Amiche care, amici,
inizio oggi un breve ciclo, che ho intitolato "Il Tempo e lo Specchio".
Si tratta di nove composizioni, che ho definito con termine musicale "Nove variazioni sul tema" dedicate alla figura di Alice; intendo dire, come avrete certo capito, la Alice di Lewis Carroll.
Il tema di Alice è un tema ricorrente pressoché da sempre nella mia immaginazione e nel mio pensiero, e ha radici profonde e remote, che iniziano con la lettura, io bimba ancora in età pre-scolare, delle avventure di Alice da parte di mio padre, per farmi assopire alla sera, proprio come nelle più classiche tradizioni familiari. E continuano poi con l'incontro quasi diretto con questo personaggio nel celebre film Disney. Non si tratta di un avvenimento da trascurare nella mia storia personale, l'assistere ancora bambina a questo magico film fu una visione che mi ha affascinato e segnato negli anni a venire, e che non è l'ultimo dei motivi per cui io in seguito sarei divenuta una cartoonist e - per un periodo - anche animatrice di professione. Quella fantasia e quella magia, quei meravigliosi nonsense resi "reali" e "surreali" dalle matite di quegli artisti straordinari che erano gli animatori Disney dell'epoca, mi stregarono e rimasero per sempre impressi nella mia mente.
Il personaggio di Alice, con la sua provocatoria e anticonformista ribellione alla logica e al buonsenso, è stato veramente parte integrante della mia crescita, il mio personalissimo Bildungsroman infantile e prepuberale, e in un certo senso mi ci riconosco ancora come di fronte a uno specchio, anche se si tratta di uno specchio magico e deformante.
Prova della fascinazione che questa bambina immaginaria (ma non troppo) ebbe sulla mia vita sia il fatto che se mai avessi avuto la fortuna di avere una figlia, l'avrei senz'altro chiamata Alice.
E infine c'é il tema della follia (vedi la celebre citazione più sotto), intessuto a tutto questo, un tema che ora mi tocca così da vicino: la follia e il modo di conviverci, di cavalcarla e domarla, come si doma e cavalca una cavalla selvaggia, e si riesce a piegarla alla nostra direzione, consentendoci di percorrere con lei - grazie a lei - lunghi e inattesi percorsi.
Tutto questo ha generato l'ispirazione per questo breve ciclo in versi, che mi ha preso diverse settimane di lavoro, nove liriche di diversa metrica e dimensione, legate tra loro praticamene soltanto dal "tema" comune. Ci pensavo da tempo, e forse ora mi sono sentita sufficientemente "matura" per affrontare questo soggetto, così intimo e delicato per me.
Inizio quindi oggi a pubblicare queste nove liriche, ognuna dedicata ad una delle molteplici sfaccettature di questo personaggio, una alla volta, con la solita scadenza bisettimanale, e alla fine le raccoglierò in un'unica "pagina", per chi volesse valutare e comprendere il ciclo come un unico gesto narrativo.
Infatti, ciascuna delle composizioni potrebbe avere "vita propria" e indipendente, e in effetti lo ha, ma di certo pieno senso lo acquista solo quando è unita alle altre, come le perle d'una ideale collana, dall'unico filo della mia sensibilità.
Spero tanto che mi seguirete, in questo piccolo viaggio sentimentale nell'anima di una ragazza, fattasi donna.
Amiche dilette e amici fedeli, grazie per esserci. Vi dedico questa mia e tutte le prossime, come sempre, con amore
M.P.
Il Tempo e lo Specchio
Nove variazioni sul tema di Alice
...But I don't want to go among mad people," Alice remarked.
"Oh, you can't help that," said the Cat: "We're all mad here. I'm mad. You're mad."
"How do you know I'm mad?" said Alice.
"You must be," said the Cat, "otherwise you wouldn't have come here."
"Oh, you can't help that," said the Cat: "We're all mad here. I'm mad. You're mad."
"How do you know I'm mad?" said Alice.
"You must be," said the Cat, "otherwise you wouldn't have come here."
I
Alice nella Tana del Tempo
Precipitare nel gorgo del Tempo
è cosa lieve, se a farlo è l'innocente,
se a narrarlo, in nenia infantile,
è il Poeta che intesse le rime
ai tuoi capelli di lino, come le rose
s'intrecciano sul pergolato - d'Estate.
Precipitare è un gesto bonario,
quasi una tenera divagazione,
nell'illusione di affrancarsi dalla pena
di vedersi strappare uno a uno
i giorni, e gli affetti, così come si sfoglia
la rosa nel vaso, nell'appassire, e morire.
Precipitare quasi senza una fine
nel nero del pozzo della memoria
ingombro d'oggetti e detriti e figure
e spoglie di affetto sepolte da tempo.
Sfidare la fine, che mai giunge,
e quando giunge, é un letto di rose.
Marianna Piani
Plateau d'Assy, 7 Aprile 2014
Ogni giorno si riemerge spoglie dal pozzo della memoria ; poi vestite a festa accogliamo il nuovo giorno senza alcuna incertezza .
RispondiEliminaChe bella immagine! Vera e sincera. Adoro la tua sensibilità, e adoro pensare che leggi i miei pensieri. Per persone come te, scrivo. E mi rendo conto che è per questo che mi sento viva.
EliminaUn abbraccio
Marianna