Amiche care, e amici gentili, la composizione che segue è nata come può nascere d'incanto un fiore in un giardino (e proprio di questo parla): spontaneamente, senza sforzo alcuno, quasi fosse scontato il suo esserci, lì, in quel luogo, in quel momento.
In un intervento su Twitter, Alessandra e Mara - non ricordo come - avevano accennato alla ispirazione che poteva generare un soggetto apparentemente banale come una Rosa. Io, o meglio, il mio piccolo démone poetico, colse la palla al balzo e mi portò a comporre in pochi minuti questi versi, che qui riporto con minime variazioni per conservare la "freschezza" e l'autenticità dell'ispirazione.
Io da sempre - e non solo io ovviamente - ritengo la Rosa come la metafora "assoluta" della femminilità, in tutti i sensi. E forse per questo costituisce uno dei soggetti più fecondi della mia ispirazione. Anche se, come tutti i soggetti "intrinsecamente" poetici, è particolarmente arduo da affrontare senza scivolare in banalità o deteriori romanticherie, per cui è molto insidioso per scriventi tendenzialmente "romantiche" come sono io…
Dedico questa lirica quindi in primo luogo alle amiche che mi hanno dato "il la" per generarlo, e a tutti voi, naturalmente, amiche care e amici, come sempre con amore.
M.P.
Rosa Ingannata
Una Rosa
petalo per petalo
come un sole di Aprile
s'apre al mattino
illuminando il Giardino.
Una Rosa: bianca di fede
per il creato che l'inonda,
rossa d'ardore
per il bisogno d'amore
che la riscalda,
verde speranza
per l'alba che presto
sarà per lei giorno
e poi fulgore pieno
del mezzogiorno sereno.
Una Rosa: sfogliata
petalo per petalo,
mirabile canzone,
bellezza per bellezza,
che nel cuore del fiore
custodisce il segreto
dell'intero Creato.
Una Rosa, una Rosa sola,
una Rosa precoce,
illusa da un tepore
che cela il gelo incombente
d'un inverno ancora pieno.
Una rosa perduta
come una goccia
di sangue lucente,
nell'aiuola.
Una Rosa che s'apre
per amore d'amare,
e così poi, nel morire,
dona al suolo grigio,
ancora riarso
dall'aspra tramontana
uno a uno i suoi
teneri petali fragranti
di primavera agognata.
Una Rosa: lei sarà così
e rimarrà per sempre
la Rosa che fu ingannata
da un sole d'inverno.
E quando sarà la Luna d'Agosto
a illuminare in piena notte
un Giardino prodigiosamente
affollato di fiori e di essenze,
tu rivedrai come in un sogno
quel bocciolo purpureo
in mezzo ai rami ancora spogli
posato come un bacio
e ti commuoverai
al ricordo.
Milano, 23 Febbraio 2013
Marianna Piani
Improvvisata, di prima mano, per Alessandra e Mara.
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