«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»
«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)
«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)
«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)
«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)
«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)
sabato 17 ottobre 2015
Ultima pioggia d'Aprile
Amiche dilette, amici,
un altro "paesaggio con figure", del tutto diverso, quasi opposto al precedente ("Abbondanza"), seppure composto a pochissimi giorni di distanza da quello.
Vi sono giorni in cui l'angoscia di vivere mi prende a tal punto da non riuscire a rimanere concentrata su nulla di ciò che sto facendo, per lavoro, per dovere o per svago che sia. Sento la necessità, l'urgenza infrenabile, di uscire, di gridare alla gente il mio disagio.
E non crediate che la scrittura mi soccorra: come ho detto in altre occasioni in queste pagine, la scrittura non è una terapia, non è psicoanalisi o indagine filosofica, mentre la vita ci assale con le sue emozioni più acute, siano esse di gioia come di dolore, noi possiamo solo limitarci a vivere, non ci è dato di ragionarci o di riversare queste emozioni in qualcosa di compiuto e intelligibile. E soprattutto, quando infine ne fossimo in grado, tale scrittura non può darci alcun sollievo. La scrittura per me è solo un mezzo per non perdere del tutto la ragione, per non smarrire la rotta nel mondo reale in mezzo a queste bonacce e a queste tempeste dell'anima. La scrittura non salva, accompagna soltanto. Ma può a volte spezzare il muro della solitudine, donando qualcosa di sé al mondo ("donando", badate bene, non "vendendo", per quello ci sono altri mestieri, altrettanto antichi)…
Per questo, per fortuna, ci siete voi, amiche dilette e amici cari, cui posso rivolgermi, con amore.
M.P.
Ultima pioggia d'Aprile
La città s'è spenta strada per strada
sciogliendosi nella malinconia
di questo brusio d'acqua e di folla,
di questo sciabordio di vetture
che scivolano torpide nelle vie
allagate in agitate fiumane.
La luce s'è fatta gravido piombo,
le lamiere dei tetti, e gli asfalti
delle strade sono lucide pelli
di rospi e di serpenti di mare,
i passanti, che si fanno più radi,
scivolano in fretta lungo i muri
come se li gravasse una colpa.
Io non dormo, aggrappata al guanciale,
vi sprofondo l'orecchio, ascolto
semi sommersa nel lino la voce
salmodiante dell'acqua che percuote
venando i vetri delle finestre
d'un pianto che non si placa, né placa.
Potrei uscire, invece, gettarmi
nella via, così come sono, indosso
una vestina bianca, e un paio
di scarpe leggere, bianche anch'esse,
i piedi affondati nella corrente
che turbina inquieta verso la piazza,
fradicie d'acqua e sgomento le gambe,
il petto ansante sotto la camicia
tutta incollata alla pelle, le braccia
strette al seno, gelate, e sulle spalle
i capelli lustri, inondati, spioventi:
potrei uscire e inveire da pazza
alle lastre serrate dei palazzi,
ai fari giallastri degli autotreni
e a quelli violetti dei lampioni
di strada, alle serrande sbarrate,
alla gente che sfugge indifferente -
gridare tutto il mio inascoltato
furore!
Marianna Piani
Milano, 2 Maggio 2015
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Hai ragione, Mari.
RispondiEliminaQuesto lavoro è diametralmente opposto al precedente.
In "Abbondanza", hai trattato in primis il tema della "Rinascita naturale".
A livello visivo era potentissimo, grazie all'esplosione di colori, profumi, vita, gente a inondare le strade, tipiche caratteristiche della Primavera.
Oggi invece, ti sei presentata con un lavoro atto a trattare il cosiddetto rovescio della medaglia.
Attenzione, però :
Come dici tu stessa, è stato composto a pochi giorni di distanza.
Non parliamo dunque di stagioni diverse.
Non parliamo di Primavera e Autunno.
La Primavera, è LA stagione "Pazza" per eccellenza :
Alterna giornate favolose, chiare, splendenti e calde a giornate cupe, piovose, quasi rigide.
Ed è pazza proprio per questo :
Dall'autunno e dall'inverno, ti aspetti le brutte giornate, così come dall'estate ti aspetti il caldo asfissiante e i temporali generati per conseguenza naturale.
Cerco di arrivare, nel modo più breve possibile, al dunque :
Qui descrivi, ad occhio e croce, un ambiente "serale - notturno", dove le luci si spengono, le persone "liberano" le strade, i negozi chiudono, il caos e la vita si rintanano all'interno dell'alveare di un apparente silenzio, per poi uscire nuovamente la mattina successiva, e riprendere a "vivere".
Un contrasto inevitabilmente molto forte, almeno per gli occhi e la mente, rispetto alla bella stagione sopracitata.
Un contrasto con il quale, umanamente, sei costretta a convivere da sempre in prima persona :
Continui alti e bassi, gioia e tristezza, colore e grigio, euforia e disperazione.
Se durante il giorno il tuo grido di furore può essere - tra virgolette - "tamponato" o zittito dal rumore del mondo, di notte inizia l'incubo.
La luce naturale, il caldo del sole, i colori, le belle ragazze, le frivolezze, le librerie, i negozi, il caos - generalizzando - spariscono, lasciando spazio al silenzio, al buio, paragonabili ad uno stato di "morte apparente".
Tutto il tuo furore, definiamolo così, inevitabilmente spinge per venir fuori, non avendo apparenti "valvole di sfogo" alternative.
Personalmente, ho apprezzato entrambe le composizioni.
Credo ti rappresentino, scusa se lo ripeto.
Buon Sabato Sera.
Luca
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...le lamiere dei tetti, e gli asfalti
delle strade sono lucide pelli
di rospi e di serpenti di mare...
Ciao Luca,
Eliminaquesti alti e bassi, qieste cadute e risalite così precipitose sono dovute in parte al mio malanno, come accennavo nel mio precedente commento. Le stagioni di mezzo (la Primavera, certamente, ma anche l'Autunno, a volte in modo anche più acuto) sembrano fatte apposta per esaltare, esasperare questo mio squilibrio. Per di più da sempre, fin da bambina, sono fortemente metereopatica, un disturbo che ho ereditato da mia mamma. Se non ci fossero i farmaci a darmi un aiuto, per me sarebbe impossibile condurre una vita "normale".
D'altra parte non l'ho mai nascosto: io sono "pazza", proprio come la Primavera.
Un abbraccio
Marianna