«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

sabato 18 luglio 2015

La Rocca


Amiche care, amici,

Quasi a seguire idealmente il quadretto della volta scorsa, come in una piccola esposizione, dal Carso a quello che è il suo simbolo, per me personalmente, quella Rocca di Monrupino che già nel nome mi evoca le immagini aspre e severe ma nello stesso tempo dolcemente familiari di quel luogo, per me stranamente magico e leggendario.
Qui da bambina ho giocato rovinando i vestiti tra i rovi, nelle calde estati triestine, quando nei tardi pomeriggi per contrastare l'afa pesante del mare i miei ci portavano a cena sull'altopiano, dove l'aria era alleggerita dalla fresca brezza delle alture.

Condivido con voi, amiche dilette e amici, queste immagini lontane, con amore.

M.P.









La Rocca


Il cammino è breve, eppure è aspro.
Sotto un ripido gradone di pietra
una boscaglia di rovi s'intrica
e s'adunghia tenace alla pendice.

La rupe si muta ancora salendo
in una torre muraria, severa
e quadra come un cippo funerario
che sorveglia il vallone, così spoglio,

nobile e mesto. Due orbite incavate
nei laterizi del muro frontale
fissano al pari il pellegrino fedele
e il passante casuale, severamente.

Chi a quelle chiare pupille calcaree
non teme di impietrire all'istante,
è già pietra nel cuore; chi non prova
dolore a quell'abbagliante biancore,

chi non trepida almeno il passo
nel risalire quel sentiero di sassi,
chi non si ferma affannato a pregare
un suo dio o un'idea d'esso perfetta,

non è destinato a varcare il portale
di quercia venata di millenaria
storia, né potrà affacciarsi al muretto
disossato a guardare giù nella valle.

E così spaziare in quella purezza
d'aria e di salse fragranze d'un mare
che non si vede, celato da alture,
ma si sente - a pervadere i sensi.

Quella purezza è il vento del nordest
che sferza spietato la valle, a recarla.
È il dono che queste terre concedono solo

a chi le ami come io le amo, da sempre.



Marianna Piani
Milano, 30 gennaio 2015

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