«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»
«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)
«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)
«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)
«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)
«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)
domenica 6 gennaio 2013
Abbecedario I
Frammenti di pensiero al femminile
Amiche care, inizio oggi a pubblicare una serie di composizioni che ho scritto prima del lungo periodo buio che ho trascorso dall'estate dell'anno scorso.
L'idea originaria era nata da un gioco, uno scherzo, che alcune amiche molto care avevano portato avanti per un po' in rete, il gioco delle parole.
Ogni lettera dell'alfabeto, in ordine dalla A alla Zeta, depositata come un piccolo seme sulle zolle del pensiero per generare un fiore, sempre diverso.
All'inizio mi è sembrato appunto solo un gioco, un pretesto come un altro per scatenare la mia fantasia, ma presto, man mano che mi addentravo in questo territorio, mi rendevo conto che si trattava di un percorso molto più impegnativo del previsto.
L'alfabeto, in modo solo apparentemente casuale, tracciava le tappe di un pellegrinaggio sempre più in profondità nel cuore, nell'intimo della mia anima di donna, e nelle mutazioni drammatiche e profonde che in quei giorni la mia vicenda di vita stava provocando nella mia personalità, nella mia stessa esistenza.
Prova ne è che, dopo un inizio quasi "leggero", in cui l'ispirazione correva rapida, senza ostacolo, come un torrente di montagna, gradualmente le composizioni acquistarono spessore, densità, dimensione, portandomi ad esplorare e scoprire tratti sempre più segreti, a volte esaltanti, a volte dolorosi, della mia essenza femminile, e esigendo da me sempre più dedizione, tempo ed energie.
E prova ne è ancora più che, quando dopo diverse settimane di lavoro ero giunta ormai alle ultime lettere, la V e la Zeta, mi bloccai definitivamente, incapace di procedere. E poco dopo iniziò la catastrofe che mi cancellò per diversi mesi dalla realtà, da quella "vera" come da quella "virtuale".
Prima di questi avvenimenti, e per tutto il tempo in cui lavorai a questo progetto, ebbi un sostegno meraviglioso, gratuito e prezioso, da un'amica speciale, Sonja, cui ho inviato tutte le mie composizioni via via che nascevano, e lei, con pazienza e amore infiniti, le accoglieva per così dire tra le sue braccia, come una levatrice, le leggeva e mi comunicava le sue sensazioni, le sue prime emozioni, dandomi il senso di una vita che pian piano nasceva. E che nasceva con un destino.
In questo modo inoltre, se mi fosse accaduto qualcosa - avevo pensato - qualcuno custodiva le mie creature, e avrebbe potuto liberarle nel mondo un giorno, anche senza di me.
. . .
Giorni fa, dopo molti mesi di silenzio, all'improvviso ho sentito un richiamo, un'urgenza inattesa, e di getto, in poche ore, sono sgorgati i versi che avevo così tanto vanamente atteso e ricercato mesi prima: la V, addirittura in tre diverse versioni, e la Zeta, che fin dall'inizio avevo immaginato come il suggello finale per tutto il ciclo. E che proprio per questo è stata la più difficile da domare e fissare sulla carta.
Così come il blocco sulle ultime lettere aveva preceduto di poco la mia eclissi, la nascita improvvisa di questi fiori spontanei aveva riaperto la mia anima al mondo.
Corsi a rileggere tutte le composizioni precedenti, e sentii nuovamente il bisogno, l'urgenza di sapere che qualcuno, qualche anima nel mondo, le avrebbe lette, e forse comprese…
Alla fine ne è risultata una collana di venticinqe composizioni, ognuna completamente diversa dall'altra, eppure tutte accomunate da una identica ispirazione, nonostante i tempi diversi e irregolari di stesura.
Ora penso di pubblicarle qui tutte, una dopo l'altra, non prima di averle rilette ed emendate per purificarle da sbavature ed errori, con una cadenza - penso - di una o al massimo due per settimana, intercalate da altre composizioni libere, che via via stanno nascendo ora, nella mia nuova vita, diciamo così.
Procedendo con la pubblicazione, le raccoglierò una in fila all'altra in una "pagina" apposita, in modo che possano rimanere accessibili tutte assieme, e non nella frammentarietà dei singoli post del blog.
Un'ultima cosa: la data in calce sarà quella di pubblicazione, non quella di prima scrittura, tranne in alcuni casi in cui avevo annotato la data di composizione: in questo caso le indicherò entrambe. Questo perchè voglio dare un segno tangibile di una rinascita.
. . .
Ecco, spero che questo dono di me stessa sia il premio per avermi così pazientemente e ansiosamente atteso, mie care, dilettissime amiche, e amici gentili.
Questo ciclo l'ho chiamato, fin dall'inizio - e non avrei potuto chiamarlo diversamente - Abbecedario.
Lo dedico a tutte voi, alle mie amiche del cuore, e in modo speciale a Sonja.
Con amore, come sempre
M.P.
Abbecedario I
A
come l'Alba
che precoce ogni giorno giunge
a detergere il sogno
e squarciare i cieli
di nuove ostinate
inascoltate speranze.
Oppure, tardiva, mi coglie viva
lo sguardo fisso al desolato muro
trafiggendomi di dardi
di coscienza insonne
di sogni priva
e da ogni speranza avulsa.
Oppure:
A come Inizio
d'ogni viaggio e d'ogni
pellegrinaggio
lungo il sentiero
del proprio passaggio.
A Sonja, che mi ha aiutato in questo viaggio
(Passy - 24 Dicembre 1012)
Marianna Piani
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Cara Marianna,
RispondiEliminaChe dire? Sono stata gelosa custode e madrina, come mi avevi definita tu, di questi versi, di questo alfabeto di forti emozioni e sensazioni... Ed è andata come doveva andare. Hai finalmente liberato l'alba, l'inizio. Un travaglio duro e faticoso. Ora c'è vita. La notte era durata troppo.
Con immensa gratitudine
Sonja
La gratitudine è da me a te, mia dolce amica.
RispondiEliminaSenza persone come te io avvizzirei, come una pianta privata della luce...
Con amore, sempre
Marianna