«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

domenica 30 marzo 2014

Nel vetro


Amiche carissime, amici,

oggi vi offro uno dei miei autoritrattini, in parte vero, in parte immaginario, in parte giocoso, in parte tormentato.
Lo specchio per me, come per Borges, e forse come per ogni donna, è una inquietante presenza, un testimone importuno, un "convitato di vetro" che ripete la realtà attraverso la nostra percezione.
Qui, nello specchio, mi rivedo, qui trovo una me stessa di volta in volta diversa, sempre stranamente imprevedibile. Ci sono momenti in cui mi vedo bella, ma con la sensazione che la figura che scorgo lì incorniciata non mi appartenga per nulla. In altri momenti mi detesto, mi sento così scomoda, stretta nelle mie fattezze, del tutto inadeguata ad affrontare ancora una nuova giornata.
In ogni caso, parlarne è un atto di aperto narcisismo, e non ne voglio sfuggire: il narcisismo, la vanità, sono parte inscindibile della mia personalità, così come lo è il mio bisogno di mostrarmi al mondo in una cornice di abiti ed accessori che mi rendano desiderabile e femminile ed espressione del mio sentirmi bene, oppure come reazione al mio disagio.
Ciò che rimane sempre, costante, però, è il senso di disorientamento, di frantumazione che si cela dietro questo sottile diaframma di fragile cristallo…

Voglio rendervi parte di queste riflessioni, amiche dilette e amici, come sempre, con amore.

M.P.




Nel vetro


Un nastro di raso pervinca
tra i capelli, uno sfumato leggero
tra le palpebre e le sopracciglia,
gocce di corallo cobalto
sulle unghie di smalto e le labbra
rubino come una coppa di chianti.

Ardore e colore, la figura che vedo
viso a viso, nel vetro, è me stessa, riflessa:
la camicia s'apre sul petto ansioso
a scoprire una riga di seno, piccolo seno
sotto una collanina d'ambra e perline,
e un piccolo cuore sottopelle che pulsa.

Spalle nude come colline innevate,
nude anche le gambe, levigate, diritte,
snelle e ribelli, gambe da danza zigana,
e piedi nervosi, lunghi, taglienti,
nei sandali essenziali, inconsistenti,
stretti alle sottili caviglie, giunchiglie.

Le pupille sono gocce di pece -
roventi, si muovono infaticabilmente,
perlustrando nel panorama del mondo
dove posare i loro voli impazienti:
per mutare il destino, e finalmente
incontrare uno sguardo insistente

verde smeraldo, come sognato
da sempre. Una breve lucente risata
scuote i capelli, scuri, densi,
e il nastro di raso frulla lieve
come una farfalla che beve avida
il calice del suo fiore di campo - e subito fugge.

Così il vento scuote il vetro, brevemente,
tintinnando. Basterebbe ora una spinta:
il mondo e il vetro andrebbero in pezzi,
e con essi esploderebbe la mia figura
in mille frammenti e particelle,
mille occhi, mille mani, mille cuori.

Vorrei essere questo sciame
di atomi di me, radianti in un cosmico vuoto.
Lasciate che la luce come un maglio
frantumi la mia coscienza, lasciate
che io non abbia alcuna certezza, né immagine,

né respiro, né vita: soltanto pura incoerenza.


Marianna Piani
Milano, 4 Gennaio 2014

2 commenti:

  1. “e un piccolo cuore sottopelle che pulsa”.
    La composizione ruota attorno a questo perno, a questo concetto chiave : Il tuo cuore.
    L’hai iniziata dipingendo il classico quadretto, in maniera pressochè perfetta.
    A partire dal nastro di raso (da te amatissimo, vedo : lo citi sempre !), passando per l’accoppiata vincente labbra color rubino – coppa di Chianti, fino ad arrivare a notevoli giochi di parole, utili a mettere in evidenza la “musicalità” che ti contraddistingue :
    (Ardore – Colore, Me Stessa – Riflessa).
    Molto bella e sentita anche la tua richiesta, ovvero incontrare uno sguardo color smeraldo.
    Il termine “insistente” concede al lettore varie chiavi di lettura.
    Io l’ho interpretato nel senso di “insistente – costante” : ovvero, sei alla ricerca di una donna che non si stufi mai di te, che ti comprenda a pieno e sempre. Che ami perdersi nei tuoi occhi "color pece" quotidianamente, e non solo sporadicamente.
    ...E che dire del finale ?
    Desiderare essere "pura incoerenza" è folle e magico.
    Significa desiderare di poter rinascere ogni giorno sotto una veste nuova, fuori da ogni schema.
    Ultimamente stai proponendo sempre più "quadretti" e "autoritrattini", quindi devo dirti GRAZIE !

    P.s. Spero vivamente tu abbia “respiro e vita” ancora per molto, moltissimo tempo !

    Un abbraccio, Mari !

    Luca

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    1. Che belli questi tuoi commenti, Luca, che fortuna averti come lettore, una impagabile fortuna!
      La tua attenzione è ineccepibile, e per me incredibile che sia rivolta proprio a me!
      Grazie per aver "pescato" quell'errore di battitura ("collannine", l'iPad a volte ci mette del suo!). Che però mi ha costretto a ritornare su questa cosetta, così ho sentito di dover cambiare alcuni passaggi, tra cui uno, essenziale, alla fine, proprio quello che tu cogli perfettamente e puntualmente per il suo motivo e la sua importanza. Ricordi com'era nella prima stesura? Tutt'altro senso e tutt'altra profondità, certo. L'incoerenza è ciò che di più puro mi dà la mia follia.

      Questa è la Poesia, Luca, il lavorare sulla scrittura come una materia grezza da plasmare, per dargli forma, aspetto e senso.
      E il bello - già ho avuto modo di dirlo - di scrivere in questi mezzi effimeri come il Blog è proprio il fatto che la scrittura qui rimane un organismo vivo, sempre disponibile a mutare, a perfezionarsi (o a decadere, chissà). A differenza della pagina stampata, dove diventa definitiva e - se di genio - indispensabile.
      Riguardo il mio uso di assonanze, rime interne e allitterazioni, anche qui hai colto nel segno. Non sono mai casuali, le uso quando mi serve un legame armonico, un passaggio di tonalità, un timbro particolare. Ho studiato molto musica cme sai, anche se non ho purtroppo ereditato il talento che ebbe mia madre, e la Poesia per me è in prima istanza una espressione musicale. Simile anche per struttura e polifonia.
      Sulla interpretazione di quello "sguardo insistente" la lascio aperta. Come tu hai intuito, è volutamente ambigua.

      I "quadretti" è un po' il genere che amo di più, anche perché io sono un'artigiana dell'immagine, nella vita.
      Inoltre, mi aiutano ad essere più oggettiva, meno solipsistica nella espressione del mio mondo e pensiero.

      Grazie a te, e grazie a tutti coloro che hanno la pazienza e la bontà di leggermi.

      Tua
      Marianna

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