«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

sabato 13 settembre 2014

Casto è il cielo


Amiche mie care, amici,

Per chi di Poesia abbia una conoscenza un poco più che superficiale dirò che questa mia breve composizione è una delle mie prime consapevoli escursioni nel "classico": in pratica si tratta di un sonetto incrociato (tre quartine e quattro terzine - 4X3 + 3X4) in endecasillabi, quasi canonici. La mia ricerca in direzione di una forma poetica "classica" rivitalizzata nell'oggi, non è certo né nuova né originale. Risponde un poco a una mia esigenza costante d'ordine, di equilibrio, per non soccombere al disordine mentale che mi trascina sempre più spesso in baratri insondabili. È già da tempo che "ci giro intorno", ma ora, pian piano, sta iniziando a dare i suoi primi frutti.
Tuttavia, dopo cent'anni di "verso libero" (Da Leopardi in avanti) per la verità non sarebbe più possibile, se abbiamo una qualche onestà intellettuale, riprendere pari pari, di peso, una forma "antica", chiusa, e riproporla nel presente. Sarebbe non solo velleitario, ma anche sterile, e senza un plausibile sviluppo. Sarebbe insomma una operazione ai margini del gusto e dell'Estetica. Invece, il recupero di una versificazione diciamo così, controllata, all'interno di un linguaggio liberato (più che "libero", superando finalmente il genere) moderno, può essere una via, un mezzo tra i tanti (e assolutamente non l'unico) a disposizione per esprimere e per così dire imbrigliare un pensiero poetico.

Ma tutto questo è un discorso accademico, dedicato a coloro - direi "quei pochi" - che di questi argomenti si interessano, per passione, mestiere o studio. In realtà questa che ho socchiuso, in questa premessa, è la porta della "cucina", ma ciò che conta non è il processo, ma il risultato. Per restare nella metafora "gastronomica", è il gusto del piatto che interessa al commensale, non la ricetta. Del resto, per fare un buon piatto, o un buon dolce, la ricetta non basta, occorre la mano e il pensiero e il talento del cuoco. E io ne so qualcosa, dato che sono una pessima cuoca, nonostante possa liberamente attingere al ricco patrimonio di ricette (fantastiche) che la mia ex-mancata-suocera mi ha tramandato (le mia mamma era proprio come me, del tutto a disagio in cucina, un pesce fuor d'acqua).

Questa che segue - la composizione di cui sto parlando - nasce da uno di quei particolari momenti di sospensione, che tutti noi abbiamo provato prima o poi, in cui noi per qualche istante ci sentiamo vivere per così dire al di fuori dell'orbita vitale della persona amata: perché magari noi siamo già svegli, di primo mattino, mentre lei, arrotolata tra le lenzuola, ancora è immersa nell'incoscienza del sogno, paga e rassicurata semplicemente del fatto di sapere che le stiamo accanto...


Per voi amiche dilette e amici,
come sempre, con amore

M.P.







Casto è il cielo


Casto il cielo sopra il nostro destino
chiara la voce delle tue promesse
terso il ricordo del nostro piacere
inesausta la mia sete di te.

Vedo le nubi cercare compagne,
vedo spiragli vagare nell'ombra,
arde il sole i muri di calce e brace
aggrinziti come volti di vecchi.

La città che oggi vedo è splendente
di fuochi diurni e raggi d'estate
che schiantano sulle finestre serrate
discendendone una neve di stelle.

Eppure nulla è più profondo e atroce
del silenzio del perduto passante
che annaspa sul solitario selciato.

Vorrei io donna lanciargli la fune
d'un bacio come di estrema salvezza:
«Afferralo amico! La tua bellezza

di giovane uomo è il viatico estremo
al tuo cammino in queste paludi:
la solitudine non t'appartiene.»

Tu intanto, serenamente, tra i sogni
riposi, e ti osservo, come in veglia,
da sempre, con insaziata passione.


Marianna Piani
Milano, 22 Maggio 2013

4 commenti:

  1. Premessa che ingolosisce ; il testo racconta di tanto dolore e di rassegnazione ; non si è mai tanto soli fino a quando ci saranno parole desideri e sogni .

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    1. Grazie Rossella, sempre attenta e sempre precisa come un dardo con i tuoi commenti, che vanno diritti al cuore del significato e del pensiero sotteso.
      Come vedi, se sei ritornata un attimo qui, dopo la tua risposta ho apportato alcune piccole - ma importanti - modifiche. Una poesia è come un castello di carte, occorre saper inserire la carta giusta al posto giusto, altrimenti tutto può corllare.
      Ti prego, quando puoi, torna a trovarmi: ho proprio "bisogno" dei tuoi commenti!

      Un abbraccio


      Marianna

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  2. L'esercizio di scrittura nel territorio classico della poesia mi sembra magnificamente riuscito. Le parole scorrono fluide e suonano insieme, si ode una melodia a tratti malinconica altre intense, nel complesso piacevole.
    Il verso [...del silenzio del perduto passante
    che annaspa sul solitario selciato...]
    è struggente e bello.
    Complimenti

    Ciao

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    1. Grazie Francesco,
      Il mio lavoro è un tentativo di affinare le mie capacità allo strumento. Come un pianista che addestra la mano sul Clavicembalo ben temperato (Bach).

      Il "verso libero" ci ha assuefatti al facile, rendendo poi l'eccellenza ancora più irraggiungibile. In Arte - da sempre - il virtuosismo è una componente non secondaria, a mio avviso. La facilità è nemica del bello, il bello non è mai "facile". Far poi filtrare da questo esercizio apparentemente tecnico, o ludico, l'emozione, questa è la scommessa. Dal tuo commento, generoso come sempre, ma attento, ho la sensazione di esserci riuscita. E questo mi rende immensamente felice!

      Grazie ancora, davvero!

      Marianna

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