«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»
«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)
«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)
«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)
«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)
«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)
sabato 30 novembre 2013
La stanza bianca
Amiche care, amici,
era fine estate, e mi trovai ad affrontare uno dei momenti oscuri della mia esistenza, quei periodi in cui il disagio di cui soffro prende il sopravvento, e mi trascina con sé verso l'abisso, per quanti sforzi faccia, per quanto gridi e mi dibatta.
Anzi, quei gridi e quei disperati divincolamenti, sono considerati "sintomi" e combattuti...
Altre volte ho affrontato qui questo argomento. Queste sono pagine aperte, non pongo limiti o pudori nel raccontarmi.
Ho anche confessato come la scrittura sia per me non una "terapia", ma certo una necessità, non so quanto condizionata o indotta dal mio stato. Il che tra l'altro non ha alcuna importanza, perché chiunque affida alla scrittura il proprio essere più intimo e personale, che sia patologico oppure no. Tuttavia non ne scrivo volentieri direttamente, e soprattutto non ne scrivo nel momento in cui ne sono preda. Perché occorre distacco, dalle emozioni: se si è troppo coinvolti ne risulta una cattiva scrittura. Forse sentita, commossa, o commovente, ma inefficace; e poi non vi è nulla di "estetico" nella espressione di una emozione violenta e incontrollata, positiva o negativa che sia. L'emozione si prende tutto lo spazio, e rimane al di sopra di tutto, anche della nostra umanità. L'emozione in assoluto è disumanizzante.
Eppure la scrittura, quand'è sincera, è uno strumento formidabilie di analisi e di comprensione. Non di "controllo" badate, nulla è veramente mai sotto il nostro controllo. Ma possiamo comprendere, e non lasciarci sopraffare.
Per questo da qualche tempo ne scrivo di più. Poco ne pubblico, ma ciò che rimane sono frammenti della mia vita che hanno tutto il senso dello smarrirsi e del ritrovarsi, un "tema" così importante della mia esistenza.
Questa, come altre, sono composizioni scritte proprio dall'interno della "stanza bianca" del mio smarrimento.
La ritrovo, la rileggo, e la condivido con voi, amiche dilette e amici fedeli, confidando che la comprenderete.
Come sempre, cari, un abbraccio, con amore
M.P.
La stanza bianca
Dolce, atroce la ferita
che squarcia nel mio petto
l'anima spaccata.
L'anima divisa.
L'intero Universo per me è ora
questa stanza bianca
dalle pareti nude.
Il meriggio, e la notte,
assieme riversano all'orizzonte
i loro percorsi, come fiumi
convergono le loro acque
cercando la fine negli oceani.
Indivisibili, le correnti
in un unico abbraccio
scorrono a valle,
finché il mare non le ingoi.
Il mare è il mio male,
divisa vi si riversa l'anima,
doppia, e divisa, e divisa
è la persona; indivisibili sono
luce e buio, cielo e suolo,
sogno e disinganno,
leggerezza e gravità,
presso che intollerabili
se costrette in un solo cuore,
destinato a spezzarsi
divaricato, come due valve
spalancate di conchiglia
svuotata, sbiancata,
disidratata sulla battigia.
Risalirò il vuoto,
lo spirito intatto, a testa alta,
nulla potrà divellere la pianta
dalle sue caparbie ife
aggrappate alle rocce
con indomita tenacia.
Lo Spirito ossesso che m'abita
maligno come una metastasi
s'espande e parrebbe sopraffarmi
a ogni singolo momento.
Ma ciò non avverrà, lo giuro,
dovessi io gridare fino a lacerare
la voce, dovessi scorticarmi
le nocche fino all'osso
contro le mura cieche
di questa stanza.
Di questa dannata stanza
bianca, come una notte
vuota, come una conchiglia
morta, come una cometa
senza sole, di ghiaccio secco.
Dolentemente bianca.
Non dovessi mai trovare l'uscita
che apre alla libertà,
me ne aprirò io una per me sola
incidendo pietra a pietra
con le unghie, e a morsi,
verso ovunque intuirò vi sia luce.
Marianna Piani
Trieste, 24 Settembre 2013
Per Eleonora
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E' difficile anche in questo caso commentare, soprattutto per un "giovane" come me.
RispondiEliminaHai scritto che un tema importante della tua esistenza è quello dello smarrirsi per poi ritrovarsi.
Ti sembrerà una frase fatta o vuota, ma molte volte ho sentito questa frase :
"Bisogna perdersi, per ritrovarsi".
Beh, ti assicuro che per "ritrovarsi" ci vuole molta forza.
Bisogna essere forti.
Dunque, tu, a modo tuo sei forte, pur nella tua fragilità di donna.
Cerca di capire il senso del mio commento :
Semplicemente, ho molto rispetto nei confronti della tua persona.
Stavolta niente commento lungo, poche parole ma buone.
Un abbraccio,
Luca.