Amiche care, amici,
avvenne questo:
pubblicando e leggendo presso un social che frequento, incontrai una giovane donna americana, scrittrice e poetessa di grandissimo talento, e, confesso, me ne innamorai.
Davvero, intensamente, fui sul punto di fare qualche follia, di abbandonare il mio cantuccio segreto, di raggiungerla in qualche modo al di là dell'Oceano che ci divideva, tanto mi aveva colpito la sua anima, il suo intelletto, la sua scrittura, la sua incredibile, quasi magica sensibilità.
Quando la mia attuale compagna percepì in me questa sbandata, che era del tutto segreta ma chi ci ama certe cose le sente, si precipitò da Dublino e mi raggiunse a Milano, semplicemente per ricoprirmi di affetto e passione.
Ciò mi convinse che fosse una follia, disonesta nei confronti di questa meravigliosa persona, della mia compagna e anche di me stessa, una sbandata da adolescente in una donna di quarantatré anni non è elegante né foriera di nulla di buono. A questa età non vi sono tempi di recupero a disposizione, per certi disastri…
Piano piano tutto si è ricondotto a quella che doveva essere e rimanere, questo anche per la affettuosa e salda sincerità della ragazza in qesttione, che di certo dimostrò una saggezza che a me spesso manca.
Siamo rimaste amiche, nonostante tutto, e io continuo a corrispondere con lei, ad ammirare la sua scrittura, ciò che ci unisce rimane soltamto la nostra passione comune per la scrittura e per la poesia in particolare.
Durante quella temperie io (e anche lei) scrivemmo diversi testi, scambiandoci toni di desiderio e amore, e questa composizione che segue ne è un esempio, e una traccia di questa storia è anche nel testo in inglese della chiusa. L'irraggiungibilità, come un Pierrot che ama la luna, è il tema costante di questo strano, folle, piccolo, breve, impossibile amore…
La dedico a lei, e a tutte voi amiche dilette e amici, e anche e più che mai alla mia dolce metà, che ha saputo perdonarmi pensieri che non le ho mai esplicitamente confessato, ma che aveva tutti chiaramente intuito…
Con amore
M.P.
Plein Lune
Voce dal nulla mi viene a chiamare
alla finestra, ora che l'ora
scioglie le vele all'aperto mare.
Largo e perenne pare montare
dalla sovrastante sopita collina
il palpitante chiarore lunare.
Io lo attendo, ferma, bianca
nella mia veste notturna di trina
come una minuscola nube stanca
impigliata alla piccola soglia
della veranda, le due mani chiudono
il viso, come le valve d'una conchiglia.
Ho sempre ammirato quest'astro incostante
e svagato, il suo ciclico ritorno
come un'idea fissa, o un'antica amante.
Lo ritrovo così, che apre le nubi
come un sipario, e ogni volta mi appare
più luminoso, e più arbitrario.
Oh luna, luna cara, luna mia,
luna sorella, luna amante, luna
di sogno, luna che canti poesia!
Vorrei avere una scala o una fune
per giungere fino alla tua cuna,
e alle tue labbra, irraggiungibile luna...
Oh moon, moon my dear, moon
sister, moon woman, moon lover,
dreaming and singing poetry moon!
I wish I have a rope, or a ladder,
to reach your lips, soon, so soon,
and just die, just a little later.
Oh moon, my impossible farther
unreachable moon...
To A.B.
Marianna Piani
Milano, 28 Giugno 2016
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