«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»
«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)
«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)
«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)
«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)
«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)
sabato 3 ottobre 2015
Gabbiani tra le case
Amiche care, amici,
questa breve, semplice canzone la scrissi nel corso di una breve fermata nella mia città d'origine, osservando la mutazione che in questi anni, da quando avevo lasciato questi luoghi, aveva interessato le colonie di gabbiani, da sempre endemiche di queste coste. Da animali mitici e selvaggi, con l'avanzare della crisi della marineria commerciale, che ha spogliato le nostre rotte dal traffico tradizionale via mare lungo il quale un tempo i gabbiani - memori del mito baudeleriano dell'albatro - intrattenevano i loro enigmatici ed esclusivi contatti con la specie umana, si sono gradualmente ma progressivamente adattati all'ambiente urbano, attirati dall'aumentare concomitante dei rifiuti e delle scorie provocato dalla crescente antropizzazione e dal consumo alimentare e di territorio.
Oggi questi animali nobili e solenni popolano luoghi abitati e campagne, ben in profondità nell'entroterra, e in città si mescolano ai piccioni volando un po' goffi, dato lo scarso spazio di manovra a disposizione per le loro ali ampie e fragili, tra i tetti delle case, nei cortili, tra le vetture nei parcheggi, nidificano tra le antenne televisive e i comignoli degli impianti di riscaldamento. Il mare non è lontano, qui, ma rimane ormai quasi solo un referente visivo, non più un vero habitat d'elezione per questi trasvolatori da leggenda.
Rattristarsene è solo nostalgia, il mondo, l'uomo, e la natura, evolvono secondo disegni che non siamo singolarmente in grado di controllare, anche se determinati dai nostri comportamenti. Possiamo solo osservare.
Pensare tuttavia per metafora alla perdita progressiva e irreparabile di libertà che l'avanzare della "civiltà" ci sta recando, questo è inevitabile.
Condivido con voi, amiche dilette e amici, questi pensieri, con amore.
M.P.
Gabbiani tra le case
I gabbiani, qui, nidificano sui tetti
tra le antenne dei condominii,
non lontani dal loro mare, giusto
due colpi d'ala, e uno strido.
Meno ancora quando spira
l'arrogante vento di queste coste,
che spinge a furia verso il largo
come fosse per un ultimo imbarco.
Non lontani: ma non più ormai
sulle scogliere, non più sui dirupi
tormentati a picco sopra l'onde,
mai più tra le torri dei castelli diroccati.
Malinconici e solenni come angeli
disconosciuti s'aggirano tra le case
sfiorando le finestre e i tettucci
delle vetture con le grandi ali bianche,
così come facevano con i marosi
schiumanti rabbia di tempesta,
quando il loro orizzonte era dove
il mare si sposava al cielo, all'infinito...
Quando seguivano nei flutti il guizzo
degli sgombri argentati e delle alici
balenanti, destinate al sacrificio
come vittime a un dio vorace...
Quando i loro stridi superavano
il mugghiar del vento, annunciando
alle nubi solidali e all'intero mondo
il loro anelito di libertà, ormai vano.
Marianna Piani
Trieste, 13 Aprile 2015
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Nell'arco di tempo che intercorre tra l'inizio dell'infanzia e la fine dell'adolescenza, siamo tutti "gabbiani".
RispondiEliminaIl nostro mare è la libertà, le nostre prede sono la fantasia e i sogni : ne facciamo incetta.
Crescendo, la vita ci trasforma contro la nostra volontà, quasi non ce ne accorgiamo nemmeno, se non ci soffermiamo a riflettere :
L'istinto di sopravvivenza e il bisogno di lavorare per guadagnare soldi ci trasformano in goffi individui che "sbattono" le ali per rimanere in volo e non sfracellarsi al suolo.
Da creature libere carnefici di sogni, ci trasformiamo in vittime del voracissimo Dio Consumismo.
"...destinate al sacrificio
come vittime a un dio vorace..."
Dunque, in men che non si dica, il nostro "mare", risulta essersi tramutato in un miraggio, in un "referente visivo", utilizzando la tua terminologia.
E' comunque sempre bello riprovare - seppur mentalmente - quella sensazione di libertà e di spensieratezza che emozionalmente non ci abbandonerà mai.
Tu sei un'artista, vivi d'arte.
In un certo senso, hai più libertà di manovra rispetto ad altri :
”Vendi" le tue idee, le tue visioni, i tuoi sogni.
Certo, devi adeguarti alle varie richieste di volta in volta, però sei quotidianamente a contatto con il tuo "mare", senti il suo profumo, se chiudi gli occhi e ti concentri.
TI lascio con una proposta musicale.
Non so se ti piacerà, si tratta di un tributo a Lucio Dalla.
"Quando guardo il cielo, non vedo soltanto nuvole :
Vedo forme fantastiche, illusioni...
Quando guardando il cielo vedrò soltanto nuvole, allora smetterò di scrivere canzoni"...
https://www.youtube.com/watch?v=Vy4-8jmpO-I
Caro Luca,
RispondiEliminache bello rileggerti qui, queste pagine hanno sentito molto la tua assenza: a loro, e a me, è mancato un po' d'ossigeno...
E' vero, l'artista deve saper volare al largo, sfuggire al facile e comodo rifugio dell'entroterra, al prevedibile quotidiano. Questo vale anche per chi, come me, lavora da artigiano e l'arte la bordeggia, la sfiora soltanto. Rimanere a starnazzare rasoterra per uno spirito creativo e libero è essere già morto.
Ho amato molto Dalla, un musicista autentico, e un grande narratore.
Grazie Luca
Un abbraccio
Marianna
Non starnazzerai mai rasoterra, ne sono certo.
EliminaL'ossigeno - vale per queste pagine, ma anche per te - si trova a monte di tutto, ovvero nella tua mente, nel tuo cervello, nella tua anima e nella tua vocazione, non va certamente ricercato in uno o più commenti - miei in questo caso - i quali possono essere centrati o meno, presentati pubblicamente con evidenze "da lettore colto" o "da lettore mediocre", lunghi (ma allo stesso tempo vuoti) o sintetici (ma perfettamente equilibrati).
Dicevo...
Proprio perché si trova a "monte di tutto" (dentro di te) l'ossigeno, al massimo puoi fare affidamento sulla mia costante lettura.
Ovvero, sull'ossigeno che, attraverso gli occhi scorrendo i versi, TU doni a me.
La mia presenza, il mio cartellino timbrato, ripetuti a random nel corso del tempo, divengono - e sono divenuti, credimi - gesti meccanici, apparentemente - pubblicamente - nemmeno più naturali.
Del resto, quando acquistiamo un libro di Poesie, mica ci salta in mente di contattare l'autore (ammesso sia ancora vivo !)...
Molto semplicemente, lo apriamo e... viaggiamo.
Godiamo di ciò che ha composto, ci emozioniamo, oppure rimaniamo impassibili (brutta cosa).
Ma questo lui (o lei) non lo saprà mai, ed è giusto così.
La cosa importante, per un Poeta o per un Artista VERO, è sapere che ci sono persone incantate dal suo lavoro, persone che stimano il suo talento e LEGGONO le sue opere.
Io, sicuramente, continuerò a leggerti.
Il tuo viaggio è ancora lungo, Mari.
Possiedi tutto l'ossigeno del quale necessiti.
Devi solo respirare.
E continuare a dipingere emozioni... con la penna !
Ricambio l'abbraccio.
Luca
Lo farò Luca, finché avrò vita e ragione a sostenerla lo farò.
RispondiEliminaLo farei comunque, anche se tu e altri come te, o ogni altro lettore non esistesse, poiché scrivere mi è inevitabile. E perché ogni carattere tracciato è indelebile.
Tuttavia la tua presenza, la presenza di ogni altro lettore, mi dà un senso di speranza, di sollievo, di appagamento, che non saprei spiegare, solo dire.
Seguita a seguirmi, se puoi, se vuoi, te ne prego.
L'abbraccio, è gratitudine.
Marianna