Durante un breve scambio epistolare con una carissima amica,
lei mi ha inviato come dono la splendida poesia che riporto qui sotto.
Dedicata alla "sua Terra". Terra aspra e dolce, di montagna.
Questo, inevitabilmente, per associazione affettiva immediata,
mi ha riportato alla memoria le "mie" montagne, adorate.
Il mio papà era un alpinista, dilettante ma di buon livello. Inoltre, essendo io
gracilina e malatina da piccola, i miei avevano deciso che l'ambiente montano
fosse il luogo ideale dove farmi "rinforzare", come dicevano loro.
E così, tra iniezioni di Calcio (che odiavo) e cucchiaioni di Betotal Plus (che invece
non mi dispiaceva), mi spedivano in montagna, nel Cadore e nell'Ampezzano, ogni estate,
da Luglio e Settembre, e d'inverno, tra Gennaio e Febbraio.
Ho quindi la montagna nel sangue, come una "seconda patria", ho praticato anch'io
un moderato alpinismo (niente roccia impegnativa, la mamma non lo consentiva,
penso che avesse minacciato pesantemente mio padre perchè non mi "contagiasse")
e sono stata anche una discreta sciatrice, a livello agonistico di base, per intenderci.
Quando i miei mi hanno lasciata, tutto questo Eden è finito di colpo, come se un novo
Vajont avesse travolto ogni cosa della mia infanzia, lasciando dietro a sè
solo ruderi sbocconcellati e macerie di fango.
Penso che ne parlerò ancora delle mie montagne qui, sono una parte così importante di me.
Ecco quindi che, dall'ispirazione della mia amica del cuore, è scaturita una composizione
spontanea, fresca, piena della memoria di quella bellezza da sogno.
Notate come non ho suddiviso strofe, o "stanze", come le chiama il mio caro amico Altor:
questo perchè desideravo che non solo per il flusso saltellante delle parole,
ma perfino graficamente apparisse come un ritratto di un torrentello di montagna…
Una noticina di lessico, per chi non conoscesse un termine non usuale:
"enrosadirate" è un piccola mia "capriola" linguistica: da "enrosadire", che è
il nome di uno dei più magici spettacoli offerti dalla natura, in Dolomiti.
Il sole al tramonto colpisce le rocce dolomitiche contro un cielo che già imbrunisce,
accendendole di un incredibile fiammante abbacinante colore rosa intenso.
Credetemi, questo spettacolo da solo vale un viaggio e un soggiorno tra quelle valli.
lei mi ha inviato come dono la splendida poesia che riporto qui sotto.
Dedicata alla "sua Terra". Terra aspra e dolce, di montagna.
Questo, inevitabilmente, per associazione affettiva immediata,
mi ha riportato alla memoria le "mie" montagne, adorate.
Il mio papà era un alpinista, dilettante ma di buon livello. Inoltre, essendo io
gracilina e malatina da piccola, i miei avevano deciso che l'ambiente montano
fosse il luogo ideale dove farmi "rinforzare", come dicevano loro.
E così, tra iniezioni di Calcio (che odiavo) e cucchiaioni di Betotal Plus (che invece
non mi dispiaceva), mi spedivano in montagna, nel Cadore e nell'Ampezzano, ogni estate,
da Luglio e Settembre, e d'inverno, tra Gennaio e Febbraio.
Ho quindi la montagna nel sangue, come una "seconda patria", ho praticato anch'io
un moderato alpinismo (niente roccia impegnativa, la mamma non lo consentiva,
penso che avesse minacciato pesantemente mio padre perchè non mi "contagiasse")
e sono stata anche una discreta sciatrice, a livello agonistico di base, per intenderci.
Quando i miei mi hanno lasciata, tutto questo Eden è finito di colpo, come se un novo
Vajont avesse travolto ogni cosa della mia infanzia, lasciando dietro a sè
solo ruderi sbocconcellati e macerie di fango.
Penso che ne parlerò ancora delle mie montagne qui, sono una parte così importante di me.
Ecco quindi che, dall'ispirazione della mia amica del cuore, è scaturita una composizione
spontanea, fresca, piena della memoria di quella bellezza da sogno.
Notate come non ho suddiviso strofe, o "stanze", come le chiama il mio caro amico Altor:
questo perchè desideravo che non solo per il flusso saltellante delle parole,
ma perfino graficamente apparisse come un ritratto di un torrentello di montagna…
Una noticina di lessico, per chi non conoscesse un termine non usuale:
"enrosadirate" è un piccola mia "capriola" linguistica: da "enrosadire", che è
il nome di uno dei più magici spettacoli offerti dalla natura, in Dolomiti.
Il sole al tramonto colpisce le rocce dolomitiche contro un cielo che già imbrunisce,
accendendole di un incredibile fiammante abbacinante colore rosa intenso.
Credetemi, questo spettacolo da solo vale un viaggio e un soggiorno tra quelle valli.
Un'ultima noticina, riguardo i meraviglosi "gracchi" alpini, per chi non li conoscesse:
Il gracchio corallino (Pyrrhocorax pyrrhocorax) è lungo circa 40 cm ed ha un piumaggio nero,
lucido e splendente, con riflessi blu, zampe lunghe. Ha il corpo allungato con ali e coda brevi,
il becco è aguzzo e leggermente ricurvo spesso di colore rosso.
Ha un volo leggero ed elegante e si dimostra socievole anche verso i compagni feriti.
Sono grata alla mia M., per la sua schietta, sincera, generosa, bellissima amicizia,
e per il meraviglioso spunto che mi ha donato.
E ora offro a voi questo piccolo concerto a due voci, con amore.
M.P.
La mia terra
Questa è la terra della mia primavera,
la terra promessa, dove io passai senza riconoscerla.
Questa è la terra della grande estate,
dove il fiume è sospeso tra immoti silenzi
e l'alba invade i sentieri nei lunghi meriggi.
Questa è la terra di quando giunge l'autunno a scompigliare aride foglie
sparse nei boschi come un'antica veste.
Questa è la terra delle sere invernali,
quando la luce si scioglie sulla neve caduta furtiva di notte
che ci sorprende nell'alba illividita
con sordi e fiochi rintocchi di una campana
impaurita nell'ora senza attesa.
(Da una composizione di Red Cap)
Cadore
L'acqua del torrente
balzella vociando
come uno stuolo di bimbi
in ricreazione, scrosciando
nella gola ambrata
di roccia scavata.
S'abbatte su un masso
senza far danno,
se non sbriciolarsi
in mille frammenti
di luccicante cristallo.
All'improvviso si placa
stendendosi nella valletta
di verde smeraldo
incastonata tra i dirupi
infestati dai misteriosi
sfuggenti troll dei boschi.
L'acqua si distende
come in un abbraccio,
e si confonde col prato.
La giovane amazzone
dai lunghi capelli corvini
si specchia fuggevolmente
in quelle acque senza confine
gettando solo un'occhiata
ai gracchi che nel cielo
terso sopra lei danzano
la loro danza pacata.
E nelle acque già tumultuose,
ora placate, lei ritrova
il suo volto umbratile
di ombrosa fanciulla,
E dietro a lei,
le mirabili cattedrali
delle sue enrosadirate
gugliate montagne
sorvegliano, materne.
Eterne.
Milano, 2 Maggio 2012
Dedicata a M.D. - RedCap, - amica fraterna, con affetto
Marianna
Molto bella!
RispondiEliminaMi piace la ricercatezza del lessico!
Mi piace anche questa corrispondenza in versi!!!
Trovo sia sublime!
Il paesaggio descritto è a me non solo caro ma famigliare..
Adoro le montagne.. sono cresciuta con le escursioni in montagna da adolescente sulle Alpi da est a ovest al centro.. credo che debba alla Montagna la formazione del mio carattere solido.. e al Mare il mio esser fluida come l'acqua.. e alla Campagna il mio amore per gli spazi aperti e il maneggiare la terra, sporcandomi le mani..
Molto commovente il prologo di queste poesie in cui parli dei tuoi genitori e della tua infanzia.
Ti abbraccio forte
Paola
Mia cara, come certe affinità profonde trovano a volte "spiegazioni" che hanno quasi la logica della dimostrazione di un teorema:
Eliminacerto, come dico sopra, sono cresciuta anch'io con le escursioni in montagna, trotterellando come un cucciolotto dietro il mio papà, che vedevo come un Dio, con le sue scarpe da alta montagna, immense, e il suo zaino Invicta rosso, poderoso, e le sue mani che mi aiutavano senza esitazione nei passaggi più rischiosi. Quante ferrate, quanti sentieri. Lo ripeto, ne dovrò parlare ancora delle nostre montagne...
E come te ho le mie radici al mare, ho vissuto a Trieste, da papà (ancora lui!) triestino purosangue, con la casa affacciata sul golfo spazzato da quel vento micidiale...
E ancora, come te, ho amìltre radici nella campagna, veneta, da parte della familgia di mamma, vicentina, con casa sulle ondulate colline dei Berici, che certo tu conosci. Con Vigna e frutteto!
Mia cara, il Destino ci ha fatto incontrare...
Non poteva non accadere.
Tua Marianna
Nulla accade per caso, come adoro ripetere!
EliminaAnime affini sono "destinate" ad incontrarsi!
Così è accaduto a noi due.
Siamo canto e controcanto, insieme!
Ti abbraccio forte
Paola
Cara, forse hai ragione.
EliminaLa tua mente, che si autodefinisce "matematica" piuttosto o prima che "poetica", impone un concetto di immanenza al destino stesso.
Come un teorema euclideo, insomma, alla fine tutto si tiene.
Come noi due, a volte incredibilmente per chi ci conoscesse solo superficialmente, ci teniamo per mano, nel nostro vagare e svagare...
Tua Marianna
Bellissime ... ma non c'erano dubbi !
RispondiEliminaAdoro ogni cosa che esce dalla tua penna e quei duetti che ci regali ogni volta che vieni qui e lasci qualcosa di te!
Ogni volta c'è un pezzettino di te e mi permette di sapere di te qualcosina di più.
Grazie preziosa amica.
Besitos
Milly
Grazie a te, Milly,
Eliminatu mia preziosa amica!
Sì, pezzettini di me,
ritagliati con un po' di dolore,
ma non tanto,
e con gioia,
questa sì tanta,
dal mio cuore battente
con l'affilato coltellino
della Poesia,
mia vera vita.
Grazie dolcissima
bellissima amica mia!
Marianna
... limpidi rintocchi che ci risvegliano ... Grazie, Marianna!! Grazie, Red Cap!
RispondiEliminaGrazie a te, amico mio.
EliminaGrazie per la tua costante, paziente attenzione.
Grazie per la tua passione.
Grazie per la tua gentilezza.
Grazie per la tua indulgenza.
Grazie per la tua acutezza di sguardo.
Grazie per la tua intelligenza.
Grazie per il tuo affetto.
Grazie per il tuo amore, per la nostra Musa...
Tua pupilla
Marianna
Bello immaginarti tra quelle montagne, con tutta l'immensità davanti e dentro il cuore.
RispondiEliminaGrazie Mari
L'immensità dentro:
Eliminaquesto è ciò che rende certi attimi di contemplazione, certe visioni perfette, momenti di pura felicità.
Grazie Serena.
Torna a trovarmi, ti aspetto..
Marianna