«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»
«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)
«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)
«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)
«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)
«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)
sabato 9 marzo 2013
Emerald
Amiche care, amici... Quella che io chiamo "ispirazione", come ho avuto altre volte modo di dire, scocca improvvisa, inattesa, anche da una piccola cosa, da un'esperienza puntiforme, unica, purchè intensa, e come una pietra che piomba in uno stagno espande la perturbazione dell'impatto fino a coinvolgere l'intera superficie e il corpo stesso dell'invaso, fino a poco prima presso che immobile, indifferente.
Questa composizione ha la sua scintilla nello sguardo, limpido, puro, e dotato d'un indescrivibile colore verde, luminoso come uno smeraldo, di una persona che amo.
È il tentativo quindi di descrivere l'indescrivibile, e le visioni da esso suscitate.
Lo sguardo di chi amiamo quando si posa su noi contiene un intero mondo. Così come una verde foglia appena spiccata dal ramo contiene un'intera vita ancora palpitante. Chi ci ama nel suo sguardo ci contiene. E questo per noi è sempre un'esperienza che manifesta la luce abbagliante d'un incantesimo. Di un irripetibile mistero.
La dedico a Michela, che l'ha ispirata, e a tutte voi, amiche dilette, e amici cari, con amore
M.P.
Emerald
Il vento, quel mio amato vento che viene da oriente
come un pellegrino da un cammino lontano,
giunse in una sola folata, e spiccò netta, dal ramo
dell'immenso olmo che mi sovrastava, una foglia.
Danzando come una fiammella morente, venne a posarsi
poprio sopra il mio grembo, impalpabile stella,
mentre il sole, all'orizzonte, indorava i profili di ossidiana
delle montagne sospese sopra le nubi, nel topazio del cielo.
Era una foglia, affatto diversa per forma e aspetto
da cento, mille altre foglie che stormivano ancora
sui rami, ma questa mi aveva voluto, e cercato,
per venire a morire sopra le mie nude gambe
di donna sognante: il prato, dolcemente ondulato
di brezza, sopra le colline, morbide come i seni
di Madre Terra, eretti al tepore del meriggio morente,
luccicavano iridescenti come le elitre d'una immensa
cetonia dorata. E dietro le alture, all'estremo occidente,
proprio dove il torrente si congiungeva al fiume
suo fratello d'argento, la foresta, densa e scura,
s'incuneava nel delta tra quella foce e dove le rocce
si fanno più bianche, pallide ossa calcinate dalla memoria,
come il velluto di un pube silvestre offerto alla luce,
odoroso di muschio e di ambra lucente. Viva era,
la foresta, e si enfiava in un lungo rotondo sospiro
come l'amante che prende fiato e si immerge nel sonno
dopo l'amplesso. E dove i dirupi si facevano più arditi, apparve
l'improvviso scoccare, come d'un bacio, d'un incontaminato lago
abbracciato stretto da un canneto che mormorava pigro nel vento.
Immaginai in quel lago serpeggiare le salamandre in amore
sopra il letto di vaporose alghe, semicelato dalle ninfee,
e tutto attorno il baluginìo ghiacciato dell'acqua di vetro
che rifletteva il mio viso addolcito, intenerito, del tutto rapito.
E accanto a me sentii un'ombra: trasalendo, alzai lo sguardo.
E incontrai il suo, che mi osservava senza un'oncia d'impudenza,
e compresi allora, senza che di ciò io fossi cosciente, ogni cosa
ogni visione, come in un turbine, di dov'era originata:
La foglia dell'olmo, il prato, la foresta, il lago, il lontano mare
dov'è più profondo, al largo del promontorio di Cherso,
tutto questo, tutto era stillato da dentro una luce, verde,
il verde infinito di questo suo sguardo posato sul mio.
E seppi allora come soltanto uno sguardo,
soltanto uno al mondo potesse contenere
tutto quel mondo, ed assieme ad esso il riflesso
di me come sono, di ciò che sono, misera e audace...
Milano 23 Gennaio 2013
Marianna Piani
(Dedicata a Michela)
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