«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

mercoledì 13 aprile 2016

Il Tempo l'arenaria scava



Amiche care, amici,

sono stata una buona alpinista, con una discreta abilità nella progressione su roccia, finché potevo farlo senza l'utilizzo di chiodi o altri sistemi di salita "artificiali", dove la mia conoscenza tecnica era invece piuttosto lacunosa.
Da (troppo ahimè) tempo, per diversi motivi, anche di salute, non posso farlo, e anzi gli impegni di lavoro da qualche anno ormai mi tengono lontana da quei paesaggi, e da quei luoghi, che ho amato intensamente in passato.
Ma l'immagine della montagna, la metafora della salita, mi è rimasta ben impressa nel cuore, e riemerge spesso nella mia scrittura.
La mia ricerca costante di purezza, di una vista più ampia, di un avvicinamento al cielo - che sia o no abitato dagli dei - ha in questo gesto atletico la sua raffigurazione più viva e pregnante.

Per voi, amiche dilette e amici cari, con amore.

M.P.










 Il Tempo l'arenaria scava


Questa roccia di arenaria
che si staglia contro il cielo
e mi sovrasta, inaccessibile, vasta,
dura, compatta, tagliente agli appigli,
un tempo l'avrei affrontata
pelle a pelle, viso a viso,
con l'ardimento di quei vent'anni
che mi gonfiavano il petto
come la bora a primavera.

Ora non potrei più salire
quel diedro sotto la cima,
me ne manca la forza, e l'uso,
da tempo, da quel tempo in cui gettavo
le gambe nel vuoto verticale,
felice di respirare quell'aria
così pura da parere tagliente anch'essa
come una scheggia di cristallo,
felice a vedere quel mondo, attorno.

Non posso ora nemmeno spaccare
quella roccia, o scheggiarla almeno,
per vedere se la ferita
sanguina ancora, oppure no,
oppure è rappresa, come il ricordo,
come la memoria che si rapprende
sulle ferite e le piaghe dell'anima.
So solo che vorrei essere lassù,
con le gambe che dondolano nel vuoto,

mentre un fremito percorre l'intero
mio corpo, dai piedi, ai capelli:
è qui finito il tempo mio, oppure
deve ancora avere corso?



Marianna Piani
Milano, 2 Agosto, 2015
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