«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»
«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)
«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)
«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)
«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)
«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)
mercoledì 11 gennaio 2017
Stagioni seguono a stagioni
Amiche care, amici,
Scrissi questi versi l'anno scorso, all'inizio della Primavera, ma la riflessione da cui scaturiscono si allarga al di là del quadretto di genere, che pure descrivo con affetto e partecipazione emotiva. Il momento coincideva con la lontananza della persona che amo, cosa cui dovrei essere assuefatta, se non rassegnata, dato il mestiere che essa svolge e che la porta in giro per il mondo. Ma così non lo è né lo sarà mai. Anzi, la lontananza, come un motore ad induzione, alimenta il desiderio e l'amore, che a loro volta rendono più bruciante la separazione.
Ebbene, l'ansia del mutamento che invade l'atmosfera si riproduce e si rafforza con l'ansia e l'attesa del ritorno della persona amata. E in tutto questo il senso stesso dell'attesa: l'accettazione di ciò che tutto muta e consuma, il tempo, nostro sovrano e tiranno.
Chi è in attesa non teme il tempo: lo sfida, spera che trascorra più presto, più presto.
Chi attende il proprio amore, in fondo, sfida e sconfigge il tempo, e con esso la morte…
Condivido con voi, amiche dilette e amici, questi pensieri, come sempre con amore
M.P.
Stagioni seguono a stagioni
Attendo, come Emily un tempo,
in una vaga solitudine ansiosa
che giunga la prima ape
a saziarsi delle mie rose.
Non si decide a scuotersi, la stagione,
il sapore umido dell'inverno, ma
già le prime inquietudini risalgono
il pendio, scivolando sopra il prato.
Io penso alla creatura che alberga
il mio cuore, e che ora è lontana,
e intanto il giovane sole
e la luna di prima sera
si rincorrono nel cielo sgombro
immergendosi in un indaco
via via sempre più profondo.
La stagione adolescente indugia
sull'orlo del mutamento,
non vi è più il gelo, al mattino,
a rivestire di lamine i rami,
e non vi è ancora il tepore
a infondere sopore al meriggio.
È quel tempo in cui tutto
già pare concesso, in natura,
e tutto è ancora solo promesso.
I rami, le siepi, i giardini,
le piccole selve disperse, le alture,
i campanili delle chiese, i villaggi,
e laggiù il mio pallido lago:
tutto ciò è indifferente
alla mia ansia, alla insistenza
del mio disagio, alla solitudine
cruda che mi attanaglia.
Tuttavia mi sento contenta:
ora posso, se voglio,
sedermi sul ciglio del poggio,
e limitarmi ad osservare,
e ad accogliere in cuore
il tempo per ciò che è,
il sommo sovrano che muta
ogni storia in memoria.
Così, mi apparterò in un canto
di mondo, sotto un cielo casto,
già colmo di stelle e rimpianti,
e attenderò il suo glorioso ritorno.
Marianna Piani
Nebbiuno, 28 Marzo 2016
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L'attesa che diventa vita e si nutre di ricordi con la promessa di un futuro migliore. Se ti va passa anche dal mio blog. Un saluto.
RispondiEliminaGrazie ancora Giuseppe.
EliminaCerto che mi va... Ci ho già fatto un rapido giro (nel tuo blog), ci tornerò per una visita accurata, come merita.
Prevedo che sarà una bella avventura. La Scrittura è sempre una avventura straordinaria di passione, impegno, dolore, e libertà. E il lettore non è uno spettatore, ma un compagno d'avventura...
Grazie ancora, a presto
Marianna