«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»
«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)
«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)
«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)
«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)
«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)
domenica 5 aprile 2015
Diana Silvestre
Amiche care, amici,
Diciamo che, pur risalendo la prima stesura di questa composizione a oltre cinque mesi fa, il suo "turno" di pubblicazione cade proprio opportuno, in questa giornata di Pasqua, piuttosto uggiosa qui a Milano.
Mi nacque infatti quasi come una preghiera profana, dopo una lunga passeggiata autunnale, alla fine di una giornata di forti piogge, tra gli splendidi boschi e le alture che incombono alle spalle del mio rifugio sul Lago Maggiore, non tanto lontano da Arona e Stresa e dalle rive del lago da non goderne lo splendido paesaggio, non tanto vicino da soffrire per la pressione turistica che in piena stagione (non certo in Novembre) vi gravita.
La sento - questa composizione - "opportuna" a livello personale, perché mi accingo a trascorrere quest'anno una Pasqua strettamente laica e riservata, lontana dai templi, dai riti, dagli scambi di auguri, ovviamente (orrore!) dagli agnelli, e forse, per non attentare troppo al mio fortunato metabolismo, anche dalle uova di cioccolato e, sacrificio per me ancora più grande perché le adoro, dalle colombe (intendo quelle dolciarie). L'unica parentesi realmente e profondamente religiosa, per me quasi rituale, che mi concederò sarà l'ascolto di uno degli oratori di Bach (BWV 249), una vecchia tradizione familiare che mi permette di ricordare in particolare la amatissima figura di mio padre.
In questa cosetta, è la Natura a darmi lo spunto per immaginare una scena allegorica e mitologica, carica di divinità e spiriti silvestri, ma - come accade spesso nei sogni - tutti gli elementi che compongono lo sfondo (direi quasi la "scenografia") del racconto sono tratti da elementi reali, gli stessi che incontro in queste mie passeggiate. Posso trascorrere anche ore su quei sentieri, a respirare, odorare, ascoltare, e pensare. Non me ne stancherei mai. Per chi come me per vita è lavoro è immerso gran parte del suo tempo nella astratta agitazione di una grande città, momenti come questi sono una impagabile ricarica per lo spirito e la mente.
Amiche dilette, amici, condivido con voi questa piccola riflessione e questi versi, del tutto laici e profani - tranne forse nel finale - con un augurio a tutti, indipendentemente da credo, religione, filosofia di vita, di una dolce serena Pasqua d'amore.
M.P.
Diana Silvestre
Il lungo sospiro del Fauno
pare la voce di questo vento
che s'addentra nella selva
penetrando i rami, scuotendo
i fogliami, sibilando
tra gli ultimi steli dell'erba.
Il pianto della Diana Silvestre
paiono questi acquitrini
che si protendono allagando
il sentiero, tagliando in due
la foresta, lato a lato,
rendendo interdetti agli umani
questi luoghi benedetti.
E quando un alato Mercurio
si attarda a cercare, dall'alto,
tra le siepi accalcate e le felci
disseccate e già morenti
la sua Ninfa riottosa, che gli fugge,
allora tra i rami filtrano urgenti
quei raggi dorati,
che noi crediamo il tramonto
del Sole che sfiamma
tra le dolci alture, nude
come seni, sfrontati,
sull'orlo dell'orizzonte.
Diana cercherà ancora
la sua cerva superba
a questi ultimi raggi
che rischiarano la brughiera,
finché la notte non sopravanzi.
Allora finirà ogni cura
degli dei e degli umani.
Allora ogni anima, ogni mente,
si aggrapperà convulsamente
a ciò che la tiene in vita ancora:
chi il Giovane Ardore, chi Nostro Signore,
chi, umanamente, un Unico Amore.
Marianna Piani
Nebbiuno, 7 Novembre 2014
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Mi piace davvero molto l'appello finale; l'apertura alla condivisione più che alla tolleranza; ognuno al suo Dio votato , sia Amore o Cristo in croce,l'importante è che si un sentimento puro, vissuto.
RispondiEliminaCon affetto e sincera amicizia
Rossella.
Cara Rossella,
Eliminasai che ci contavo?
Ci contavo a un tuo gradimento per questa cosetta "pasquale" per modo di dire, ma anche forse per sentimento profondo.
Perché sapevo che incontrava (senza una diretta intenzione in questo) la tua sensibilità e il tuo gusto.
Sapevo... ci speravo, ecco...
Un caro abbraccio
Tua
Marianna
E' vero :
RispondiEliminaOrmai, i giorni di "festa" - a prescindere dalla natura della festa - sono diventati espressione di ipocrisia pura, nonché ovviamente, di sfrenato e bieco consumismo.
Ci si scambiano auguri, anche se nove volte su dieci durante il resto dell'anno non ci si parla neppure, si sacrificano poveri animali (leggasi agnelli), eccetera.
Per questo motivo, fa bene al cuore leggere il modo in cui hai passato questa giornata (lo stesso modo in cui l'ho trascorsa io, tra l'altro).
Ci tengo a sottolineare una cosa, a mio avviso molto importante :
I buoni genitori sono quelli che non impongono nulla ai figli, che li fanno sentire protetti all'interno del nucleo familiare pur lasciandoli completamente LIBERI (ecco il senso del mio messaggio di ieri sera, riprendendo il concetto di libertà).
Il fatto che tu abbia ascoltato Bach (a proposito, grazie per aver specificato nel dettaglio COSA hai ascoltato, mi sarà molto utile) senza che nessuno ti abbia imposto di farlo, a distanza di anni, dimostra la grandezza e la bellezza d'animo dei tuoi genitori, l'affetto reciproco che intercorreva tra voi e il clima sereno che si respirava in casa tua.
Parlando della composizione,
Come posso non adorarla ?
Quando "tratti" la mia adorata Natura, rimango sempre colpito dalla tua capacità di descrivere nel dettaglio le sensazioni che provi "attraversandola", "vivendola" a polmoni e cuore aperti.
La Natura ha una SUA spiritualità, molto sentita e devota.
La "Vive", e la "Sente" ogni giorno, dall'alba al tramonto :
"Diana cercherà ancora
la sua cerva superba
a questi ultimi raggi
che rischiarano la brughiera, finché la notte non sopravanzi"…
Per quanto riguarda il finale, Rossella parlando di "Purezza del sentimento vissuto" ha evidenziato un concetto importantissimo.
Anche perché si collega perfettamente alla sopracitata "Spiritualità" della Natura, tra l'altro.
Mi resta dunque solo una cosa da aggiungere :
TU, donna fragile e indifesa, potrai aggrapparti SEMPRE, nei momenti difficili, ad un'ancora di salvezza "spirituale" indistruttibile in quanto Pura :
L'Amore UNICO e LIBERO nei confronti dei tuoi Genitori.
Ciao Luca,
Eliminagrazie di esserci, come sempre!
Mio padre amava riprendere ogni anno nel periodo pasquale l'ascolto - a rotazione - delle due "Passion" di Bach (Matteo BWV 244 e Giovanni BWV 245) e dell'oratorio di Pasqua, che ho citato qui sopra. Sono tre capolavori prodigiosi, in particolare la 244, la "Cappella Sistina" della musica, e io ho mantenuto viva questa tradizione, anche se mi capita di riascoltare quei lavori anche in altri periodi dell'anno, quando ne sento il bisogno. Mio padre le seguiva con la partitura sotto mano, con estrema attenzione, e ogni volta pareva scoprire qualcosa di nuovo.
Tu e Rossella avete centrato in una parola il senso di questa composizione, che richiama proprio la musica di Bach da me evocata in introduzione: la purezza.
Vi ringrazio per la vostra grande sensibilità e sintonia!
E' vero, l'eredità spirituale dei miei genitori vive in me e mi aiuta a superare ogni momento della mia vita.
Ti abbraccio, con amicizia
Marianna