Amiche care, amici,
non amo molto le ritualità di certe "feste" un poco artificiali, molto "commerciali", come questa di oggi, il sanvalentino che inevitabilmente si sfoga nei social in mille "bacidautore", cuoricini, roselline, "trite parole" e rime "Fiore / amore"(la più antica difficile del mondo" - Umberto Saba).
In passato ho sempre preferito vivere questo 14 febbraio piuttosto che scriverne o parlarne, viverlo inprivato con la persona amata, uscire per un aperitivo, una passeggiata romantica mano nella mano, una cena al lume di candela, e poi tutto ciò che la passione ci riserva…
Ma quest'anno in qualche modo lo sento diverso.
Sono accadute cose, e stanno accadendo, nel mondo che mi hanno convinta che sia più importante di quanto non sia mai stato prima cogliere ogni occasione per esprimere e diffondere la nostra fede nell'amore, a contrasto con il tetro odio e l'intolleranza che si sta spandendo come una nera, inquinante, mortale macchia di petrolio sull'Oceano.
E ho sentito il desiderio, anzi la necessità di dedicare parole in armonia (questo è la poesia, in fondo) per narrare il mio amore "diverso", e di farlo in modo esplicito, intimo e aperto, poiché chi se ne scandalizza non comprende dell'amore la sua universalità.
M.P.
"Marilena" non è il nome della mia ragazza, che preferisco tenere per me, ma è il nome immaginario di tutte le donne innamorate e amate, non importa il genere dell'amore, poiché amore è amoreRingrazio la cara amica M.R. che mi ha incoraggiata a pubblicare oggi questi versi, con amore e passione. La bellezza e l'amore alla fine vincono sempre.
Marilena, in Aprile
Mentre sento il tuo profumo
farsi intenso come il sole
in Aprile, e le tue mani
racchiudersi sui miei seni
piccini e sodi e nudi —
come ali d'un uccello
vellutato della notte,
e mentre sento i tuoi baci
discendermi nel grembo,
e finalmente sento
le tue labbra afferrare
teneramente le dolci labbra
della mia vulva infervorata,
facendomi scattare
tesa come un arco,
e allora che tu indugi, allora
sento che mi penetri vibrando
fino al cuore e oltre, come se
tu volessi entrare dentro me
tutta intera: il viso ardente,
le sapienti mani, il petto
ornato e colmo,
i fianchi curvi e generosi,
e le lunghe gambe, e i piedi
belli come gioielli;
e allora, in un delirio
di bramosia, allora
finalmente grido
il mio piacere, grido
e rido stretta
tra le tue braccia
grido, abbandonata
esanime come un mare
che si rasserena
dopo il fortunale.
. . .
Dio quanto t'amo
Marilena mia d'Aprile,
quanto follemente amo
l'amore tuo giovanile
folle quanto me
ma eterno — dentro!
Marianna Piani
Milano, 7 Febbraio 2016
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