«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

sabato 17 gennaio 2015

Cera Persa


Amiche care, amici

Questa mia composizione parla di un amore alla fine e di ciò che rimane dopo di esso, ma è anche un po' una riflessione sulla Memoria, che vorrei condividere con voi.
Non parlo della Memoria Storica, della memoria documentale, o culturale, della memoria dell'avventura e della Civiltà dell'Uomo - ciò per cui mi batto opponendomi ferocemente alla riduzione digitale di tale memoria, e quindi alla sua programmata annichilazione.
Parlo della Memoria della singola persona, quella che lega ciascuno di noi, come individuo, a persone e luoghi che abbiamo vissuto e amato, e che scompaiono ineluttabilmente nella corrente del Tempo. Il breve tratto di tempo che ci è dato vivere.

Questo è anche uno di quei casi in cui, se scrivessi ora questa composizione, la scriverei in modo del tutto diverso.
Non quanto alla forma, o alla tecnica compositiva, questa è in continua evoluzione, per me, e ciò è connaturato nel lavoro stesso della scrittura. Il tempo che io frappongo volutamente tra la prima stesura di uno scritto e la sua "pubblicazione" risponde proprio a quest'esigenza di rivedere - lontana ormai la primitiva e più emotiva "ispirazione" - la mia scrittura alla luce di questa evoluzione, o maturazione, o mutazione, non soltanto formale, ma anche in molti casi di linguaggio e contenuto.
Ma questo particolare è uno di quei casi in cui proprio il significato ultimo, il motore della composizione non coincide più del tutto con il mio pensiero.
Non in tutto, beninteso, ma in un punto qui - credo - sostanziale. Al tempo in cui ho scritto questi versi mi trovavo in un periodo piuttosto felice, quasi sereno, era piena estate, in piena luce, e prospettive nuove mi si aprivano innanzi. Dunque la mia riflessione era certo improntata su una profonda malinconia, ma in fondo a questo percorso vedevo una apertura, una positività finale dell'esperienza della Memoria.
La Memoria - mi dicevo - è sì costruita sul vuoto, sull'assenza - altrimenti non sarebbe memoria - è un guscio vuoto, un calco in negativo in cui noi ci sforziamo di riconoscere ciò che non c'è più, ciò che abbiamo perduto.
Tuttavia, alla fine, qualcosa di tangibile - nell'anima - ci rimane, come elaborato di questa memoria: come il calco da cui ricaviamo la fusione di un'immagine in bronzo. Così pensavo.
Ora mi sto rendendo conto come questo nulla su cui è fondata la nostra memoria, questo non restituirci in realtà nulla dei nostri affetti, delle nostre nostalgie, nulla più che un simulacro, è la autentica condizione umana, ed è il suo dramma. La memoria ci illude, ma non ci preserva in alcun modo dal trascorrere del tempo, che fa dei nostri ricordi soltanto un segno percepibile del suo passaggio. La memoria è un simulacro, appunto, ma il simulacro non è il Dio. Il Dio è presenza, è azione, è costanza. Il simulacro fissa soltanto un chiodo nella parete del tempo, ma a questo chiodo non possiamo affidarvi altro che non sia la nostra infinita malinconia. Nulla di ciò che rappresentiamo è veramente ciò che è stato, e nulla di ciò che è stato ci ritornerà, mai.

Dunque siamo soli con la nostra disperazione? Dunque meglio l'oblio, meglio la condizione di abbandono al nulla, il "tempo puntiforme", così distintivo della follia?
Ne so, di follia, abbastanza per dire che essa non consola, non ci rende incoscienti in modo sereno, tutt'altro. La follia ci rende disperati, per motivi opposti, ma forse in modo ancor più atroce e doloroso. Poiché la nostra allora diventa una realtà del tutto priva di peso, di direzione, di orientamento. E questa solitudine nel cosmo rimane la nostra ultima precisa coscienza.
La Memoria dunque è inevitabile, se non vogliamo perdere ogni senso del nostro cammino, breve o lungo che sia…

Amiche dilette, amici. Un abbraccio, con amore

M.P.




Cera persa


Come posso evocare la tua bellezza
Angelo, ora che con un frullo d'ali
hai preso il volo con il sibilo ovattato
d'una civetta, o il tonfo vellutato
d'una falda di neve che piomba sopra il prato?

Ora che m'hai lasciata, smarrita,
a contemplare accanto a me il paesaggio
desertificato del nostro letto sfatto?
Ogni grinza, ogni piega ogni falda
di quelle coltri sono il calco e la memoria

delle tue forme, del tuo corpo teso
come un arco pronto alla scocca: qui
eran le tue gambe di daino ansiose,
qui affondavi i piedi che io baciavo
inebriata, come fossero corallo.

Qui premeva il tuo bacino sazio d'alba,
qui palpitava quel tuo seno saldo
che era oggetto di ogni mia venerazione,
qui si versavano i capelli come un fiume
di miele, dolci come miele, come il miele

odorosi di fiori e di primavere
trionfanti; qui le mani, le tue mani
sante artigliavano le coltri esangui
nei momenti in cui ti avevo in mio potere
e ti udivo spirare di piacere.

Rari e brevi quegli istanti, Sovrana,
in cui ti lasciavi possedere, ma fiammanti.
Impressi a fuoco nella mia mente.
Eppure, se io cerco ora di rivedere
nell'oblio la tua figura, non ti colgo.

Io non ti vedevo già da tempo, dolce
ormai sentivo il tuo esistere soltanto
dal contatto della tua pelle sulla mia,
dall'umore vellutato delle tue labbra,
dal peso del tuo viso tra le mie mani

prigioniero, qual ero io di te:
non ti sapevo più vedere, come
non possiamo vedere in faccia il sole
che ci acceca, ma percepiamo
la piena sua presenza dal suo calore.

Rammentare la tua bellezza ora,
è esprimerla da un vuoto, dall'assenza –
dal cavo il pieno, dal vapore la sostanza,
dalla nostalgia la vita, dal calco il volto:
così come dalla cera si forgia il bronzo.


Marianna Piani
Trieste, 18 Agosto 2014

4 commenti:

  1. ...oh, my darling Poet, you're the soul's effluvium!
    Your lyrics ARE:
    "un fiume di miele, dolci come miele, come il miele..."!

    Your intro, in parts, was like listening to OUR beloved Leopardi extemporize on the subject of "oblivion".

    I'd like to show you how moved I am by offering you this very short poem of mine to celebrate how you, Dear Mari, make it seemingly impossible to ever cease to amaze me...:

    >Reading Nicolai V. Gogol

    >>>>>>>When
    >imagination gladdens
    >>>>>>>the soul

    >>>>>>>eyes
    >>>>>>>>>>>>>see
    >>>>>>>sound

    >>>>>>>ears
    >>>>>>>>>>>>hear
    >>>>>>>images

    >>>>>>>hearts
    >>>>>>>>>>>>feel
    >>>>>>>touched
    >as if stroked by wings

    A.T. 2/2/2000
    (I tried... the lines in the original are all centred)


    ...of course, Marianna, that's how I truly felt reading you now and, almost always, in the past.
    I'm beginning to think that you know what truly makes me tick...well..., the sweet & sour offerings of life, of course!:-))

    Yours Truly
    xo
    A.T.

    P.S. Another job well done!











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    1. Poetry - now I know - is an arduous climb, just like my most challenging mountain climbings, when the peak is far far away, and seems completely unreachable.

      You have shown me the way, dear Corsaro, as an expert guide, thanks to his experience, harsh and sweet.
      Only very few are destined to reach, or at least get close to that peak, but a few lucky ones can, if they work hard and with discipline, and if properly guided, see the sky more closely ...

      Thank you my dear poet and friend

      Marianna

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  2. La Memoria, come giustamente sottolinei tu, Cara Mari, non restituisce in maniera REALE, fisica, un affetto.
    Personalmente, comunque, l’ho sempre considerata, tra le altre cose, un’ importante "unità di misura" a livello sentimentale :
    Chi è molto appassionato e sensibile (come te, ma anche come me), si innamora facilmente, dunque immagazzina una quantità industriale di “dati” - o meglio, di ricordi - inerenti la persona amata e le situazioni vissute con Lei.
    La malinconia, ovviamente, è un sentimento che va a nozze con tutto ciò.
    E’ la malinconia stessa, unita alla memoria, a farci pensare o esclamare frasi come : “Mi Manchi ! ”.
    Ecco, “Mi Manchi”, pur essendo molto malinconica come frase, è la mia dichiarazione d’amore preferita.
    E’ facile dirsi “Ti Amo”, "Ti Voglio Bene", faccia a faccia.
    Lo dicono tutti, in un certo senso mancando di rispetto alla VERITA’ di un sentimento.
    La “mancanza”, invece, è sinonimo di amore vero, puro, tangibile.
    La tua composizione mi piace proprio per questo :
    E’ una malinconica dichiarazione d’amore, vera o inventata che sia.
    Ho apprezzato tantissimo l’utilizzo del termine “Sovrana”.
    Inserito in un contesto del genere, ha una valenza molto importante.
    Mi permetto di allegarti il video di una canzone a me molto cara.
    Non credo ti piacerà, è dei Blink 182, il mio gruppo preferito di quando ero ragazzino (ancora oggi li ascolto volentieri).
    Credo però sia adatta al contesto, sia a livello “visivo”, sia a livello di “contenuto”.

    https://www.youtube.com/watch?v=s1tAYmMjLdY

    P.s. In definitiva, secondo me non è meglio l’oblio.
    E’ preferibile ricordare e soffrire, anche se fa male.
    Soffrire per amore ci ricorda che siamo VIVI, e che abbiamo un cuore funzionante.

    Un grande abbraccio.

    Luca

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    1. Caro Luca,

      la vita è talmente intessuta di sofferenza, che se non soffrissimo non potremmo mai dire di essere vivi.
      Non invidio gli insensibili e i superficiali, perché perdono buona parte del senso della vita. Sono come fiumi in secca, in cui non scorre più l'acqua, con le sue turbolenze, i suoi gorghi, le sue schiume, i rami trascinati alla deriva.
      E non scorre più la vita.
      La memoria nasce dalla mancanza, dall'assenza, dall'abbandono. Ma è parte imprescindibile dell'amare.
      Proprio come dici tu!...

      Ascolterò i tuoi Blink182 con interesse e curiosità, anche se non fanno parte del mio universo personale...

      Un bacio

      Marianna

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