Amiche care e amici,
Eccoci alla quarta tappa di questo viaggio, un viaggio mentale e reale, in compagnia di un personaggio che mi incarna, misteriosamente come fa il riflesso in uno specchio.
Molte volte, troppe, in questi anni mi sono perduta in questo mio "bosco insensato". Ogni volta mi travolge un'angoscia indicibile, perché ogni volta pare di non poterne più uscire, eppure, ogni volta la volontà di resistere, di esistere come anima integra, non spezzata, non divisa, questa volontà profonda vince, nonostante tutto.
La mia scrittura è parte di questa battaglia. Ho scoperto di avere quest'arma, legata alla cintola, e di saperla brandire con qualche abilità. Ringraziando il Cielo che me ne ha dotato, cerco di crearmi un varco, in questa selva. Qualche volta questa lama manda sprazzi di luce, altri scintille. La descrizione, la narrazione, raccolgono il sogno, o il delirio, e lo dispiegano, rendendo comprensibile la gioia o il dolore che ne sono la materia…
Buona lettura, amiche mie dilette e amici cari, sempre con voi il mio pensiero, con amore.
M.P.
Il Tempo e lo Specchio
Nove variazioni sul tema di Alice
...“Alice came to a fork in the road. 'Which road do I take?' she asked.
'Where do you want to go?' responded the Cheshire Cat.
'I don't know,' Alice answered.
'Then,' said the Cat, 'it doesn't matter.”
'Where do you want to go?' responded the Cheshire Cat.
'I don't know,' Alice answered.
'Then,' said the Cat, 'it doesn't matter.”
IV
Alice nel bosco insensato
Entrando, non è che un androne di falso marmo,
con finte colonne di gesso alle pareti, bianche,
queste e quelle, e una vetrata che protegge
il nessuno che vi si rintana.
Ho pensato, sulla soglia, come sarebbe freddo
quell'impiantito, a piedi nudi, se vi entrassi.
Ma una mano salda mi spingeva innanzi
senza attendere la mia titubanza.
La foresta era di betulle, querce e ontani,
appena oltre le pareti della prigione, e mi ci perdetti
pensando a quanto amaro fosse il suolo che premevo
e gelido il torrente che mi traversava il passo.
Le figure che incontravo, celate tra le felci
e aggrappate ai rovi, erano bizzarre apparizioni
e sconnesse voci che narravano non richieste
deformi storie d'amore, d'odio e di perdono.
Fasci di luce spingevano dai rami intrisi della notte
fendendo l'umidità dell'alba in mille raggi sfavillanti
e ferivano il mio sguardo che s'adattava all'ombra
e al pensiero di un inevitabile non ritorno.
I custodi e gli officianti mi sfioravano con sguardi
senza volto, e si dileguavano nella macchia.
Soltanto un uomo mi avvicinò con l'occhio sghembo
e senza dir nulla, salvo l'ora, il giorno e l'anno.
Ancora lui era, il tempo: si deposita come argilla
sopra il fondo della laguna, e da questa argilla
io cavo l'impasto per le mie figure, come la bimba
crea strutture colando sabbia intrisa di tra le dita.
Chiedo invano, all'uomo: come si sfugge
a questo luogo dissennato e assurdo, infine?
Milano, 16 Aprile 2014
...come si sfugge ? sensata domanda che troverà risposta in ognuno ; diversa , mutevole ...elastica e giusta .
RispondiEliminaGrazie .
Cara, nell'ultimo verso ho cambiato "stato" con "luogo": il bosco è un "luogo"...
EliminaCome si sfugge? Come dici tu, ognuno cerca la sua via, ognuno in modo diverso. A volte salva l'amore, a volte la conoscenza. A volte né l'una né l'altro sono sufficienti.
A volte basta un poca di sabbia intrisa di mare...
Grazie per esserci, amica mia!
Tua
Marianna
Questa poesia parte da una visione delle falsità che ci circondano e ci guida attraverso uno stato immaginario dove il tempo si manifesta ad indicare che non si può aspettare un momento migliore, ma bisogna vivere adattandosi alle difficoltà quotidiane. Cercando di costruire figure che possono sostenere e accompagnare il nostro cammino.
RispondiEliminaE' la poesia la figura più bella che nutre la tua anima e fluisce nei tuoi versi e si modella tra le tue mani ed è una creatura che si rinnova ad ogni emozione.
Viaggiare con la poesia è fantastico e con questa tua creazione ci trasporti nel mondo di Alice per evadere ancora una volta, prima di ritornare alla realtà
ciao
Francesco
Caro Francesco,
Eliminaquesta, tra tutte le puntate di questo cammino a tema pubblicate finora, è forse la più direttamente legata alla mia realtà. Questi luoghi sono il rilesso - deformato dallo specchio di Alice - di luoghi reali, come reali sono gli incontri, e reale è la ricerca di una via di fuga, verso la libertà.
La scrittura è lo strumento che la sorte mi ha dato per forzare le sbarre, e trovare l'aria libera, libera da me stessa.
Grazie, amico caro, per il dono della tua lettura.
Marianna