«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

sabato 2 aprile 2016

Epifanie e Cosmogonie - Epilogo Provvisorio



Amiche care, amici

ultima "stazione" ed epilogo di questa proposta di viaggio tra le mie terre d'origine e ciò che ha formato la mia visione delle cose e del mondo.

Ciò che mi è rimasto sempre nell'animo è come iniziai davvero a comprendere, conoscere e finalmente amare coscientemente questa mia terra solo nel momento in cui me ne allontanai.
Ricordo lo spirito di fuga che mi spinse a muovermi, la decisione di lasciare tutto, e l'idea che non sarei mai più tornata. Troppi dolori mi avevano segnata, troppe povere le prospettive di vita se fossi rimasta lì.
Eppure, evidentemente ormai ciò che doveva depositarsi e incrostarsi nella mia anima, come i coralli sulla chiglia di una nave, si era già consolidato.
I luoghi, le storie che divenivano da fatti vissuti ricordi. E sopra tutto la scoperta di quanto io fossi figlia di questa terra e di quanto profondamente, da figlia, io, anche inconsapevolmente, l'avessi amata, e tutt'ora la amassi.
Ecco, in questi versetti la Donna e la Città si confondono, sono oggetto d'amore allo stesso modo, la città si personifica, la donna si fa un luogo, l'amore comunque è fisico, sensuale, tangibile.

Questo breve ciclo è tutto frutto di questo amore. Ritornerò mai a queste terre, sulle rive di questo mare, per rimanerci, intendo? Impossibile dirlo. La vita mi sta trascinando altrove. Ma indubbiamente le radici sono rimaste infisse in quel calcare, arido e severo, che non trattiene, ma non cede.
Per questo, infine, "epilogo provvisorio", perché ovviamente questi temi saranno sempre per me materia di pensiero e di emozione, per cui di certo continuerò, almeno con le mie parole, a frequentarli.


Spero che mi abbiate seguito con piacere in questo viaggio, e vi ringrazio di cuore, amiche dilette e amici, di aver voluto rimanere al mio fianco: di voi, del vostro affetto, e della vostra disponibilità non posso fare a meno.


Un saluto particolare a Paola, e con lei a tutte le amiche e amici speciali, che a queste terre più di me sono rimasti fedeli.

Con amore
M.P.







Epifanie e Cosmogonie



Epilogo Provvisorio



Solo allora la vidi.

La vidi davvero soltanto quando
partii, e la lasciai, allontanandomi
con la volontà di non tornare - forse
mai più. Io la vidi allora soltanto.

La vidi, e colsi intera la sua fiera
schietta bellezza, lo sguardo ceruleo
di quei cieli dalle nubi di ghiaccio
striate da venti impetuosi impazienti.

Assaporai, ora che la perdevo,
le labbra sue, amareggiate dal gusto
del mare, e la curva casta e sincera
del suo sorriso, così aperto

quanto geloso - a volte segreto.
Solo allora, solo allora compresi
il suono aspro e puro della sua voce,
che sapeva farsi quieta, la notte.

E compresi il senso delle parole
gridate nel fervore d'amore,
e quelle sussurrate come una nenia
tra le fronde di fruscianti pinete.

Quando infine fui su quel convoglio
e presi la via che si scioglieva
verso quella che figuravo allora
una mia nuova vita, non piansi.

Non fui incerta. Nemmeno un tremito
percorse le mani, neppure un battito
convulso le ciglia, né un sospiro:
l'addio era detto, e il biglietto

non prevedeva ritorno. Ma intanto
le ultime immagini del mio mare
e della costiera che si snodava
dalla cavità del finestrino

si fissavano nella mia mente
come la luce nell'emulsione
di una lastra, in tutti i più nitidi
minuziosi trascurati dettagli:

ogni singola foglia delle siepi
di lauro, ogni fine stelo d'erba
nei prati, ogni cuore di rododendro
sbocciato, ogni frammento di sole

nel mare... Sopraffatta, rimasi a lungo
con la fronte contro al vetro, così,
mentre il fiato condensava piano
e faceva il mondo via via più opaco.

Più definitivo. Più lontano.
Seguivo il mio ineluttabile fato.
E solo allora compresi: Dio mio
quanto, quanto l'amavo io! - E l'amo.




Marianna Piani
Milano, 11 Febbraio 2016
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