«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

sabato 4 ottobre 2014

Il Tempo e lo Specchio V


Amiche care, amici

Crescere. È la missione - la più grave - che tutti noi abbiamo assunto nel momento in cui siamo nati. Crescere non solo fisicamente, ma intellettualmente, spiritualmente, sessualmente, di saggezza e conoscenza.
Nell'infanzia il crescere era un'avventura, nella giovinezza è stato un anelito, giunta infine la maturità, è divenuto un impegno, non sempre del tutto grato.
Io ho vissuto, devo dire, un'infanzia pienamente felice. Non ricordo nulla di allora che non fosse caro e bello. Certo, ero una bimba molto caparbia e ribelle, e avevo un talento tutto speciale per mettermi nei pasticci. E, sì, ho avuto i miei pianti e le mie paure, e ho dovuto subire aspre e dolorose sgridate da parte di papà - sempre temperate dall'intervento di mamma, che gli non consentiva mai di "esagerare" con la severità con noi due sorelle.
Tuttavia, anche quei momenti "critici" mi sono rimasti nella memoria come parte di un sogno dolce e rassicurante.
Noi, mia sorella ed io, pensavamo che nulla, proprio nulla di brutto avrebbe mai potuto sfiorarci.
Ahimè, come sbagliavamo!

La nostra crescita avvenne così, in modo catastrofico e improvviso. Ci trovammo sole. E da allora iniziò la faticosa ascesa, che a volte moralmente a me è parsa piuttosto una discesa, un precipizio da traversare, da cui salvarsi.
Ma comunque fosse andato, anche se la durezza della vita non avesse gettato sulla bilancia la sua pesante spada, comunque la donna che in noi premeva per travolgere la bambina si sarebbe fatta strada, ineluttabilmente.
Il momento in cui la bimba vede, spera di vedere, e teme di vedere allo specchio dentro di sé la donna, in realtà non esiste. È un processo, continuo, inarrestabile e nello stesso tempo sempre sospeso nel tempo. Io, adulta, ancora provo lo stesso incanto, lo stesso stupore, e lo stesso smarrimento nell'osservarmi allo specchio: non so ancora connettere l'appartenenza (vorrei dire la bellezza) di quel corpo al mio essere reale, sensibile. Sono cosciente di essere mutata, eppure mi sento ancora sempre la stessa persona che ero da bambina. La crescita è sempre una minaccia alla nostra integrità.

L'Alice di Carroll in realtà non cresce. Oh, lo fa, sì, nel corso delle sue avventure, ma quella è una crescita paradossale, destinata sempre a rientrare quanto prima nella norma. Non cresce in sé, non "evolve", le sue avventure non sono tappe di un percorso lineare, sono istanze, sono quadri, istantanee (in inglese "shot"), dove il fattore tempo non ha più un ruolo né un motivo definito. Il tempo, in quanto delirio e immaginazione, per lei è bloccato. Per il White Rabbit, tedoforo del Tempo, è semplicemente sempre "tardi".
E Alice rimarrà per sempre la bimba che è, ora e adesso.
Ed è forse per questo che così tanto mi affascina questo "ritratto capovolto allo specchio" di me stessa. Immaginario, ma non tanto.

Amiche dilette e amici cari, mi sono dilungata fin troppo, ma come sempre in questo viaggio incrocio argomenti di grande rilevanza per la mia storia personale. Perdonatemene, vi prego!

Vi lascio alla lettura, se lo vorrete: qui anche il verso, procedendo, cresce, impercettibilmente, di metro e misura…

Come sempre vostra, con amore

M.P.




Il Tempo e lo Specchio
Nove variazioni sul tema di Alice

...“I wonder if I've been changed in the night. Let me think.
Was I the same when I got up this morning?
I almost think I can remember feeling a little different.
But if I'm not the same, the next question is
Who in the world am I?' Ah, that's the great puzzle!”



V

Alice cresce a dismisura


Vi è stato un tempo in cui da seduta,
i tuoi piedini non giungevano a terra,
dondolavano nel vuoto sfiorando in punta
le fredde mattonelle della cucina.

In quel tempo ogni percorso era una sfida,
ogni oggetto era una lontana chimera,
tu salivi i gradini della soglia uno a uno
con l'impegno assorto d'una piccola fiera.

Vissuto è il mondo e il tempo dell'innocenza
sfumata la luce della immotivata gioia,
il tuo sguardo chiaro è rimasto chiaro
ma le ciglia si son fatte ombrose come la selva.

Attendevi con impazienza, con smania quasi,
che sbocciassero le camelie del tuo petto,
quasi ogni giorno guardavi nello specchio
la donna che in te languidamente cresceva:

come la corrente d'un fiume che s'invasa
contro l'alveo della chiusa, come una fiumana
di lava incandescente che scivola pigra,
ma inesorabilmente spinge la volta del sottosuolo.

Ora traboccavi oltre l'erbe alte del giardino, oltre
i platani più elevati, oltre i tetti verticali delle case,
sopra le nubi fino al colmo del cielo,  fino al grembo
del tuo Dio profano, donde finalmente ti guardavi intorno,

sentendoti al sicuro lontano dall'ordinario ordinato mondo.


Marianna Piani
Milano, 24 Aprile 2014

5 commenti:

  1. Ciao, cara, donna "libellulare' dai 'piedini' che 'sfarfallano"! (WOW! Quite an image, if I may say!)

    This composition grows with each stanza (literally) and in each, it finds itself growing out of its preceding growth, anew!

    Just like You, Mari, for life, any expression of it, was never meant to be linear nor circular, perhaps elliptical and variant as it strings itself across its own variable length, springing itself forth as it is grows into its own beingness.

    Thank You for "being", my dear poet !

    Love, always
    xo
    Alvaro

    P.S. Today, I re-joined the gym I left 3 yrs. ago and I feel particularly alive. *_* Do you still run, once a week? Watch it, I might catch you ... with my butterflies' net! :-)

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    1. Ciao my dear Corsaro.

      I do not know if it comes from your own intuition or from a hint that I have made in my introduction - very briefly - but your reading of a "growth" (desired) of the verses gradually along the path of the composition is absolutely perfect.

      And, yes, my orbit is neither linear nor circular, but elliptical elongated, exactly like that of comets: I shine for brief moments, the solar wind inflates my hair, maybe someone admires me as a little magic, then for a long time I sink back into the darkness and oblivion of interstellar space...

      Certo che vado a correre, ogni domenica e feste comandate. Mi guarderò alle spalle, non c'è nessuno più riottoso ad essere "catturato" di me!

      Capitain, My Captain...

      Yours

      Marianna

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    2. "puledrina, scalpitante e ricalcitrante" se ben ricordo !!
      I must confess reading over your intro rather quickly, prior to reading your little gem. Too often, I've found that your intros take away (my) the pleasure of interpreting and analyzing your writings. Perhaps, you've forgotten how well I did in the appreciation of your earlier works which we "discussed" by email. I'm sure, though, that some internalization or absorption of "growth" by my subconscious happened, nonetheless.
      Having said that, you must admit that the "sensation of the idea of 'growth" is embedded in the "form" of the poem, in "concrete", as well, as in "abstract" ways, which I was quick in grasping in its fulness in my reading of it.
      Good poems grab me, not vice-versa!
      Besides, my "elliptical" reading of it was not intimated in your introduction !
      Egos, aside ..., I don't want "some" credit .. I want "full" credit for it - only because the Poem is truly deserving of it !!

      Ciao, Piratessa di Mari a me intimi e attraversabili. :-)

      Alvarox





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  2. Crescere è anche osservarsi di fronte a uno specchio, vedere quello che si è da bambini e quello che si diventerà da adulti, con sguardo malinconico ripensando all'infanzia serena e senza nubi, con la speranza di ritrovare anche ora quell'antica magia. Ti voglio bene sorellina

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    1. Proprio così Laura cara!

      Per questo dico che "crescere è sempre un attetato alla propria integrità" perché ci si scinde tra un essere complesso e greve dell'età adulta e quello innocente, leggero dell'infanzia.
      Si cresce quando si percepisce questo iato. Tra il voler essere e il voler rimanere ciò che si è.

      Il mio "io diviso" è sempre presente in questi pensieri, come vedi, e più che mai in questi attorno al mito della scissione per eccellenza, che è Alice e il suo specchio...

      Grazie, carissima poetessa e amica...

      Un abbraccio forte!

      Marianna

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