Amiche care, amici,
pubblico oggi versi che scrissi proprio all’inizio del mio volontario esilio, quassù in Irlanda, una via intrapresa principalmente per amore, ovvero la motivazione più forte e decisiva che si possa mai avere.
Il mio animo oscillava tra un silenzioso rimpianto di ciò che avevo lasciato, e la contentezza, potrei dire l’orgoglio di aver voluto e saputo prendere quella decisione, e di attuarla davvero. Non senza rischi, non senza costi, non senza dolorosi distacchi.
Ma l’innamoramento travolgente, improvviso e incontenibile, per la persona che ora è la mia compagna, l’ho sentito nascere e crescere in me con l’impeto di una giovinezza che, a quarantasei anni, pensavo di aver abbandonato per sempre.
Invece, e questa fu la scoperta più importante e decisiva, la giovinezza davvero quasi nulla ha a che fare con l’età, ma è tutta nelle scelte che facciamo, nel coraggio che abbiamo di rimetterci in discussione, nella capacità di accogliere nuove prospettive, anche rischiose, anche sconsiderate, nella propria vita.
E l’amore, in tutto questo processo di rinascita, è un potente, forse l’unico possibile, catalizzatore.
Vi lascio alla lettura, con sconsideratezza, e, naturalmente, con tutto il mio amore.
M.P.
Giovani passi
(Come coltelli, o artigli che straziano
vive carni, sono i rimpianti;
i rimorsi, quali si accaniscono
sulle vite dell'uomo, non conosco,
per mia sorte o virtù. Le mie ferite
sono soltanto quelle che ho inferte
o ricevute nel nome d’amore.)
Giovani passi mi hanno condotta
in questi luoghi, lontani
dalla luce abbagliante
delle scogliere mediterranee,
odorose di alghe brune,
abitate da astici dorati.
Giovani pensieri mi hanno reso
nuove idee, nuovi presagi,
giovani impeti mi hanno trovata
pronta a partire, ovunque sia,
purché lontano dal noto, cercando
l'ignoto. Il remoto. Il diverso.
Giovani voci mi hanno chiamata
con squilli di risa dai giardini
e dai parchi, giovani coppie
che amoreggiano sole,
sulle panchine, in mezzo ai prati,
o dietro sipari di siepi.
Protette, costoro, come
un raro tesoro, dalle complesse
trame del bosso, non dicono nulla
di sé, non sentono il mondo
tutto attorno, si baciano solo,
mordendosi una le labbra dell’altra.
Giovane dunque è il giorno che nasce
col sole che infiamma un cielo precoce,
e le giovani coppie d'amanti
sciolgono in fretta l'amplesso
prima che sorga del tutto, quel sole,
e così muoia la notte, con loro.
Giovane infine è questo viaggio,
giovane è tutto il nostro coraggio,
la smania che abbiamo in corpo e nel cuore
di mutare, di andare, per tornare
forse mai più, mai più
in questo nostro mare.
Marianna Piani
Maggio 2018
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