«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»
«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)
«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)
«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)
«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)
«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)
sabato 29 aprile 2017
Dalla banchina del porto
Amiche care, amici,
di quando in quando lascio la mia Milano e raggiungo la mia città natale, in treno o con la mia macchinina, per pochi altri motivi che non siano il respirare quel profumo di libertà che chi è nato in riva al mare, solo in riva al mare respira.
Il "mio" mare è un'appendice del Nobile Mediterraneo — culla della Civiltà — piuttosto chiuso, più somigliante a un grande lago che a un oceano, ma con tutti i caratteri distintivi del mare "vero", con quel senso di sconfinatezza che solo il mare ha. Nonostante lo sguardo spingendosi verso l'orizzonte incontri terraferma, da una parte la penisola Istriana, dall'altra l'ampio arco della laguna veneta, comunque dentro di noi, naviganti d'istinto, sappiamo che l'Adriatico si versa nel Mediterraneo, e il Mediterraneo, attraverso una porta angusta ma aperta, sull'immenso oceano: idealmente, partendo da quel molo una imbarcazione può raggiungere ogni altro porto del globo. Il nativo di mare, istintivamente, non conosce confini, non accetta barriere.
E, vi assicuro, non vi è momento più intenso per me, un atto d'amore quasi fisico, quanto quello di sedermi, come facevo fin da bambina, sulla cima estrema di un molo e immaginare di essere in navigazione, respirando, accogliendo sul mio corpo la inconfondibile brezza marina, quella che prende alle spalle e spinge a salpare, ad allontanarsi, ad esplorare e conoscere il mondo.
Chi è un nativo del mare è per natura aperto al mondo, all'accoglienza, al viaggio, all'esplorazione, alla migrazione.
Per voi, amiche dilette e amici, dal mio mare, con amore.
M.P.
Dalla banchina del porto
"E l'infinita vanità del tutto"
(Giacomo Leopardi)
Seduta sulla banchina del porto
pensavo. Narravo al vento un ricordo
di giovinezza. E lasciavo
che accarezzasse sensuale le gambe
sotto il lieve vestito
fatto di un nulla di bianco.
Era il mio amante, quel vento australe
che con vigore spingeva le navi
verso esotici approdi lontani.
Io mi mutavo in un'onda, e irrequieta
avvolgevo lo scoglio
in un tenero abbraccio nuziale.
Facendomi onda così abbandonavo
ogni mia fattezza e gravità umana,
e docilmente mi rendevo oggetto
d'un cieco ma grato destino.
Cui è vano appellarsi.
Cui è stolto sfuggire.
E ora, donna non vecchia ancora,
ma già esauste le ali
della mia giovinezza, guardo l'onda
che non so più incarnare,
la guardo con infinita tristezza
che respira e sospira, mentre intanto
dondolando sul fondo
i paguri trascinano con pena
sulla melma grigiastra
i loro trascurabili averi.
Con qualche ambascia,
e una sorta di muto coraggio.
Un tempo sapevo sognare
di esser sirena, e nuda affidarmi
al piacere del Mare.
Ora ciò è solo un ricordo
impresso sulla riva, sugli scogli,
sulle murate dei bastimenti,
sulle dighe foranee,
sui pontili, le cale,
sui basamenti delle lanterne.
E tutto il resto è nulla.
Il mio mondo è tutto racchiuso
in una bolla di fumo, che intanto
basta un refolo buono
ancora impregnato di odore silvestre,
a far sì che tutto deflagri
e si disperda lontano.
Marianna Piani
Milano, 24 Luglio 2016
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Bella, si, la trovo scorrevole e ricca di termini "soavi" ma devo dire anche, che la trovo un po scontata e nonostante, il troppo piccolo cenno a parole che avrebbero potuto sapere piu di umori giovanili si è spenta sulla tristezza!
RispondiEliminaCaro Almo,
Eliminaoh, finalmente un commento negativo! Ne sono felice e te ne ringrazio.
È assai raro ricevere commenti critici in un blog, ma non perché io piaccia a tutti, o comunque a tutti sempre, ma semplicemente perché una persona non si "scomoda" a mettere giù un commento critico negativo un poco come quando ci si trova a casa d'altri per un tè si evita a fare commenti sui pasticcini, anche se li troviamo mediocri o indigesti, o disgustosi. Semplicemente ci teniamo l'opinione per noi, salutiamo con un sorriso, e poi evitiamo di tornare in quel salotto, se possiamo.
Invece io ritengo sinceramente la critica negativa - quando rispettosa - di certo più importante e costruttiva di una lode, magari di circostanza o poco sentita. Perché anche se non la si condivide (come in questo caso) spinge sempre a una riflessione, e certamente non passa mai invano, perché chi scrive il giorno dopo aver ricevuto il commento, non scriverà allo stesso modo di prima, fosse anche solo inconsciamente. E questo può portare solo a un miglioramento dei propri standard.
Nello specifico, ovviamente non posso replicare sulla "scontatezza", in quanto si tratta di una opinione del tutto personale e quindi del tutto rispettabile e non contestabile, tanto meno da autrice; sulla "tristezza" invece mi permetto di dire che hai colto con buona sensibilità (anche se lo consideri un aspetto negativo) proprio il senso della composizione, e questo, personalmente, lo ritengo un risultato in linea proprio con le mie intenzioni e aspettative.
Il contrasto tra i termini "soavi" della parte iniziale e l'amarezza di quella finale è del tutto voluto. Rispecchia ciò che sono. O quanto meno ciò che sentivo al momento della prima stesura di questo pezzo. Dopo pochi giorni aver sritto questo testo un grave e purtroppo atteso lutto personale mi ha colpito, e il sentimento dell'animo era sintonizzato su questo misto di memoria e disperazione.
Grazie per il tuo commento, e per la tua rara franchezza. Torna a trovarmi quando vuoi, cercherò di curare i pasticcini il più possibile, per non deluderti troppo.
Marianna