"Attesa"
Una immagine di Paola Mancinelli
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Questa composizione trae isprazione
da uno dei più tradizionali, struggenti, antichi stati d'animo per una donna: L'attesa.
E infatti l'avevo intitolata così, all'inzio, ma poi ho cambiato il titolo per evocare il luogo
da uno dei più tradizionali, struggenti, antichi stati d'animo per una donna: L'attesa.
E infatti l'avevo intitolata così, all'inzio, ma poi ho cambiato il titolo per evocare il luogo
dove mi ero immaginata consumare questo mio stato, sospesa tra cielo e mare.
Alcune di voi, di quelle terre, forse lo riconosceranno, ma non è importante in questo caso:
è uno scenario mentale prima che naturale.
Da millenni le donne attedono. Attendono l'amore, attendono i loro guerrieri al ritorno, attendono
i figli, attedono una carezza, attendono il ciclo, attendono gli amanti, attendono, e attendono…
Con infinita inesausta femminilissima (im)pazienza.
Con infinita inesausta femminilissima (im)pazienza.
In realtà quel giorno ero effettivamente in attesa del mio uomo, di ritorno da una lunga assenza,
erano proprio i minuti precedenti l'arrivo, mentre col mio abito più carino, attendevo appunto
eccitata, ansiosa, l'annuncio del volo in arrivo, nella hall affollata e indifferente dell'aereoporto.
Tutto il rimpianto del tempo trascorso nell'assenza, tutto il desiderio che tendeva il mio corpo
come un arco: questa era la mia attesa, l'attesa del Monarca della mia anima, che arrivasse infine
e con grazia e forza mi riprendesse con sè… E l'ho fissata, come un'istantanea, nel mio taccuino.
Ho voluto quindi illustrare questo poemetto con una stupenda, enigmatica immagine della nostra Paola,
nella quale ho ritrovato in essenza tutto il mio essere sola, donna, femmina, tesa in questa attesa
piena di ansia, di promesse, di solitudini e di anticipazioni di una gioia che stava per compiersi.
Per questo la dedico per prima cosa a lei, che mi ha aiutata ancora una volta, con la sua arte,
ad esprimere il mio più intimo sentire, e poi naturalmente a voi tutte, amiche care, e amici gentili
come sempre, con amore.
M.P.
Verso Miramare
Piccoli flutti accarezzano teneramente l'arenile
fatto di ciottoli candidi e neri e ambrati e dorati.
L'arco largo armonioso della risacca
ripete costante il suo commosso arpeggiare.
In una costellazione di scintillanti lumi
si frange fiammeggiante il carro del sole
schiantandosi contro la superficie del mare.
Il vento confonde profumo di glicine e salso.
Immergo i piedi nudi nell'acqua appena
increspata, che li accoglie con grazia.
Un pagurino, stupito, si affretta zampettando
sul fondale, trascinando la sua cornucopia di sabbia.
Seduta, sull'orlo del pontile di scabro cemento
rubo i capelli al vento, con le due mani dietro la nuca,
e scruto la linea dell'orizzonte sgombra, in attesa,
come una Penelope in attesa del perduto Ulisse.
La mia luce tuttavia verrà dal cielo, non dal mare:
di laggiù dove s'aggruppano cumulunembi in tempesta,
Il mio eroe giungerà, da remotissime lune
di vetro e metallo, recandomi in dono le perle lucenti
dei suoi mirabili denti, e i selvaggi smeraldi
dei suoi inconcepibili sguardi, e le sete d'oriente
della sua pelle brunita, combusta di soli equatoriali,
e l'incenso e la mirra del suo piacere più intenso.
Verrà, come quel maestoso cormorano che veleggia
lontano, ignaro di tutto fuorchè del suo volere.
Verrà, e scenderà a larghi cerchi, sempre più chiusi,
fino a celarmi, tutta, sotto le smisurate sue ali bianche.
Il tempo non scorre più ora, si rapprende, raggruma.
E ora io stessa sono l'Attesa: io donna, io tutta, io sola,
io nuda, indifesa, ritta sulla banchina del ricordo che consuma,
io chiusa palpitante vulva, lussureggiante spiga di grano
offerta in sacrificio al Dio Sole. Il Dio fiammante.
Dio d'Amore. Dio atteso. Dio Umano.
Milano Malpensa, 14 Maggio 2012
A Paoletta, per la sua presenza illuminante, nella mia vita
Marianna Piani
Un'amica, Mary, dalla voce dolcissima, cogliendo ogni mia intenzione
senza che ci fossimo neppure parlate prima, mi ha fatto questo dono
meraviglioso, leggendo per me i miei versi.
Una sensazione indescrivibile, per me, come se d'un tratto le mie parole
non mi appartenessero più, prendessero vita, e il volo, da sole, con le loro
sole forze, con l'evocazione di una voce intensa, appassionata.
Grazie, grazie, mille volte grazie, amica mia cara! Ascoltate...
Come sempre mi immedesimo cara Mari...
RispondiEliminaAnche io ho i piedi nell'acqua increspata...
Ti adoro
Carolina
...o nella neve! Li ricordo, i tuoi piedini intrepidi, nudi sulla neve, lo smalto come tanti petali rossi immersi nel candore del tuo cuore.
EliminaÈ da allora, da quell'immagine, che ti ho compresa veramente, è da allora che ho capito quanto siamo sorelle, è da allora che mi sei così cara!
Tua "Pulcina" - Mari
Cara Marianna,
RispondiElimina"appassionata e pazza" sperduta in quell''atto eroico e inconcepibile dell'attesa. Vai a ritrovarti nell'oro più naturale che é la "spiga", nutrice del ciclo delle speranze che ci sostengono e ci aiutano a ritrovarci nel tempo. L'ho detto e lo ripeto, in quanto caparbio come te: "ancora una volta, rimango assorto nel mistero che é l'ispirazione". Forse lo avevi frainteso, ma non credo ancora, tra il linguaggio nostro preferito, quello delle metafore; in veritá, del cuore, profetico dell'Amore che quando non c'é ci aspetta nella sua mancanza....
Always Yours
in friendship
Alvaro
Caro amico mio, mentore e faro della mia navigazione un poco senza rotta definita, un poco alla deriva, un poco spinta da venti impetuosi, vorticosi, sfrenati che io stessa non posso dominare.
EliminaÈ vero, io un poco come Hokusai (Il Vecchio Pazzo per la Pittura) sono "Appassionata e Pazza".
Nulla darebbe la vita, senza questa pazzia e questa passione, e tu lo sai bene.
Un abbraccio
Marianna
Ti prende, ti porta, ti trascina, ti immedesima...
RispondiEliminaMeravigliosa lettura...
rita
Ti vedo, Marianna, sei limpida, trasparente creatura dalle ali generose. Fai volare in alto anche noi. E commuovi.
RispondiEliminaTi adoro, immensamente.
Tua, Paola