«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

sabato 3 marzo 2018

Annidate rime



Amiche care, amici,

un paio di giorni ancora e la ancor giovane democrazia italiana esprimerà un voto, e sapremo se avrà vinto la paura, la rabbia, l'odio, il pregiudizio, la chiusura mentale, se il cancro del populismo e del fascismo, da sempre latenti nell'organismo della nostra società ma ora resuscitati, si farà conclamato, pronto alla metastasi.

Oppure se, magari sul filo di lana, prevarrà ancora un filo di Ragione.

La democrazia è questa, quando si indebolisce lascia spazio a questa deriva patologica, che può essere mortale se non la si contrasta, con tutta il rigore, la decisione, la convinzione - e la speranza - possibili.

Io da pate mia, nel mio piccolo, comunque vada, la contrasterò, con tutte le mie energie e la mia forza, che è la forza della cultura, della ragione e dell'amore. Una forza senza odio e senza violenza. Ma cerente e inflessibile.

Da anni ormai chiudo sempre questi miei interventini qui con un saluto, grato, alla vostra presenza, e un richiamo finale all'amore. Non a caso, naturalmente.
La cultura, l'ideologia dell'amore, della vita e della libertà si contrappone in modo irriducibile, radicale a quella dell'odio, della morte, del totalitarismo. Ed è questo, non altro, il mio modo di essere, grazie all'educazione e all'esempio che ho ricevuto dai miei genitori, il patrimonio più prezioso, insostituibile che ho ricevuto da loro, e di cui non smetterò mai di ringraziare la loro memoria. Non lo sento nemmeno come un merito, è solo fortuna.

Per questo dunque faccio poesia, con i miei poveri mezzi, con il mio modesto talento, ma con studio, applicazione, ricerca, passione, onestà. Perché la poesia, nel profondo, è amore, è l'espressione sensibile di questo sentimento primario, e non importa se dà voce direttamente ad esso oppure no, anche dei versi dedicati a un paracarro, o a un lavandino, se di poesia autentica si tratta, parlano d'amore, con amore e per amore.

E per questo, comunque vada, io, come certo voi che mi leggete, rimarrò libera, felice di vivere, innamorata del mondo, della vita, della mia compagna, della luce e della natura, disponibile ad accogliere e aiutare chi viene da noi, spesso a rischio della propria vita, per povertà, disperazione, a chiedere il nostro aiuto, pronta a cedere un frammento degli immensi e ingiusti, immeritati privilegi che abbiamo acquisito, semplicemente per essere nati sulla riva "giusta" del fiume.

I tempi sono complessi e difficili, ma obiettivamente non sono (ancora) senza ritorno, la tragedia è ancora espressa in farsa, e proprio per questo ancor più occorre impegnarsi, mettersi in gioco. Perché la farsa non si muti infine in tragedia.
Il mio impegno, il più aperto, sincero, si esprime anche su queste pagine, e lo faccio e lo farò sempre con gioia, con passione, con la meraviglia che ho conservato da quando ero una bambina. Quando rileggo le straordinarie pagine di Etty Hillesum, a cui mi accomuna solo il mio quarto di semitismo, e ammiro la sua serenità, il suo umorismo, la sua voglia di vivere, la sua ironia, espresse fino all'ultimo istante della sua tragica e breve vita, mi rendo conto di quanto sono fortunata ad essere nata nella Libertà, in questi anni incommensurabilmente più felici, checchè tentino di fare i nemici della vita e della bellezza per ributtarci indietro. Non permetterò che nessuno e nulla al mondo possa anche lontanamente minacciare di togliermela. Non certo senza lottare.

La lirica che vi propongo oggi - che nulla ha a che fare con quanto detto fin qui, tranne per il fatto di essere frutto di un gesto e un pensiero d'amore - la scrissi quasi di getto in momenti sereni, l'estate passata, mentre osservavo la bellezza incontaminata di un gruppo di giovani ragazze, così libere, così spigliate, così allegre da diffondere letteralmente attorno a loro un alone di grazia e di bellezza. Mi ricordavano, chissà perché, le rime in una poesia, che devono essere appunto leggere, spigliate, in certo modo allegre, e sopra tutto spontanee…
E così ne è risultato un piccolo inno parallelo alla poesia e alla bellezza.


Accada quel che accada, questa gioia di vivere non potranno mai togliercela...

Vi lascio alla lettura, amiche dilette e amici, come sempre, appunto, con amore

M.P.





Annidate rime


Poche tenere parole, a mente
compitate come una litania
d'amore, pochi pensieri
che s'avviluppano
ai tuoi desideri, quelli

più belli di ieri, incoscienti
forse, di certo oggi
a quelli meno innocenti.

Poche parole incise sulla lastra
di travertino del mio affetto
incorruttibile come la pietra
serena, e serena io,
donna illetterata, in cerca
di un qualche ritmo,
di una cadenza,
di una melodia che dica
di te ciò che di te
soltanto io conosco.

Tra le parole, dolci
e disperate come di chi sa
l'ineluttabilità
del nulla che ci sovrasta,
annichiliti quali siamo,
s'annidano le rime,
come accordi modulati
per domare il nulla
dell'entropia che ci cancella.

Poche parole, poche rime sparse
forse senz'intenzione, certo
senza motivo che in sé stesse.
Così sono, senz'altro motivo
d'essere che il loro essere stesso,
le belle ragazze che sciamano
davanti a me, di me ignare,
vociando nei viali dell'estate.

Ragazze come rime, vaghe
e immotivate, essendo
la pura bellezza in esse,
così ben create, quella

dell'intero creato.
Purezza e colpa
in uno sguardo solo,
bellezza e rapimento
in un unico firmamento.

Eccole le mie rime, sfuggite
tra le parole, ribelli come loro
sono, e giovanissime, contente
del loro essere al mondo
l'unico puro canto, sorgente
da un cuore colmo
d'un affetto che non sa
dove versarsi,
lava incandescente
che precipita senz'ordine
né intenzione le pendici
del vulcano in loro
già così ben desto.

Poche parole, in versi
senz'altro vincolo di forma,
libere di fluttuare
come foglie alla brezza

dell'alba che s'appressa,
cosparse qui e là
di antichissime sonorità,
ecco come s'incarnano
in me quelle parole
che - ostinata qual io sono -
s'ostinano a tenermi in vita.

Come ogni autentico cantore -
o cantatrice -
o incantatrice quale sono -
non crea e canta
le sue proprie parole, non intona
le proprie cadenze e rime,
non cede alla scrittura
il suo proprio pensiero,
ma al contrario, avviene
che da esse egli è creato:

la sua vita da esse
è intonata e detta,
la penna intinta nella scrittura
origina il suo pensiero,
come la pioggia
origina la sorgente
e la sorgente scioglie il fiume,
che tutto alla fine narra
ridiscendendo al mare,
a morire, sì, ma in fondo
sazio d'amore e di vita
colmo.



Marianna Piani
Milano, 31 Luglio, 2 Agosto 2017
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