«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»
«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)
«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)
«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)
«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)
«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)
mercoledì 6 luglio 2016
Dolce fine dell'infanzia
Amiche care, amici.
È il secondo componimento in breve tempo che si riferisce esplicitamente, citandolo in apertura, a Eugenio Montale, ammirato Maestro, che era oggetto da parte mia - nel periodo in cui scrivevo questi appunti - di una approfondita ed estesa rilettura.
Ma la citazione è solo un "punto di partenza" del mio discorso, e non ha alcuna intenzione di rispecchiare o riprodurre lo stile di quel grande Autore. Era come accendere una luce in cima a una torre per illuminare le mie parole con il suo puro splendore.
Amiche dilette, amici, vi lascio alla lettura di questi ricordi.
Con amore.
M.P.
Dolce fine dell'infanzia
"Volava la bella età come i barchetti sul filo
del mare a vele colme."
(Eugenio Montale)
I fili lunghi ed esili dell'erba
e gli steli fragili e tenaci
delle gramigne, io li affrontavo
ancora faccia a faccia
quando mi avventuravo
nel cuore del prato
correndo a perdifiato
dietro ai miei anni verdi.
E su me torreggiavano solenni
i pini, e gli arbusti impenitenti,
e perfino le grandi antiche felci
che s'affollavano nelle radure.
Intanto, sul mio petto
un paio minuscoli seni
non più grandi di due mezze conchiglie
premevano contro la camiciola di seta
urgendo di sbocciare
per conquistare quell'ambìto oggetto
che agognavo e temevo e ammiravo:
il mio primo reggipetto.
In quei giorni dell'estate
mentre le tempeste si susseguivano
sul mare e sulle alture
alternandosi con i più assurdi
accecanti sereni, io notavo
degli sguardi nuovi dai miei compagni
di gioco e d'avventura, come se
non più avessi parte nel loro mondo:
i tempi delle fughe e delle lotte
scorticandosi assieme nella ghiaia
finivano ora assieme
al mio fiorire di minuscola donna.
Con un disagio strano
scoprivo piano piano
in quegli sguardi nascere il sospetto
e nutrirsi già il tradimento.
Eppure nel contempo, chiaro
percepivo quello che non sapevo
fosse il primo seme d'ammirazione
la prima alba del desiderio.
Marianna Piani
Nebbiuno, 24 Ottobre 2015
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