purtroppo non sto per nulla bene in questi giorni. Fisicamente sto bene, e questo è importante, sul lavoro sono presissima, il che professionalmente è un bene, ma moralmente sono abbastanza a terra.

      Forse non te l'ho mai detto direttamente, ma io non pubblico mai (a parte casi particolari) composizioni appena scritte, o scritte di recente: troppo vicino al momento della stesura sono ancora troppo coinvolta emotivamente, e quindi non sarei e non sono in grado di giudicare e emendare la composizione con il necessario distacco e spirito critico. Non pubblico mai tutto ciò che scrivo, una parte finisce nel fondo di un cassetto o direttamente nella pattumiera, per il rispetto che devo ai miei lettori. Ciò che pubblico in pratica è stato scritto almeno tre/sei mesi prima, per cui non rispecchia del tutto (o per nulla) né il mio stato d'animo del momento né la elaborazione più recente del mio lavoro poetico.
      Ma non hai sbagliato, in realtà: in quei giorni di Ottobre ero innamorata - corrisposta - e anche in un momento particolarmente felice del mio percorso di scrittura...

      Grazie infinite, a presto, spero

      Tua

      Marianna

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    2. Buongiorno Marianna; mi avevi detto del tuo bisogno di decantare il coinvolgimento dello scrittore ; quindi ho parzialmente sbagliato, i tempi sopratutto.Mi spiace che il tuo amore sia concluso ma non ti dirò che tanto passa, non passa mai solo ne vivrai un altro tutto nuovo,hai troppo amore da dare per non essere amata.
      A presto
      Rossella

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  2. Ciao Mari.

    Non la definirei “Fedeltà” quella del ragno, bensì, molto semplicemente, “Natura”.
    E' un ragno, e vive da ragno.

    Anche un amante fedele “umano”, in ogni caso, presenta le caratteristiche da te descritte, è costante, (fin troppo) paziente, vive nella penombra dei sentimenti della persona amata, viene quasi sempre dato per scontato e mai apprezzato chiaramente e totalmente, se non in maniera “apparente” e sbrigativa. A volte anche tremendamente falsa, diciamo la verità.

    Malgrado ciò, essendo fedele, presente in maniera costante, è anche in grado di “sorprendere” l’amante con gesti d’amore improvvisi e imprevedibili :
    Solo quando si conosce veramente e profondamente una persona, si è in grado di sorprenderla in maniera unica e suggestiva.

    Tornando al discorso d’apertura,

    Il ragno, anche se aspetta tutto il giorno, prima o poi “colpisce” la sua preda quotidiana.
    E’ matematico. E’ la legge della natura.

    L’amante in carne ed ossa, al contrario, non è per nulla certo del fatto che la sua fedeltà e la sua costanza a livello di sentimenti lo portino ad ottenere un risultato finale positivo (l’essere ricambiato in egual misura).
    Anzi, nella maggior parte dei casi dona la propria fedeltà a una persona che non la merita affatto.
    Oltre il danno, può subire anche la beffa :
    Perché magari, nel corso del tempo, avrebbe potuto “catturare” altre prede, ma essendo innamorato e soprattutto fedele, ha deciso di lasciar perdere, rimanendo immobile (non in maniera forzata e faticosa come il ragno, bensì in maniera voluta e cosciente) e limitandosi ad osservarle svolazzare libere proprio come la vanitosa mariposa della composizione.

    In poche parole :

    Il ragno è (quasi) sempre il carnefice,
    Mentre l’amante fedele “umano” è (quasi) sempre la vittima.
    La vittima designata della bellezza della persona amata.

    (Non per nulla è così mortale, la bellezza)…

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    1. Caro Luca,

      come sempre spingi l'analisi del testo fino a ridefinire il testo in una parafrasi puntuale, quasi parola per parola.
      La tua è una attenzione esplorativa di carattere quasi scientifico, ti piace che il "meccanismo" ingrani perfettamente, che l'orologio ticchetti il suo trempo con precisione e logica inoppugnabile.

      Non rivelerò questa volta agli altri lettori che capitassero su questa pagina se concordo del tutto o solo in parte con la tua lettura.
      Perché ho volutamente lasciato nel testo una chiave di ambivalenza, dove la definizione della "fedeltà del ragno" è potenzialmente un ossimoro perfetto, come tu dai segno di aver ben inteso, quando cerchi di distinguere la pazienza dell'amante fedele dall'istinto "naturale" (non a caso inizi il tuo commento proprio chiamando a testimone la "Natura") di predazione del ragno.
      In realtà, dò solo questo indizio, il ragno e l'amante nella mia visione sono figure del tutto complementari l'uno all'altro, proprio nell'esercizio di una ferrea, paziente, infaticabile Fedeltà.

      Grazie Luca, i tuoi interventi mi danno sempre la possibilità di approfondire il mio discorso, di schiudere dimensioni di lettura più ampi e complessi. Non sono una post-ermetica, e l'ermetismo non è affatto nelle mie corde, tuttavia ogni composizione può e deve stimolare una comprensione ma non "spiegare tutto". Molto del pensiero, del dire, è nel non detto...

      Un caro abbraccio!

      Marianna

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