«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

sabato 6 giugno 2015

Finestra


Amiche care, amici

immagini direi quasi "impressionistiche", raccolte prima dell'alba dalla mia cameretta nel centro di una città - Friburgo, in Svizzera - peraltro davvero molto bella, d'architettura dall'aspetto così centreuropeo, ma senza la freddezza monumentale di talune metropoli più grandi.
Le piccole, minime immagini del mondo spesso ci offrono più contenuto poetico, più densità emotiva e d'ispirazione dei grandi temi e conflitti umani, dei sentimenti sublimi, dei "cuore/amore".
Occorre soltanto cogliere al volo ciò che propongono alla nostra sensibilità più attenta. E occorre farlo con delicatezza, precisione, destrezza e rapidità, come lo scatto d'un otturatore fotografico, perché dopo un istante queste immagini sono svanite, e non sarà mai più possibile ritrovarle, o ricostruirle.

Questo genere di scrittura, simile al lavoro di un disegnatore che abbozza dal vero e fissa sul suo taccuino una forma, un gioco di luce, una vibrazione di colore, è quella che più amo, e che più volentieri esercito, quasi quotidianamente. Il risultato non sempre è degno di essere "pubblicato", ma rimane come una sorta di sketchbook a uso puramente personale. Ma a volte, come credo in questo caso, emergono risultati interessanti, o almeno conclusi e "presentabili".

Per questo, amiche dilette e amici, vi offro le immagini di questa composizione, come sempre, con amore.

M.P.




Finestra


Luce d'una finestra
nel bolo della notte nella città spenta.
Luce di una creatura che veglia
mentre Umanità e Pietà sono
immerse nel loro sonno indifferente.

Luce al sesto piano, tremula, gialla,
forse filtrata da una tendina;
di lontano ha l'aspetto d'una stella
sospesa sola a metà d'un cielo
nero come un vuoto senza mistero.

Luce forse d'una donna che dispera
d'un amore che l'ha ferita a morte,
lei senza più fede, né disinganno,
che a quel lume piangerà sommessa,
travolta da una colpa non commessa.

Luce di un'amante che contempla
in silenzio la fronte dell'amata,
calda dell'amore consumato appena,
e si perde con la mente nei suoi occhi
chiusi dal sigillo di ceralacca del piacere.

Luce forse anche di una madre che si sofferma
al bordo del lettino a intonare una nenia
antica come il mondo alla sua bimba.
Ma forse non è che un sogno, un quadro
evocato nella mia mente di fanciulla.

Lume d'una finestra, una sola,
nel desolato urbano nulla
che con il giungere dell'alba
d'un tratto, malinconicamente
si spegne - flebile fiammella.



Marianna Piani
Friburgo, 27 Dicembre 2014


5 commenti:

  1. Ho apprezzato moltissimo l'utilizzo, da parte tua, dell’anafora
    (Luce...Luce...Luce...Luce), per poi concludere utilizzando un termine più lieve e umanamente vivo (Lume).

    L'accoppiata finestra-luce, "presuppone" ci sia vita all'interno dell'appartemento.
    Non importa quale sia "l'umore" di questa o queste vite, il buio della notte crea il contrasto necessario per far "vivere", agli occhi di chi si ritrova ad osservare la finestra, chiunque l'abbia accesa.
    "...Nel bolo della notte nella città SPENTA".

    Il lume, invece, non "illumina" pienamente, nè la città, nè la notte, aggredendole quanto una luce elettrica.
    "Ingannando gli occhi" quanto una luce elettrica.

    Egli è una sorta di organismo vivente :
    E' "vivo" finchè è viva la sua fiamma.
    Finchè essa stessa non lo consuma.
    Si spegne con lei.
    Senza utilizzare nessun interruttore artificiale On/Off.

    E' paragonabile, dunque, a una persona umana innamorata e abbandonata dalla sua amata "fiamma".
    A causa dell'abbandono, si sente persa, sfinita...
    Al sopraggiungere dell'alba, dunque della luce naturale, si accorge senza indugi di essere sola nel letto, ed è COSTRETTA (dalla luce del giorno filtrante dalla finestra) a rimuginare sul passato ricordando quanto amava "bruciare" intimamente e inesorabilmente insieme a lei.
    Al sopraggiungere dell'alba, in poche parole, si "spegne" in solitudine.

    ______________________________________________________

    "...Che a quel lume piangerà sommessa,
    travolta da una colpa NON commessa".

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    1. Eh, Luca, tu mi "scopri" sempre...

      Sì, perché inizialmente la composizione era tessuta su un'anafora perfetta, fino alla ultima strofa. Ma per qualche motivo non mi convinceva. Solo all'ultimo minuto ho avuto l'insight giusto, e la "Luce" - alla fine - è diventata "Lume", creando anche un richiamo luminoso incrociato con la stessa parola proprio al centro della poesia (Verso XIV).

      Per chi volesse curiosare "in cucina", ecco come la cuoca assaggia, ma non è soddisfatta, sente che manca qualcosa, e proprio poco prima di consegnare la portata al cameriere di sala, capisce cos'è questo qualcosa, e lo aggiunge al volo.
      E qui si rivela anche l'importanza che ha per me il periodo di "quarantena" cui sottopongo quasi tutte le mie composizioni: solo così il palato si affina e riesce a cogliere quel quid che manca per la ricercata (se pur mai raggiunta) perfezione...

      Grazie Luca, a presto!

      Marianna

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  2. http://gallery.yopriceville.com/var/albums/Free-Clipart-Pictures/Cartoons-PNG/Ratatouille_PNG_Free_Picture_Clipart.png?m=1371420000

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    1. Ratatouille, uno dei miei film preferiti di sempre.
      Splendida, indimenticabile e tutt'altro che "banale" la "recensione" di Anton Ego nel finale, che qui riporto per esteso, perché c'entra non poco con il nostro discorso, qui:

      "Anyone can cook"

      «In many ways, the work of a critic is easy. We risk very little, yet enjoy a position over those who offer up their work and their selves to our judgment. We thrive on negative criticism, which is fun to write and to read. But the bitter truth we critics must face is that, in the grand scheme of things, the average piece of junk is probably more meaningful than our criticism designating it so. But there are times when a critic truly risks something, and that is in the discovery and defense of the new. The world is often unkind to new talent, new creations. The new needs friends. Last night, I experienced something new, an extra-ordinary meal from a singularly unexpected source. To say that both the meal and its maker have challenged my preconceptions about fine cooking is a gross understatement. They have rocked me to my core. In the past, I have made no secret of my disdain for Chef Gusteau's famous motto: 'Anyone can cook.' But I realize, only now do I truly understand what he meant. Not everyone can become a great artist, but a great artist can come from anywhere. It is difficult to imagine more humble origins than those of the genius now cooking at Gusteau's, who is, in this critic's opinion, nothing less than the finest chef in France. I will be returning to Gusteau's soon, hungry for more.»

      Ripeto il nocciolo:
      "Not everyone can become a great artist, but a great artist can come from anywhere."

      Verissimo!

      Marianna

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  3. Eh, Mari, ci capiamo al volo !
    Ho pensato al film Ratatouille appena hai parlato di "Cucina".
    Intendevo alludere proprio al finale da te giustamente citato :
    Se e QUANDO ci sono talento, puntiglio e rispetto per l'arte in questione, tutto passa in secondo piano.
    L'origine, il titolo di studio, eccetera...

    Ed ecco che, una grafica, un'illustratrice come te, appassionata di Poesia, può permettersi di SCRIVERE Poesie di alto livello.
    Il problema è quando il talento non c'è :
    quando si è convinti di possederlo auto-elogiandosi !
    Che dramma, in quel caso !

    Ciao, Rémy !

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