Amiche care, amici:
Fermarsi. Cogliere l'istante, quando esso vale la nostra intera vita, e fermarsi.
Smettere di correre, di affrettarsi dietro vaghe chimere, impossibili sogni, irragionevoli speranze.
Lasciare dietro a sé la disperazione, e abbracciare tutto ciò che è del nostro amore, in un unico, largo, generoso e vigoroso gesto.
Che non è di possesso, badate bene, ma di condivisione. Questo, amiche dilette e amici cari, per me è l'essenza del gesto poetico.
La poesia, in ogni forma d'arte, se ci pensate, risiede tutta in questo istante fermato, sospeso, sulla soglia della sua dissoluzione.
Vi trasmetto queste considerazioni e questi versi, come sempre, con amore
M.P.
Poesia dello stallo
Mia cara, il volo culmina in alto
fin dove giunge la tua fantasia,
e qui si ferma per un lungo tratto,
a lungo in bilico tra il nulla e il tutto.
Amica mia, io ora mi fermo,
le braccia nude sulla staccionata,
un morbido scialle sopra le spalle,
il vento che gioca coi miei capelli.
Mia diletta, non vedi che in basso
il lago t'apre le sue larghe braccia
d'argento, e ti chiama con la voce
delle sue folaghe, e degli aironi?
Sorella amata, osservare dall'alto
di questa terrazza, coi piedi immersi
nel folto trifoglio, il volo di storni
che s'avviluppa laggiù nella valle,
respirare la bruma che alla sera
s'alza come un fiato dalla boscaglia,
stringere al seno le braccia percorse
da un brivido di gelo, o di piacere.
Lasciare che la tristezza tracimi
con la tramontana, oltre le alture,
sopra le case umili e disperse
e quelle che s'adunano nel borgo
attorno al campanile, e risalga
passo passo il pendio fino a inondare
il mio giardino, il bel pergolato,
la casa, e il terrazzo, e la mia fronte.
Questo vorrei ora, cara, mio sogno,
mio ardimentoso amore: fermarmi -
Fermarmi, fermarmi ora, sull'orlo
del poggio che scoscende sopra il lago.
Quanto abbiamo viaggiato, quanto abbiamo
rincorso la vita, mille illusioni,
gl'immensi scoramenti, le passioni
d'un istante, le fedi illimitate.
Ora basta, mio bene, io mi fermo
sul colmo di questa salita, prima
che il declivio decada: non mi fermo
a riposare, tutt'altro, mio cuore.
Mi fermo perché l'infinito andare,
il moto perpetuo, la mutazione,
la libertà che da ciò ne deriva,
tutto questo è Vita, mia cara sposa.
Quest'immobilità, di contro, questo
mutare l'istante in un tempo eterno,
questo indifeso momento di nulla,
questo amore mio, questo è Poesia.
Marianna Piani
Milano, 12 Novembre 2014
"Non mi fermo a riposare, tutt'altro"...
RispondiEliminaL'Amore, essendo un sentimento forte e passionale, dunque "magico", fa sì che sia il TEMPO a fermarsi, a "riposare", non la persona innamorata.
...E la Poesia ?
La Poesia, esattamente come l'Amore, riesce a fermare il tempo.
A rendere eterno un istante.
Per dirlo con parole tue :
"Questo mutare l'istante in un tempo eterno,
questo indifeso momento di nulla,
questo amore mio, questo è Poesia".
P.s.
Ho apprezzato molto l'utilizzo della P maiuscola, da parte tua, in chiusura di composizione.
Caro Luca
Eliminain fondo, ci penso ora, ma come non ricordarlo, tutto questo non è che la rivitazione a modo mio dell'antico passo Faustiano:
"Potrei dire a quell'attimo:
fermati dunque, sei così bello!"
(Zum Augenblicke dürft’ ich sagen:
Verweile doch, du bist so schön!)
che è il perno centrale della Poesia occidentale.
Il conflitto tra l'Amore, che tende all'eterno, e il Tempo, che tende alla fine, è il centro di tutta intera l'esperienza umana.
...È vero, la P maiuscola a quel punto era d'obbligo, e tu l'hai ben capito.
Un abbraccio
Marianna
Goethe è inarrivabile.
EliminaDunque, più che rivisitazione,
direi che il tuo è un sentito e rispettoso "Omaggio".
Dearest Poet,
RispondiEliminaI will Not pay you homage with my words,
not because they fail me, but because the words of my beloved and monumentally great, Rubén Darío, being so "passively" strong and so efficaciously gentle,
are truly sublime in describing my "admiration"!
(They are magisterially translated by the great Oreste Macrí)
...
Su Una Prima Pagina
Penna, lascia che scorra qui la tua nera fonte.
Questo é il portico in cui l'Idea alza la fronte
luminosa e nel tempio penetra del suo rito.
Delle lettere il simbolo divino sia graffito
in gloria del veggente, la cui anima é lira.
Benedetto chi intende, benedetto chi ammira.
Di sogno, argento o neve, la bianca porta é aperta.
Voi che pensate entrate, voi che sognate. É aperta.
...your always "present", in time and in deed ...,
Alvaro.
Dear Alvaro,
EliminaPoet and friend...
"Di sogno, argento o neve, la bianca porta é aperta.
Voi che pensate entrate, voi che sognate. É aperta."
(Un grande Macrì tra l'altro, capace di preservare in traduzione le rime senza appesantire il testo o distorcere il senso, so io quant'è difficile!)
Una delle più belle citazioni mi siano mai state dedicate, sono emotivamente travolta.
Io continuo davvero a sperare di meritarmi questo affetto e questa considerazione. Ma questa espressione di "admiration" - per dirlo con tua esatta parola - mi carica di grande responsabilità - non tanto nei tuoi confronti direttamente ma in quelli di ciò che tu ami chiamare "Musa".
E questa responsabilità mi spinge a lavorare, a studiare, a impegnarmi sempre di più, per cercare di non deluderla.
Grazie infinite, un bacio, con affetto e gratitudine
Marianna
My Dear Friend,
RispondiEliminayour words truly please me! Even more so, the words you've put in the quotation marks. (We are still in sintony)
It's Rubén Darío, though, we need to thank, Marianna. He wrote them, I only echoed them in the labyrinths where, "chi intende, chi ammira" our beloved Muse, "benedice".
Both Darío and Leopardi, have been recognized for having propelled their respective languages and poetic traditions into Modernity (Spanish & Italian)
They both, still, have so much to teach us!
I wish you took it upon yourself to translate his works, also.
All the other spanish poets you love and that you have been translating would be pleased as well, with your Sense & Sensibilities!
This is one of those times my motto is most appropriate: "Love, to love, LOVE!"
xo
All the Best, Mari!
Alvaro