«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

sabato 24 maggio 2014

Malpensa


Amiche dilette e amici,

Febbraio, lunga attesa all'imbarco, in un'alba così precoce e fredda da parere ancora notte piena.
Un viaggio da compiere, un balzo di un solo fiato da qui oltre l'Oceano, e poi, per una settimana, vivere l'altrove. L'inquietudine che mi prende ogni volta, poiché il viaggio in sé mi attira e seduce, irresistibilmente, tuttavia l'entrare in una fusoliera di alluminio non mi sorride affatto: quel senso di claustrofobia, di essere dominata dagli eventi dall'istante in cui mi metto in fila al check-in fino a quando non varco le porte dell'aerostazione di arrivo, e riesco finalmente a respirare. Non è il timore di precipitare a terra e morire, non è questo, con tutte le occasioni poi in cui io ho strattonato la sottana della Nera Signora, di mia spontanea iniziativa: è il non sentirmi più io l'arbitro del destino, in tutto quell'interminabile lasso di tempo, l'essere in balìa di un meccanismo che ci trascina con sé, ineluttabilmente. Voi direte, non si è mai veramente arbitri del proprio destino, in verotà. E forse avete ragione in generale, ma io qui dico "arbitrio" per intendere "libertà". Io sono affamata, avida di libertà, sapete, ogni situazione di costrizione collide con il mio istinto più profondo, e ne soffro, inizio a respirare affannosamente, come se mi mancasse il fiato. E in effetti vivo un senso acuto di soffocamento.
Il viaggio è libertà, per questo lo desidero e lo cerco con passione, ma paradossalmente a volte il viaggio inizia con una situazione di costrizione e di controllo, come sono queste particolari riserve umane in cui i diritti fondamentali dello habeas corpus vengono parzialmente sospesi: gli aeroporti, i loro gates ("gate" significa gabbia, se ci pensate), i loro metal detector, i loro passaggi obbilgati, i tapis roulant, i loro scandire orari, i loro bestioni alati in attesa sotto la pioggia, scomodi e angusti…
Ecco, in attesa del mio volo, sola, scomodamente seduta sopra una delle poltroncine di turistica, incomodamente fissata da un casuale compagno di volo piuttosto insistente, attenta alle mie borse e al bordo della mia gonna, osservo, e attendo, e rifletto, e scrivo…

E oggi condivido con voi, amiche care e amici, questi pensieri, colti, è il caso di dirlo, "al volo" in una gelida primissima mattina d'inverno, in quel di Malpensa…

Con amore

M.P.




Malpensa


Che vaghe, che stranite speranze
s'incrociano in questo luogo
privo delle qualità che fa d'un luogo
un luogo, o uno scenario, o un paesaggio.

Che audaci pensieri s'incontrano
accanto a noi raccolti, raggomitolati,
o abbandonati, assieme alle valigie argentate,
o brunite, sui sedili consunti, avvitati al suolo.

Che contraddizione oggettiva questi oggetti
ancorati a terra tenacemente
nel luogo destinato a scagliare in volo
i corpi, i progetti e le disperazioni.

Il piazzale degli imbarchi non s'affolla ancora
di fuggitivi: pochi i salutanti a terra
dei pochi ancora che s'avventurano
lungo i corridoi dei loro molteplici destini.

Potrebbe essere l'ingresso al Mondo
il portale di questa stazione
con le immense sue vetrate esposte al cielo
solcato come migranti da metallici argentei uccelli.

I migranti umani si addenseranno presto a frotte
negli androni, nelle logge, in ansiose attese:

il tempo qui non passa, ma sosta, in attesa anch'esso
di un varco nello spazio verso altrove.

Echeggiano le voci degli annunci
come piccole condanne, uomini eleganti
e donne in abiti succinti, come anime trapassate
sfilano ai cancelli, sorvegliati dagli angeli officianti.

È tempo di pentirsi dei peccati? È tempo
di raccogliersi in preghiera? È tempo forse
di fermarsi, poiché con noi si soffermerà il tempo,
e da argonauti infine giungeremo trasmutati.



Marianna Piani
Milano 21 Febbraio 2014

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