Tofana - Dolomiti |
Amiche dilette, e amici cari,
Oggi davvero amerei lasciar parlare questa composizione, scritta in un momento di depressione, illuminata però da una specie di aspirazione all'altezza, all'elevazione, quella che ho provato in passato nel corso delle mie arrampicate in montagna, in solitaria oppure assieme alla mia sorellina adorata.
Ricordi e pensieri evocati ancora una volta dalla vista solenne del Massiccio del Bianco, che potevo contemplare in quei giorni al mattino, o alla sera, dalla finestra della cameretta in cui ero ospitata da un'amica, dalle parti di Chamonix.
Ormai sono diversi anni che non pratico davvero le mie amate montagne, quelle Dolomitiche, da quando sono mancati i miei genitori, che ci "ospitavano" nel loro buen ritiro in quei luoghi magici, non ho più avuto l'opportunità, la possibilità economica (e in parte anche il tempo e la voglia anche: troppo mi rammentano ricordi ora dolorosi) di tornare tra quelle cime. Devo dire che mi mancano, mi manca terribilmente tutto questo.
Oramai del resto ho perso la mano, dopo tanto tempo senza allenamento specifico, e non potrei assolutamente più affrontare le vie che ero arrivata a vincere in passato. Nulla di eclatante beninteso, cimette che farebbero ridere un alpinista "vero", ma per me, minuta ragazza la cui forza era più che altro una agilità da gatta, erano tutte delle grandi conquiste, dei piccoli Himalaya o Annapurna in sedicesimo. Oggi mi accontenterei di portarmi in qualche modo in quota, ed ammirare uno dei tramonti dorati che rendono quelle cime uno spettacolo ineguagliabile... Intanto, ricordo, anelo e medito...
Con amore.
M.P.
«Elle est retrouvée.
Quoi? - L'Eternité.
C'est la mer allée
Avec le soleil.»
«Ame sentinelle,
Murmurons l'aveu
De la nuit si nulle
Et du jour en feu.»
(Arthur Rimbaud)
Ritrovata Eternità
Dio del cielo, ma cosa cerchiamo
quando aspiriamo fino a morirne
a una qualche forma di ascesa?
Forse ci illudiamo d'immortalità?
Noi non comprendiamo quant'è immorale
l'essere immortale, e non sappiamo
se mai giungeremo alla cima inviolata
cui dirigiamo, se mai vi troveremo pace.
Sappiamo - Dio se lo sappiamo! -
come s'erge possente innanzi a noi
il massiccio di roccia e di ghiaccio
e quanto atterrisce fin da qui lo sguardo.
Il nostro sentiero risale le ghiaie
e le rade cespaie alla base, ripido
e contorto come una serpe, nodoso
come un pruno, poi lo smarriamo.
Siamo coscienti di quanto affanno
e quanto dolore ci impone d'ora avanti
ogni nostro singolo penoso passo?
Di quanti compagni perderemo
assiderati o caduti lungo il percorso?
Di quante altre vie abbiamo abbandonato
per ritentare ostinati soltanto la nostra?
Di quanto respiro ci rimarrà, alla fine?
Diverrà mortale fatica ogni grammo
di sporta che ci graverà sulle spalle,
diverrà rantolo ogni nostro respiro,
e ogni parola disseccherà sulle labbra
come una piaga di sale, e il sole e la neve
perforeranno la vista, nel gelido fulgore
che pervade i battenti delle Porte del Cielo.
Ci arderà, l'arsura, e ci raggelerà il vento
selvaggio delle cengie, invidieremo i falchi
e gli sparvieri che liberi e innocenti
ci sovrastano di tanto nel loro agevole volo,
e le nubi che ridendo competon con loro.
E quando e se infine la nostra traccia
sfocerà a una meta, vuoi che sia la vetta
oppure un terrazzino esposto a mezzavia,
il nostro sguardo avrà libero l'orizzonte
innanzi a sé, fino al sole, fino al mare.
Non è questo, infine, ciò che cercavamo?
Non è questa la fine del nostro peregrinare?
Non è tutto ciò che invocavamo?
La ritrovata Eternità:
"C'est la mer allée / avec le Soleil"
Marianna piani
Passy, 11 Aprile 2014
Nessun commento:
Posta un commento
Sarei felice di sentire di voi, i vostri commenti, le vostre sensazioni, le vostre emozioni. Io vi risponderò, se posso, sempre. Sempre con amore.