«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

domenica 16 febbraio 2014

Il ponte


Amiche dilette e amici,

oggi vi proporrò ancora una lirica di carattere fortemente intimo e personale.
A volte mi chiedo se pubblicare o no questi pensieri, dal momento che appartengono a una sfera così fusa nella mia anima, nei i miei più riposti sentimenti, da rasentare la confessione.
Ma nel momento in cui prendo la penna e scrivo le parole che l'emozione mi detta, non mi pongo il problema. Se lo faccio è proprio perché sento la necessità di esprimere la tempesta, o il vento, o il sereno, che sento scatenarsi dentro di me. Penso che comunicarlo serva a renderlo comprensibile, in qualche modo a dominarlo, e a darne una ragione.
La poesia lirica in questo principalmente si differenzia dalla prosa. Tratta direttamente dell'anima di chi scrive, anzi, in qualche modo, è l'anima stessa che si impossessa della tecnica di scrittura per rendersi percepibile, sensibile.
La musicalità dei versi si intessono al significato, rendendolo universale. Almeno, questo è il tentativo, lo sforzo che ogni scrivente fa per rendere significativa la propria scrittura, per conferirne un valore che non sia di puro e sterile sfogo.
Nel dipingere un tramonto sopra il mare, un pittore di talento si sforzerà non di restituire delle forme, delle tinte, poiché una fotocopia ottico-meccanica potrebbe farlo assai meglio di lui, dal punto di vista della fedeltà al percepibile.
Lui cercherà di estrarre dai tubetti di colore la luce, e la profondità dell'atmosfera, il vibrare delle foglie sulla riva e la mobilità stessa, inafferrabile, delle onde.
Chi vedrà poi il quadro, non vedrà una riproduzione di un angolo di natura, ma vivrà una esperienza, completa, di sé stesso immerso in una visione emotiva, coinvolgente.

Ebbene, il ponte è quello che a un certo punto della mia vita ho attraversato, tra il segreto e il sensibile, tra il vero e il falso della mia vita, lasciandomi per sempre alle spalle una certa serenità "borghese" - sostenuta però da un carico di falsità e menzogne nei confronti di me stessa e del mondo, nutrita da anni di paure, di sensi di colpa, di vergogna e di ipocrisia - per raggiungere la scomoda ma definitiva realtà della mia esistenza. Il ponte che ho scientemente attraversato tra la rassegnazione del sopravvivere e la volontà di vivere pienamente. Finalmente me stessa.

Condivido con voi, care e cari lettrici e lettori, questi pensieri, con amore.

M.P.





Il ponte


Ti ho attesa, Dio mio quanto a lungo ti ho attesa
all'altro capo del ponte, dov'era destinato da sempre
il nostro incontro, mia elusiva, inavvicinabile fiera.

Tale era la tua bellezza, da farmi gemere, fino al cuore,
per l'acuta spina del desiderio che mi puniva
dei miei temerari, inconcepibili pensieri: tu eri pura.

Pura come un pugno di neve appena caduta,
come l'alito di una ninfa, profumato di ranuncoli
e di gelso, come l'icona dorata di una Vergine sacra.

Che diritto avevo io di graffiare la tua innocenza,
di tentare i tuoi sensi con carezze e promesse
così simili a nubi estive, che indugiano, ma poi

subito dissolvono al primo sole del giorno?
Come potevo tuttavia rimanermene inerte
ad assistere allo spiegarsi del tuo splendore

come petali di sole, che accecano - già all'alba?
E al tuo incedere folgorante, tra la gente, priva
del benché minimo pudore, o titubanza: potevo?

Tu eri allora come una Diana incarnata nel marmo,
le braccia nude meravigliosamente tese a piegare
la possenza dell'arco, nel mirare al designato bersaglio.

I muscoli, i tendini, il viso, contratti allo sforzo, le mani
sbiancate dalla tensione, le unghie di porpora,
e le vene blu sull'esile collo irrigidite dal cimento.

Eppure, dalle labbra che erano petali di seta, mi sorridevi.
Scuotevi leggermente i capelli, lasciando che il vento
ne prendesse possesso, litigando con il sole, e sorridevi.

A me sorridevi! Ed io rimanevo in silenzio, immobile:
come nel cogliere una cerbiatta che ci osserva, e non si vuole
che il minimo rumore, il più piccolo gesto, possa provocarne la fuga.

Questo, questo in te adoro, come una adepta che adora
la sua dea nel tempio: questo tuo essere cristallo, e marmo, e oro
incorrotti e perfetti, e insieme essere carnalissimo senso.

Frutta, frutta di labbra, frutta di seno, arancia lucente, ciliegia,
pesca protetta dal finissimo vello, impalpabile uva dorata,
frutta di grembo, melograna spaccata al sole da un colpo di spada!

Ho passato, quel ponte, da tempo, per quanto fosse
aspro il cammino, e vorticoso, e rabbioso lì sotto il torrente,
gonfiato dai nubifragi e dai naufragi della mia vita disfatta.

L'ho traversato, e con me ho portato la visione del tuo sorriso.
E da allora ti ho attesa, resistendo alla pioggia, e al gelo,
poiché sapevo che prima o poi saresti giunta, con la levità

e la impareggiabile grazia della tua falcata. Dietro i tuoi piedi -
candidi gigli - sarebbero spuntate piccole viole, ad ogni passo.
Mi avresti sorriso, e io t'avrei accolta, aggrappandomi alle tue mani.

Ma quanto tempo, amor  mio, invano è trascorso.
Quanto tempo ti ho attesa!...



Marianna Piani
Nebbiuno, 5 Dicembre 2013

6 commenti:

  1. Cara Marianna,
    Anche io questa volta farò uno strappo alla regola.
    Commenterò solo ed esclusivamente la tua introduzione.
    Perché? Beh, semplice.
    Perché anche io ho vissuto (nonostante la mia giovane età) in maniera indiretta ciò che hai vissuto tu.
    Non ho provato quelle sensazioni sulla mia pelle, ma le ho viste provare ad alcuni amici (e amiche).
    Ho conosciuto ai tempi della scuola amici gay e amiche lesbiche, e credo sia normale tutto ciò.
    Ad esempio, una mia amica stava con un ragazzo come copertura, perché aveva paura del giudizio dei suoi (persone eleganti, talmente chiusi a livello mentale da far pietà – hai presente quelli che vivono con il terrore del giudizio altrui ? – ecco, loro erano così).
    Era anche divertente per me, a quei tempi questa cosa, ci ridevamo e scherzavamo su :
    Davanti ai suoi faceva la femminile, la “sexy”, poi veniva a giocare a calcio con me, e si rivelava un vero maschiaccio, con tanto di bestemmie !
    Purtoppo, la società odierna ama nascondere le carte in tavola, facendo passare l’identità sessuale di ognuno di noi come un qualcosa di univoco, verso un'unica uscita : l’eterosessualità.
    E’ un concetto che ho sempre ripudiato.
    Come ho detto prima, non mi sono mai vergognato di andare in giro con i suddetti amici e amiche, perché ho sempre e solo considerato le persone per ciò che avevano da offrirmi a livello di anima.
    Chi si portano (e si portavano) a letto, non sono affari miei.
    La vita è una, e bisogna essere liberi.
    L’amore è vita, ed è UNIVERSALE.
    Non voglio comunque fare lo splendido, e dirti cose già sentite e risentite.
    Ciò che hai scritto di tuo pugno nell’introduzione, è una sorta di carta d’identità della tua anima.
    Un’anima finalmente libera, che non ha più timore di esporsi mostrandosi per ciò che effettivamente è.
    Comprendo perfettamente che, essendo una donna quarantenne, probabilmente hai vissuto in un periodo se vogliamo ancora più chiuso e imbecille di quello odierno.
    Ma oggi hai in pugno la tua vita.
    Poi, puoi avere i tuoi “problemi”, che non mi permetto di giudicare, essendo cose delicate e personali.
    Mi scrivi sempre che sarà fortunata la donna che amerò…
    Mi sento di dire con certezza che anche la donna che amerai tu sarà fortunata.
    Perché tu hai raggiunto la maturità giusta per affrontare una storia basata sull’amore vero.
    Anche perché è ciò che hai atteso per una vita intera !
    Concludo dicendo, che a questo mondo, c’è una sola categoria di persone che non sopporto.
    Le persone false.
    Quelle che dicono o scrivono ciò che dicono o scrivono a tutti.
    (Sarà che io ho sempre avuto un rispetto totale nei confronti della parola, intesa come mezzo di comunicazione ed espressione dei sentimenti).
    Quelle che ti parlano e ti usano come una “pausa caffè”, o come un riempi-tempo, in assenza di qualcuno di più “importante” ai loro occhi.
    Quando mi accorgo che una persona è così, se ci tengo, magari faccio finta di niente per un po’, sforzandomi di vederne solo i pregi, ma alla fine non resisto, e chiudo i rapporti definitivamente.
    Perché ti scrivo questo ?
    Perché a parer mio, le persone problematiche sono proprio queste, le persone bugiarde, non certo le persone omosessuali !
    In Italia è pieno di bugiardi, e il bello è che la tv e i media in generale sono i primi a spingere le persone a fingere !
    Dunque,
    Sii fiera di come sei.
    Sei una persona intelligente, onesta, leale, rispettosa, educata.
    Ti chiedo scusa se sono stato diretto, ma da un certo punto di vista sono come te, scrivo e dico sempre ciò che penso.
    Buona Serata.

    Un abbraccio sincero.

    Luca

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    1. Luca, è vero, sono lesbica, e potrei dire che ne vado fiera, poiché si è trattato di un processo doloroso e acre di maturazione personale, forte e violento, a suo modo, forse anche perché sono femminilissima, e ho avuto la fortuna di poter sperimentare l'amore di un uomo, così diverso per me, eppure così coinvolgente, protettivo, forte.

      Tuttavia io non amo che il mio lavoro venga "catalogato", non vorrei che la mia scrittura venga marcata dalla mia identità sessuale, anche se ciò è in parte anche auspicabile.
      Mi spiego meglio, se ci riesco:
      Io sono una donna, e certo i versi che scrivo ne sono connotati. Un uomo scriverebbe in modo diverso, di cose diverse. E a questo tengo molto, poiché la visione del mondo di una donna ha tutta la dignità di essere espressa. La donne sono per natura scrittrici attente, profonde, e riescono a trasmettere la loro anima nella parola in modo del tutto naturale. Io spero di essere una buona scrittrice.
      Il fatto che io sia omosessuale, invece, è un accessorio, diciamo: io a volte (non sempre) parlo d'amore, e parlo dell'amore come lo conosco e intendo io, anche in modo diretto ed esplicito, ma non vorrei che ciò in sé fosse "importante", vorrei che ognuno possa riconoscersi, che sia uomo o donna, indipendentemente dalla propria identità particolare. L'amore è amore, al di là dell'atto del congiungimento sessuale. La sensualità allo stesso modo, è universale.

      Grazie Luca, anche per avermi dato il modo di esprimere queste cose...

      Lo ripeto: fortunata la ragazza che ha o avrà il tuo amore!

      Marianna

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  2. Marianna, io non ho mai catalogato il tuo lavoro, quando ti leggo non penso mai alla tua identità sessuale.
    Un talento non ha sesso.
    Per me tu a livello di scrittura sei un fenomeno.
    (Adesso mi dirai di no, che esagero... come sempre).
    Ma pensaci bene : in fondo, chiunque, anche gli artisti più stimati, vivono grazie al consenso del pubblico.
    Ognuno è libero di stimare il lavoro di chi vuole, in fondo.
    Secondo il mio modesto parere di ragazzo, tu vali molto più di certi "scrittori" "poeti" o "poetesse" (soprattutto loro) che si fanno i complimenti da soli o si autocelebrano, sfociando in un ridicolo senza fine.
    Ti ho scritto tutta quella pappardella ieri perchè mi ha toccato il fatto che tu ti sia sentita, in passato, impaurita e piena di sensi di colpa.
    A parer mio, non avevi (e non hai) nulla di cui vergognarti, perchè essere lesbica non significa essere diversa.
    Siginfica essere una donna, come tutte le altre.
    Sei solo una donna che ama le donne.
    E allora ? Hai ucciso qualcuno ? No.
    Ma, ripeto : non ho mai catalogato la tua scrittura, nè ho mai pensato "oh, poverina".
    Le smancerie di quel genere le detesto con tutta l'anima.
    E detesto chi le mette in atto, perchè è una persona falsa.
    Io mi riconosco in molte cose che scrivi, e come ti ho detto in precedenza, il tuo modo di scrivere mi piace perchè denota verità.
    Anche io scrivo da quando ero piccolo, del resto.
    Ho scritto una marea di cose, e continuo a farlo !
    Buona giornata, e scusa se ho scritto di nuovo !
    Ma ci tenevo a puntualizzare.

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    1. Naturalmente, caro, non mi riferivo a te, ma in generale. E cercavo di spiegarmi perché sono restia a parlarne, ora con te faccio una eccezione, perché non voglio essere fraintesa. Posso parlare di passione, nei miei versi, e la mia passione ormai è del tutto trasparente, poiché sarei ben triste e disperata se me ne vergognassi, come in passato (e forse ancora oggi) tante donne hanno fatto e fanno, per convenzione sociale, per senso di colpa, per una distorta lettura morale e religiosa.
      L'amore è puro quand'è puro, indifferentemente da quali sono gli organi fisici che ne sono coinvolti. Così come l'amore più eterosessuale e standard del mondo può essere "sporco", se il desiderio viene infangato dal potere e dal mercato.
      Io amo una donna, e il mio amore è cristallino.
      Per questo non posso - né voglio - cauffarmi e nascondermi.
      Ma la mia scrittura parla d'amore, quando lo fa, e di passione, non di omo o eterosessualità.
      Tu mi hai capito benissimo, ma lo dico per chiarire certe mie scelte, anche artistiche.
      Ti faccio un esempio:
      nella mia precedente "Le Innamorate", che è una composizione esplicitamente e anche - se vuoi - un poco provocatoriamente dedicata all'amore saffico, in finale ho scritto (perdonami la inelegante autocitazione):

      "...esplorando febbrilmente con le dita
      la temeraria sua sfuggente pelle
      per violarla dolcemente"

      Questi versi erano però nati originariamente così:

      "...esplorando febbrilmente con le dita
      la temeraria sua sfuggente vulva
      per violarla dolcemente"

      Ho operato questo cambiamento NON per pudore, non mi interessa questa categoria nelle mie composizioni, nè per timore o altro. "Vulva" era una parola con un suono perfetto, in quel preciso punto, più ancora di "pelle". La mia scelta è stata concettuale, per non connotare i miei versi, che pure sono molto espliciti, oltre il limite della esperienza di ognuno... Mi capisci, caro? Penso proprio di sì, poiché la tua sensibilità trascende la tua stessa giovane età...

      Vedi, così ti fai un'idea anche di come "lavoro"...

      Un abbraccio, con tutto l'amore che posso darti

      Tua
      Marianna

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  3. Cara Marianna, certo che ti capisco.
    Capisco la tua scelta, e la appoggio pienamente.
    Il mio commento non può però terminare senza aver messo in evidenza questa tua riflessione :
    "Così come l'amore più eterosessuale e standard del mondo può essere "sporco", se il desiderio viene infangato dal potere e dal mercato."
    E' talmente vero ciò che scrivi... ma talmente vero...
    Guarda, io non sono un grande fan di internet. Nè dei social. Infatti, non sono iscritto da nessuna parte.
    (Sempre per la storia di non diventare "dipendente" da nulla).
    E' anche pericoloso, e da un certo punto di vista sono preoccupato per i giovanissimi che passano ore con l'iphone in mano, e non si incontrano neppure più di persona.
    Le vere esperienze, le vere amicizie, sono quelle vissute in strada, a scuola, al parco, ecc.
    Perchè intavolo questo discorso?
    Ti spiego.
    Ritengo internet un mezzo fantastico per far circolare informazioni, idee, arte, ma allo stesso tempo ritengo che non sia sfruttato a dovere.
    Questo perchè, ovviamente, l'ignoranza regna sovrana.
    E' pieno di cloni, di gente che copia notizie, le incolla e le spaccia per sue, di gente che si insulta per sfogarsi, che parla di cretinate, di gente in cerca di gloria e fama, inserendosi in gruppi solo per sentirsi qualcuno o parte di qualcosa.
    Il web, insomma, in quanto a potenzialità effettive è a parer mio paragonabile ad una splendida Ferrari, rossa fiammante, potente, veloce... però senza benzina.
    E' praticamente inutile, può essere solo guardata, vivere di apparenza.
    C'è, fortunatamente, anche il cosiddetto "rovescio della medaglia".
    Ci sono spazi, ci sono blog come il tuo, che ovviamente non riscuotono il successo meritato, ma che attirano chi ama pensare.
    Sono altresì certo che molte persone seguono i tuoi "lavori", pur senza lasciare una traccia del loro passaggio.
    Tutto ciò l'ho scritto e l'ho messo in evidenza per ringraziarti.
    Non l'ho mai fatto finora, ti ho sempre fatto i complimenti, questo sì, ma non ti ho mai ringraziata per ciò che fai.
    Per un ragazzo giovane come me, è davvero una grande opportunità poter seguirti e leggerti.
    Qui si trovano tra le altre cose anche traduzioni di poeti e poetesse stranieri, si possono leggere composizioni prive di errori di ortografia.
    Detta così sembra una cosa banale, ma per me è molto importante.
    Leggere la propria lingua, priva di errori e di strafalcioni imbarazzanti. Basta leggere un qualunque quotidiano per chiedersi come faccia certa gente a definirsi "giornalista", oppure leggere qualunque libro "primo in classifica" per chiedersi : "...Ma questo sarebbe un libro?"
    In definitiva, quando "stacco" dal tuo blog, lo faccio sempre con la consapevolezza di avere ricevuto in cambio qualcosa.
    Sarei disonesto, falso e ipocrita, se affermassi che sul web l'unico blog di valore è il tuo.
    Infatti non lo dico. Chissà quante altre persone meritevoli ci sono !
    Dico solo che il tuo blog e i tuoi pensieri sono quelli che sento più vicini al mio modo di pensare e di essere.
    E dicendo questo, sono onesto al 100 %.
    Proprio per questo motivo, dopo un'ampia scrematura, ormai l'unico blog che seguo e commento è il tuo.

    Buona giornata, e grazie davvero Marianna. Davvero.
    Ricambio l'abbraccio !
    Luca

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    Risposte
    1. caro Luca,

      che ti devo dire, grazie, grazie, con la tua attenzione mi fai un grande dono, quello di sentirmi ragionevolmente viva, come "scrittrice".
      Perché ogni scrittura esiste e ha senso solo in quanto qualcuno la raccoglie, la legge e la comprende.
      Tu fai anche di più: mi regali la tua stima, la cosa più preziosa, appena un pelo sotto l'amore, che una persona può donare a un'altra persona.
      Anch'io ti stimo. E posso dire, a questo punto, che ti voglio bene, come a un fratello...
      Sei pieno di entusiasmo, nelle tue parole, e contagi anche me, mi trasmetti parte della tua forza, mi sento sollevata quando mi parli.
      Hai ragione, il web è un pericolo, sai del resto quanto io detesti tutto ciò che è pura apparenza, come ad esempio i famigerati ebook che fingono di essere libri.
      Tuttavia è anche un luogo pieno di possibilità: io ora riesco ad esprimermi, e a "parlare" con una persona meravigliosa come te, e altre amiche, perché esiste questo strumento.
      Un tempo non sarebbe stato possibile.
      Di una sola cosa dobbiamo temere: la morte della memoria, collettiva e individuale.
      Un tempo esistevano i carteggi, e le persone si scrivevano e di questi scambi rimaneva una traccia potenzialmente per sempre.
      Ora tutto ciò è destinato a svanire nel nulla, polverizzato dal "troppo" di informazione e tecnologia. Il troppo diventa presto il nulla...

      Per questo, se vorrai te ne parlerò, ho un progetto, ancora lontanissimo, ma a te forse lo dirò...

      Un bacio, mio caro, a presto!

      Tua
      Marianna

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