Amiche care, amici
Mesi fa un'amica, di cui non faccio nome per discrezione, scrittrice e poeta di valore, ebbe un piccolo malanno che la costrinse al silenzio per qualche giorno, privandomi della lettura dei suoi lucidi, taglienti appassionati versi. Era il primo autunno, e il paesaggio intristiva l'anima, assieme alla sensazione di mancanza che dà l'assenza d'una persona cara, se pur momentanea. Scrissi di getto questi versetti, e glieli inviai come augurio per una pronta guarigione.
In questi giorni quest'amica sta confrontandosi con un altro e un po' più fastidioso malanno, che ha di nuovo momentaneamente interrotto il flusso dei suoi pensieri donati attraverso la scrittura. Io so bene quanto è doloroso per chi scrive per necessità quando una evenienza del proprio fragile corpo si interpone alla concentrazione, alla serena espressione del proprio bisogno d'espressione. Non è un gioco, né puro istinto la scrittura, quella autentica e sentita intendo, mai. Per quanto scaturisca da una necessità incontenibile, non è mai facile esercizio di parola, è lavoro duro invece, che pretende energie mentali e anche fisiche intatte, che richiede tutta la nostra attenzione e concentrazione, è fatica e dolore, come l'atto d'amore fisico: il piacere è generato da una dedizione totale, da un impegno del corpo e della mente, da un fondo di dolore sottile e violento che sublima nel rapimento e nell'abbandono all'altro (il lettore), l'orgasmo giunge solo al culmine di una ardita e impegnativa salita. Per questo è fragile, la scrittura, non può essere esercitata quando altri fattori si impongono e ci sovrastano: un forte dolore affettivo, un crollo di depressione, un male fisico o mentale. E per chi scrive per necessità, come dicevo, e non per edonistico bisogno di esibizione, questo è origine di un dolore raddoppiato, perché allo stato di malessere si aggiunge la frustrazione di non poter esprimere ciò che preme con forza crescente nel petto.
Per questo oggi, dopo qualche ripensamento, ho deciso di pubblicare e condividere con tutti voi questa composizione, così anche da far sentire la mia partecipazione e il mio più sentito augurio a questa amica cara di tornare presto, più presto possibile, a far sentire la sua voce preziosa.
Con amore, amiche dilette e amici, più che mai
M.P.
Una rosa del mio giardino, al Lago Maggiore |
Regalo una Rosa
Regalo una Rosa,
a un'amica ch'è indisposta:
una Rosa a un'amica
che m'è preziosa, una Rosa
d'Autunno, ch'è rara,
che è orgogliosa nel prato
ingiallito e nel Sole sbiadito
poiché è ancor più luminosa,
nel contrasto ardito,
e nel solitario fulgore,
e spande i suo petali
rosso vino a dispetto
del grigio ferrigno
che attorno ci prova,
egli da solo,
a regnare sul mondo.
La Rosa, come una fiamma
arde di luce, arde di cuore,
arde d'ardore della passione
che la travolge
e per lei ci coinvolge.
Che importa se Autunno
piange le sue prime
tormentate piovose giornate?
Che importa se il Sole
si rende riottoso
alle nostre gambe vogliose?
Che importa se una voce
arrochisce per qualche istante...
Tanto, è il canto
che si distende in incanto,
da quella Rosa,
a rendere l'aria
ancor più luminosa!
Marianna Piani
Milano, 2 Ottobre 2014
Credo di aver intuito chi possa essere l'amica in questione :
RispondiEliminaQuindi, anche qui, pubblicamente, le faccio gli auguri per una pronta guarigione.
Spero veramente, con tutto il cuore, che si rimetta presto, pur non aspettandomi nulla dal suo lavoro "poetico".
Che bel pensiero hai avuto.
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"Che importa se una voce arrochisce per qualche istante..."
Anche se sai il mio pensiero, penso che la tua sincerità ed onestà intellettuale diano valore al tuo affetto e al tuo rispetto.
EliminaMarianna
Brava Marianna, in certi momenti una dimostrazione d'affetto vale più di qualunque terapia;se puoi falle sapere che non è sola e con un amica come te non lo sarà mai..
RispondiEliminaSensibile in ogni occasione.
Rossella
Grazie Rossella,
Eliminahai ragione, l'affetto vero e profondo può più della ammirazione, perché è attivo, operoso, non semplice esercizio passivo di una sia pur buona disposizione.
L'afffetto dà, dove l'ammirazione soltanto prende.
Con affetto, Rossella
Marianna