«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

domenica 1 settembre 2013

"Borromee, Borromee" II


Amiche dilette, amici cari,
Come promesso, anche se con un piccolo ritardo dovuto a un problema di salute, ecco la seconda poesia del "trittico" che ho composto in omaggio alle Isole Borromee, questo mio speciale "luogo dell'anima", come vi ho spiegato nella introduzione precedente.
Questa che segue in particolare è intitolata alla un poco meno nota "Isola dei Pescatori", e anche in questo caso mi sono lasciata prendere dalla memoria, che a questi luoghi è così legata.
Ho tracciato un piccolo acquerello, un paesaggio ideale, sperando di rendere anche per voi le luci e le ombre, e i colori, e le atmosfere di questi luoghi, e tutta la loro magia, l'incantesimo che esercitano da sempre sul mio pensiero.
La dedico a tutte voi, amiche care, come sempre, con amore.

M.P.





Borromee, Borromee!

II

I pescatori

Monta la tempesta: il campanile
si aggrappa forte allo scoglio, pronto
ad affrontare la saetta che s'abbatte
come in cerca di vendetta.

Le case, piccole case ammonticchiate
sulle pendici, piccole finestre, spessi muri,
si stringono ad esso, come pulcini alla chioccia
quando il falco vira largo, in alto, in agguato:

Se potessero aver voce, le udiremmo
pigolare, atterrite. Troppo cimento al pensiero
porta con sé il vento, che improvviso ruzzola
indiscreto tra le anguste calli e i terrazzi.

Le barche, piccole barche ingombre di reti,
si agitano già a ridosso del molo, spingendosi
una con l'altra, come scolaretti in pausa,
criccando e gemendo gomene e carene.

Il lago è fidato, il lago tradisce solo l'incauto,
il lago accoglie due folaghe in fuga verso la riva,
il lago osserva il mio sgomento, e il mio sollievo
quando una mano amata mi cinge il fianco.

Ora io potrei scivolare, nelle acque ametista,
potrei mancare la presa e lasciarmi andare,
abbracciare la vigorosa corrente che mi trascina
a svanire sul fondo come una disamorata Ondina.

Ma potrei lasciare, questa luce? Questo verde,
questo blu che sgomenta, questo canto di averle
e fringuelli in amore, questo profumo di mandorli
in fiore, queste lune che rischiarano la foresta?

Potrei mai abbandonare questi villaggi, le loro torri
malferme, le loro chiese aggrappate ai camposanti,
i loro antichi abitanti, dalle mani che paiono radici,
dai visi che paiono scolpiti nel granito, o intagliati

in tronchi di castagno? Potrei mai, dimmi, tradirti
per un incubo, o un delirio, o stanchezza, Vita mia?
Un braccio come una fune mi cinge i fianchi, mi trae
a riva: potrei cedere ora e disdegnarne l'aiuto?

Presto il profilo dell'isola, già scuro, verrà offuscato
da nebbia di pioggia battente e venti violenti
la tormenteranno fino a scuotere le pietre dai muri
e divellere le tegole dai tetti; ma i pescatori...

I pescatori rassettano sereni e quieti le reti
nei loro ripari. Sapienti, saggi, non temono
la furia infantile del lago: per oggi, sanno
che sarà solo un capriccio di acqua e di vento.

Io trattengo i capelli che m'impazzano
sugli occhi, guardo l'isola celarsi dietro
la più massiccia sorella, sul battello,
accolgo gli sbuffi d'onda sul viso.

È un pulviscolo fine che intride
la veste leggera, null'altro.
Io sono in salvo, presto a riva
mi attende ancora la vita.



Stresa, 2 Giugno 2013
Marianna Piani


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