Nato come un gioco, un pretesto per liberare la fantasia, divenuto via via un percorso interiore, una confessione, il racconto e la scoperta di un'anima in un momento di svolta. Ogni lettera dell'alfabeto, depositata come un seme nel giardino della mente per far germogliare pensieri. Una dopo l'altra, in rigoroso ordine alfabetico, venticinque composizioni, venticinque tappe di un pellegrinaggio, del tutto libero, aperto, sincero e indifeso. Le pubblico ora per voi, una dopo l'altra, a cadenza regolare, e le raccolgo poi via via in una pagina dedicata, "Abbecedario", così da averle sempre accessibili, tutte assieme, come vagoncini agganciati uno all'altro.
Amiche, ecco la quarta stanza del mio "viaggio" a bordo dei vagoncini dell'alfabeto.
Quando composi questi versi, il "gioco" iniziava a farsi serio. Pezzi della mia vita avevano preso a lasciare gli ormeggi, e la mia scrittura iniziava a seguire le rotte più tormentate dell'anima. Qui rimane la traccia di un'amore interrotto, uscito dalla mia vita quasi all'improvviso, e della incapacità da parte mia di comprendere veramente ciò che mi stava accadendo.
Il Distacco: è il momento in cui prende forma l'Abbandono. Il momento in cui ci si rende conto, senza ancora comprendere veramente cosa significherà per noi, che ora saremo più soli…
Per voi amiche, e amici, con amore
M.P.
Abbecedario IV
D
come il Distacco
Ovvero quando
dalla vetrata sconfinata di Malpensa
vedo il muso dell'airbus che s'impenna
senza quasi suono alcuno,
come in un sogno triste venuto all'alba,
e il cilindro argentato va a varcare nubi
strappando nel contempo dal mio corpo vivo
la mia libbra di carne, e sangue - e di furore.
Invano sul sagrato di quel profano tempio
avevo pianto senza ritegno al suo fermo intento,
invano avevo sperato e disperato
che rinunciasse per me sola
alla sua vita tesa a inseguire il vento.
Oppure assai prima, quando
vidi nei suoi occhi vasti, liberi
la nostalgia sua selvaggia di puledra
di praterie, senza limiti e steccati,
e compresi che pur legata alla mia vita
ella era già da me fuggita
e mai più l'avrei domata,
l'anima mia impazzita.
Milano, 15 Gennaio 2013
(A Franci)
Marianna Piani
Non leggo,tra le righe,di accuse e veleni.C'è sofferenza ma anche onesta presa di coscienza.
RispondiEliminaBellissima Poesia
ti abbraccio
MaryRefuge
È vero, niente accuse e veleni amica mia cara. Come si esprime Paul Verlaine in questa poesia, che ho tradotto e pubblicato oggi in TL...
EliminaElle dit, la voix reconnue,
Que la bonté c'est notre vie
Que de la haine et de l'envie
Rien ne reste, la mort venue.
Elle parle aussi de la gloire
D'être simple sans plus attendre,
Et de noces d'or et du tendre
Bonheur d'une paix sans victoire.
Accueillez la voix qui persiste
Dans son naïf épithalame.
Allez, rien n'est meilleur à l'âme
Que de faire une âme moins triste!
Elle est en peine et de passage,
L'âme qui souffre sans colère
Tua sempre
Marianna
Amica mia, i distacchi fanno parte della vita, fanno soffrire ma, forse, fanno anche crescere e imparare ad apprezzare ancora di più chi ci sta vicino...ti abbraccio forte!
RispondiEliminaI distacchi purtroppo mia cara, bellissima amica, non fanno crescere. Ci impoveriscono invece, ci fanno avvizzire, a volte morire, per sete d'affetto... Ma è vero che la vita invece, il più delle volte, continua, e che ci riserva a volte sorprese, incontri inattesi...
EliminaTu però sei una donna placata, e io, implacabile invece, di questa tua serenità respiro il profumo, e rivivo...
Marianna
Come sempre bellissima ... io vorrei essere su quell'airbus ma questo è un altro sentimento ;(
RispondiEliminaBesos
Milly
Ti capisco cara... Io ho terrore di volare (sugli airbus, sulla fantasia invece non ho alcun timore) eppure quante volte ci sono stata, con la gioia del viaggio nel cuore. Quella volta lì, invece, sono dovuta rimanere a terra... In tutti i sensi...
EliminaUn bacio, tesoro mio.
Mari