Paoletta e io vorremmo donarvi un altro piccolo dialogo, avvenuto tra noi qualche tempo fa.
Lei aveva pubblicato una meravigliosa, sorprendente poesia, che trascrivo qui di seguito, quella che a me parve come un canto straordinario attorno all'Assenza: l'assenza dell'essere che pensiamo possa dare un senso alla nostra esistenza, e che se ne è andato, o non ci ha mai raggiunto.
E la lettura di questi versi, così intensi e quesi disperati, mi ha ispirata immediatamente una "risposta", come un eco, in forma di sonetto.
Dedichiamo questo dialoghetto a voi tutte, amiche dilette, e amici cari, con amore.
P.M.
M.P.
Schegge
di Paola Mancinelli
Me le ricordo, sai
quelle tue mezze verità
tagliate sottili
a filo di cuore,
servite fredde
su un letto di promesse.
Il sereno è alle porte,
mi dicevi,
gli dovremo aprire
prima o poi.
Da allora
non ho sentito bussare,
neanche una volta.
Il legno della porta è ancora intatto.
Le tue dita distratte,
il mio tormento.
Domando.
Attendo.
Le tue mani
sanno anche fare male,
quando non ci sono.
Assenza
Indicava l'orizzonte, Lui, l'Amore, mentre mi cingeva la vita,
noi due seduti di fronte al sole calante al largo del mare,
e diceva: "lo vedi laggiù il nostro futuro, quant'è sconfinato?
Laggiù, lo vedi quanto cammino faremo, assieme, tu ed io?"
Io abbandonavo il capo sulla sua spalla, senza quasi fiatare,
per timore di rompere l'incanto, per timore che ogni cosa
svanisse in un turbinio di luce e di ombre e di onde lucenti,
al momento in cui il sole si fosse spento nei flutti salmastri.
Avrei varcato mille mari per Lui, allora, avrei sfidato
l'intera rosa dei venti, da Ponente a Libeccio a Maestrale,
avrei fissato diritta negli occhi la più furiosa tempesta, ogni fortunale.
Intanto il Sole implacabilmente chiudeva i battenti del giorno,
e con questo ogni cosa prendeva già a mutarsi in puro ricordo,
e Lui svaniva dal mio sguardo, mutando la sua presenza: in assenza.
Milano, 7 Giugno 2012
A Paola
(Marianna Piani)
Mie Care,
RispondiEliminaRimango assorto
nei vostri versi
Ruvido
é il cuscino
delle metafore
non come Voi...
Vi ritrovo
nei miei pensieri
che come foglie
vagando
fanno amicizia
col franco vento
Questo
che mi arriva
da Ponente
pone in me
le vostre pene
Vorrei cancellare
in Voi
quelle memorie
sfiorando
con le mie mani
il vostro capo
Relegarle vorrei
in un angolo remoto
per crearne
un'obliata assenza
Deprivarle vorrei
della loro essenza
dello specchio
che non più
riflette
gioiosa esistenza
Questo desiderio
mi morde
non mi molla
da tempo
apro gli occhi
continua il sogno
Lo specchio
é un vetro
ora
offre trasparenza
alla sofferenza
Vi vedo sorridere
soffermo lo sguardo
desidero questo momento
lo voglio...
si placa il vento.
Appena scritta per Voi...
un Augurio
(a Present)
Love, Always
xo/xo
Alvaro
P.S. Mi piace tanto la chiusura "circolare" del tuo sonetto.
Conosci "La Piedra del Sol" di Octavio Paz? *_*