Amiche dilette, amici,
Proseguo con la mia piccola serie di omaggi alla mia città d'origine attraverso lo sguardo dei suoi scrittori.
E in particolare oggi in compagnia di uno dei poeti da me più amati in assoluto, fin dai tempi dell'infanzia, Umberto Saba.
Per questo, per questi echi lontani di mare e di vento che ancora accompagnano i miei ricordi più belli e sereni, nell'evocare quel nome e quei luoghi, non ho potuto fare a meno di ritrovare me stessa: una me stessa ragazzina, un po' scriteriata, scompigliata e libera come l'aria, tutto ciò che io ero prima che la vita mi piombasse addosso, facendomi conoscere il dolore, e la sua aspra lezione di verità e coscienza.
Dovete sapere che esiste ancora, a Trieste, praticamente intatta, la Libreria Antiquaria che appartenne a Saba e che vide il Poeta per lunghi anni al lavoro, tra scaffali di libri antichi e preziosi, e dove presumibilmente stilò molti dei suoi gioielli.
Per me Trieste è infatti anche il luogo dei miei primi incontri letterari, indimenticabili e indimenticati, ed è la città in cui è scattata la scintilla del mio personale vivissimo amore per il libro, questo strumento insostituibile della memoria dell'umanità; il libro come contenuto, e come oggetto, come altre volte ho avuto modo di esprimere in queste pagine.
Ad ogni modo, Saba, la sua libreria e la città, assieme sono la rappresentazione perfetta del mio concetto di vita e di maturazione umana, filtrata attraverso la narrazione e la memoria.
E nella scrittura, come sempre, ho recato il mio modesto omaggio all'Artista, riecheggiandone un poco la voce, e lo stile...
Dedico queste riflessioni, e questi versi, a voi, come sempre, amiche care e amici meravigliosi, con amore
M.P.
Il Mare d'inverno
(cinque vedute di città)
II
Saba
Chiamami a te, quando vuoi, giovane vecchio,
e attendimi, in cima all'erta esposta al vento
del nordest che non perdona, ululìo cupo di rami.
La stradina discende diretta al mare, nero e bianco
di spuma come il mosto nel tino, vena di sassi
che scorticavano le mie ginocchia da piccola
saltafossi che ero, allora, nelle estati scatenate:
fanciulla, così simile a uno dei fanciulli da te
troppo amati, corti capelli corvini e occhi di pece.
La donna ch'era in me, e che tu pur avresti ammirato
e teneramente amato, premeva già prepotente il petto
e il pullover e la gonna plissé segnata di pece di scoglio.
Le braccia chiare, scoperte, non esili, ma sode,
da ondina già esperta, senza la minima ombra
alle ascelle, ti avrebbero fatto sognare, più avanti,
nelle tue lunghe pause di meditato silenzio
così fecondo di voraci parole, e di arditi pensieri.
Pensieri alti come quei gabbiani alti all'orizzonte,
liberi, come quei passeri, quei colombi, quegli storni
che popolano il tuo mondo d'innocenza, di strepiti e voli.
Densi, come i volumi dal dorso consunto sugli scaffali.
Chiari, come altrettanti soli ardenti sulle marine aspre
di salso e di scogli, dove noi riposammo, fanciulle,
come sirenelle bruciate dal sole, dal riso, e dall'incanto.
Tu scrivente fosti testimone di quest'essere pure e vitali,
e ammirasti la nostra pelle di alabastro, invincibile
al desiderio, inespugnabile fortezza dell'innocenza.
Ora alle erte e ai declivi rimane solo il vento, e il mare,
alle schiere di libri il mistero inalienabile delle storie,
agli uccelli e alle fanciulle il canto e l'inerme purezza.
Tutto è diverso, e tutto è eguale, nel tempo, la bella città
riposa sul tuo grembo e tu, indulgente suo sposo,
le carezzi il capo con la dolcezza dei tuoi infiniti pensieri.
Marianna Piani
Trieste, 17 Dicembre 2013
Cara Marianna,
RispondiEliminaIn questo caso parliamo di Umberto Saba, quindi mi sento abbastanza a mio agio, avendolo studiato a scuola, e amando in generale le sue opere.
L’introduzione, o meglio, una parte di essa, mi ha riportato alla mente una poesia del suddetto poeta, intitolata “Il Borgo”.
“… una me stessa ragazzina, un po' scriteriata, scompigliata e libera come l'aria, tutto ciò che io ero prima che la vita mi piombasse addosso, facendomi conoscere il dolore, e la sua aspra lezione di verità e coscienza.”
Un paragone azzardato ?
Forse, però in queste tue parole ho potuto leggere la stessa malinconia e la stessa voglia di “normalità” presente nella poesia in questione.
In questo caso, rimpiangi il tuo passato da ragazzina spensierata, mentre Saba scrive :
“Un altro
rivivrà la mia vita,
che in un travaglio estremo
di giovinezza, avrà per egli chiesto,
sperato,
d'immettere la sua dentro la vita
di tutti,
d'essere come tutti
gli appariranno gli uomini di un giorno
d'allora.”
Passiamo ad altro :
L’immagine che hai allegato calza a pennello con la battaglia che stai – anzi, che stiamo – portando avanti.
La gente non capisce che il libro vero ha un valore inestimabile : non è una moda, nè tantomeno un oggetto.
E’ un compagno di vita immortale, in quanto può essere tramandato all’infinito.
Purtroppo, nella maggior parte dei casi non ci si rende conto che essere “tecnologici” non significa andare a rimuovere le buone abitudini (come ad esempio la lettura di un buon libro, o l’ascolto di un buon disco).
La tecnologia ci sta portando a vivere in un mondo “di aria fritta” :
Tutto ciò che viene scritto on line o su un qualunque aggeggio digitale può essere eliminato volutamente o per errore a tempo zero, e lo stesso vale naturalmente per i “file”, quali ebook o mp3.
I prodotti digitali non sono eterni, come un libro di carta, un cd, un vinile, una cartolina di cartoncino, una lettera scritta a mano su carta.
Io e te, onestamente, siamo (e saremo) ridicoli agli occhi di molti facendo questo tipo di discorso, ma nonostante questo, ho voluto ribadirlo una volta di più per confermarti che sono ANCORA dalla tua parte, e lo sarò sempre e comunque.
(Temo però sia una battaglia persa in partenza, visto l’andazzo generale).
Per quanto riguarda la composizione, o meglio, la “riflessione” da te proposta, la parte che mi ha colpito di più è questa :
“liberi, come quei passeri, quei colombi, quegli storni
che popolano il tuo mondo d'innocenza, di strepiti e voli.
Densi, come i volumi dal dorso consunto sugli scaffali.”
Come sempre, è uscita fuori tutta la tua abilità nel descrivere e nel rievocare nella mente del lettore il concetto cardine della composizione.
P.s.
In realtà, a parer mio, dentro te vive ancora oggi quella ragazzina “un po' scriteriata, scompigliata e libera come l'aria”.
Da cosa lo deduco ?
Da fatto che sei tu stessa a parlarne.
Se non facesse più parte di te, nè della tua vita, l'avresti rimossa.
La verità è che la poesia, la scrittura e la lettura ti fanno costantemente rivivere quelle sensazioni e quelle emozioni provate durante i tuoi anni più belli e spensierati.
Sono le tue "amiche del cuore", una sorta di cura infallibile e vitale per curare i tuoi momenti di dolore.
Leggendo le tue introduzioni, anche quelle passate, credo di aver capito molte cose su di te.
Ovviamente, non le scrivo qui in pubblico : non lo farei, né lo farò, MAI.
Posso però dirti una cosa : sono orgoglioso di poter dialogare con una donna come te.
Un abbraccio pieno di affetto,
Buona serata.
Luca
Caro Luca,
Eliminache dire? Certo non posso passare sotto silenzio, o dietro un semplice "grazie" questo tuo intervento.
Le tue letture delle mie piccole cose sono dense e intense, e piene di una comprensione che - non posso negarlo - mi emoziona profondamente, e travalica il valore stesso della mia scrittura.
Non mi sento nemmeno più "lusingata" alle tue parole, le sento talmente sincere e appassionate da considerarle quasi come un qualcosa di atteso, come quando si incontra un amico, un buon amico, e ci si sente protette dalla sua benevolenza. E allora capita che si raccontano, si confidano cose che magari nemmeno a noi stesse avremmo rivelato.
I versi di Saba che citi sono talmente grandi da ridurre i miei - per contrasto - a poco più di una canzonetta. Tuttavia cogli nel segno, quando scrivo un omaggio a uno scrittore mi lascio ispirare dal tono, dalla musicalità, dallo stile e dai contenuti della sua scrittura. Fa parte dell'omaggio, questo.
Quanto ai libri, non mi ripeto, ma di certo è una battaglia che sento profondamente, e che considero una battaglia fondamentale di civiltà.
Io sono tutt'altro che sprovveduta con le tecnologie, non sono di quelle fanciulle spaurite e ingenue, né una vecchietta passatista. Conosco e domino piuttosto bene i sistemi, padroneggio qualche decina di applicazioni, e me ne servo per quanto di vantaggioso mi possono dare nella vita e nel lavoro. Le domino, appunto, e non permetto che siano loro a dominare me. E proprio perché conosco bene la materia, sono atterrita nel percepire il pericolo di barbarie che si profila dietro certe manifestazioni di dominio ed appropriazione dello spirito dell'uomo. Trovo esiziale e terrificante ad esempio la tecnologia "cloud" che si sta espandendo e sta infettando i sistemi operativi, e considero una seria minaccia alla cultura e alla civiltà la diffusione dei cosiddetti libri digitali, come sai bene. Non mancherò occasione di parlarne, a costo da sembrare ripetitiva o fissata. Ma sono felice di vedere di avere con me almeno una persona, e così giovane, come te. Questo ravviva la mia speranza che non tutto sia ancora perduto.
P.S. Caro, come mi conosci ormai… Sì, io mi sento ancora la ragazzina scriteriata dei miei anni triestini, ho conservato in me tutta la sete di libertà e giustizia di allora. Nulla e nessuno è mai stato né mai sarà in grado di imprigionarla, questa ragazzina!
Con affetto
Marianna
Marianna, concordo in toto con te : anche io "domino" le applicazioni e non lascio che siano loro a dominare me.
RispondiEliminaSono molto felice di aver letto il tuo P.S. :
E' proprio sulla ragazzina scriteriata che vive dentro te che devi puntare per essere felice.
Ascolta i medici, ma allo stesso tempo tappati le orecchie :
Ricorda che il loro è un lavoro, è un business :
Ovviamente devono sempre trovarti qualcosa, altrimenti non lavorerebbero se ti dicessero "Va tutto bene, signorina!".
E' un discorso infantile questo, me ne rendo conto, ma il consiglio che sento di darti è quello di ascoltare solo te stessa, nessun altro.
Quella ragazzina è ancora piena di amore per la vita, passione e talento, ma quello vero.
Avevi sete di libertà e giustizia ? Siamo in due allora !
Per quanto riguarda i versi di Saba, non trovo che sminuiscano così tanto i tuoi.
Lui è Saba, tu sei Marianna.
Personalmente, non faccio distinzioni.
Se mi piace una cosa, non importa il nome di chi la scrive.
Sei brava, molto brava.
Buona giornata !
Luca
Caro Luca,
Eliminasì, è un bel dialogo, tra due persone diversissime ma che condividono una sensibilità e una passione comuni.
Solo una noticina a margine, ancora: non prenderla per "falsa modestia", perché io grazie a Dio non sono né falsa né modesta.
Saba e Marianna: non è una questione di nomi, ma di profondità espressiva. Non so cosa hai programmato per il tuo futuro, io sinceramente ti auguro di fare, che so, l'Ingegnere di Sistemi e di continuare a coltivare la letteratura come passione, ma comunque sarà tua la scelta. In ogni caso, in letteratura ed arte in generale non perdere mai il tuo senso critico e la tua lucidità di analisi, la voce dei Grandi è imparagonabile, sull'attuale (e non solo per me vale, piccola dilettante, ma anche per molti "riconosciuti e riveriti" contemporanei), perchè è stratificata ormai nella Storia. Ciò non vuol dire che io non "aspiri alla grandezza", intendiamoci, ma tra aspirazioni e raggiungimenti la distanza da colmare è immensa.
Un bacio (permettimelo)
Marianna
Marianna, so che il tuo era solo un esempio, però posso dirti per certo che non farò mai l'ingegnere di sistemi.
RispondiEliminaNon ci capisco assolutamente nulla di quelle cose, e nemmeno mi interessano !
Me ne intendo abbastanza di marketing, economia e finanza.
Questi ambiti mi interessano : posso e potrò fare conti o gestire affari senza affidarmi a nessun altro se non a me stesso.
Sì, è vero, ho un cervello "particolare", inutile negarlo, ed è anche divertente potere permettersi di fare determinate cose, ma finora l'ho sfruttato solo per ottenere il massimo con il minimo (o nullo) sforzo, non per altro.
Diciamo che ho messo sempre in primo piano il piacere (per la letteratura e la musica), e solo dopo, molto dopo, il "dovere".
Forse prima mi sono espresso male :
Parlare di nome è riduttivo, io intendevo dire che, a parer mio, l'apprezzamento a livello artistico (di un poeta, di un musicista, di un attore) è soggettivo :
Per me tu sei solo nata nell'epoca sbagliata :
Chi lo dice che vali meno dei grandi poeti del passato ?
E che hai meno profondità espressiva ?
Per fortuna, a questo mondo, ognuno può avere la sua opinione, e ogni opinione va rispettata.
La mia opinione è che vali molto, punto e basta.
E' vero, infine, che tra aspirazioni e raggiungimenti c'è molta distanza, ma allo stesso tempo, c'è il modo per colmarla questa distanza :
Partire, iniziare a camminare.
L'importante è non tornare indietro a metà strada, perchè avrebbe lo stesso significato di una mancata partenza.
Tutto è possibile in questa vita, basta volerlo ed avere il talento necessario.
Tu il talento ce l'hai, quindi puoi farcela.
Su questo argomento, comunque, forse per la prima volta non concordiamo, ma non importa !
Il rispetto rimane invariato, così come l'affetto.
Ricambio il bacio !
Luca