«La Poesia è Scienza, la Scienza è Poesia»

«Beauty is truth. truth beauty,- that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.» (John Keats)

«Darkness cannot drive out darkness; only light can do that. Hate cannot drive out hate; only love can do that.» (Martin Luther King)

«Não sou nada. / Nunca sarei nada. / Não posso querer ser nada./ À parte isso, tenho em mim todos los sonhos do mundo» (Álvaro De Campo)

«A good poem is a contribution to reality. The world is never the same once a good poem has been added to it. A good poem helps to change the shape of the universe, helps to extend everyone's knowledge of himself and the world around him.» (Dylan Thomas)

«Ciò che premeva e che imparavo, è che in ogni caso non ci potesse mai essere poesia senza miracolo.» (Giuseppe Ungaretti)

domenica 2 giugno 2013

Canto di te


Amiche care, amici,
Dopo aver "archiviato" il lungo itinerario del mio "Abbecedario" (che ho riordinato e pubblicato in un unico spazio, qui:  «Abbecedario»), mi prendo questa settimana una piccola "pausa", che però non è di riposo, veramente, come vedrete.
Semplicemente voglio provare a creare un ponte di passaggio tematico, in certo modo introduttivo alla prossima "raccolta", che avvierò, spero, tra una settimana, e che avrà per soggetto i Sensi, e quindi, esplicitamente, la Sensualità, tema femminile per eccellenza.

Infatti oggi affronto un aspetto della mia scrittura molto delicato e non privo di rischi, di possibili fraintendimenti, ma che sento il bisogno, la voglia e il piacere, di affrontare qui con voi.

L'erotismo in poesia e letteratura, e parlo dell'erotismo esplicito, dichiarato, non mi suscita di solito particolare entusiasmo, eccettuati rari e indiscussi capolavori.
L'erotismo attiene alla sfera più intima di una persona, e l'esporlo su pagine scritte e pubblicamente mi è sempre sembrato uno sminuirlo, un involgarirlo, quasi a prescindere dai mezzi tecnici (allegoria, metafora, ritmo) utilizzati. Il rischio del compiacimento da una parte, e francamente della noia dall'altra, è sempre in agguato.
Inoltre quasi sempre, quando la scrittura è genuina e sincera, e non un mero pretesto, le parole, i pensieri, i versi scaturiscono da una violenta e irrefrenabile emozione, e ho imparato dai tempi dell'adolescenza che è buona regola non lasciare libere le proprie emozioni nella propria scrittura, e che occorre disciplinarle con sapienza, abilità, fermezza, e anche freddezza e distacco, per ottenerne dei risultati di comunicazione significativi per dei potenziali lettori.

D'altra parte la descrizione delle sensazioni fisiche, intime e profonde, e il loro viverle al cento per cento, fa parte dell'esperienza di ogni donna, e fa parte del mio mondo espressivo a pieno diritto e secondo me con pari dignità rispetto ai "sentimenti alti", e mi sentirei non tanto limitata, quanto insincera se non proponessi "al mondo", a voi, qualcosa che ritengo così fortemente parte di me.
Inoltre, come dicevo prima, il mio lavoro sul tema dei "Sensi" che presto pubblicherò qui non ha potuto per la natura stessa del soggetto prescindere da una trattazione diretta, a volte cruda, "senza veli" di questa percezione del mondo attraverso la fisicità della carne e della materia.

La lirica che segue è nata di slancio, dopo una notte d'amore, come una specie di canto liberatorio, come il tentativo goethiano di "fermare l'attimo" per sempre. L'ho scritta tutta d'un fiato credo in poco più di cinque minuti, un piccolo record anche per me che sono quasi sempre piuttosto "fluida" nelle prime stesure. Poi però ha subito cento e cento revisioni e riletture, poiché sentivo il bisogno di smorzarne gli squilibri e le ruvidità determinate da quella scrittura dettata da un cuore ancora galoppante, in tumulto, incapace di intendere e di volere, e di dargli una forma, una sintesi, un'armonia che rendesse al meglio il suo senso di necessità assoluta, condividendo e convincendo le lettrici e i lettori a queste emozioni.
La dedico quindi a voi, amiche mie dilette, e a voi, amici cari, che ci amate.
Con amore, come sempre, e più che mai

M.P.



Canto di te

Vorrei averti,
vorrei stringermi a te
come una lottatrice
implacabile, salda,
le braccia e le gambe
avvinghiate come radici
sopra una roccia
rovente del sole d'estate,
vorrei sentire il tuo corpo
incollarsi al mio
pelle su pelle
palmo a palmo,
sudore su sudore,
goccia a goccia,
vorrei succhiare, e afferrare
tra le mie labbra
quelle tue labbra infuocate
come rosse ciliegie
cedevoli, rugiadose,
una a una.
Una per una...

Vorrei stringere nelle mie mani
le coppe d'incenso dei tuoi seni
rigogliosi, orgogliosi, eretti, sodi,
fino a lasciarvi i graffi arrossati
delle unghie mie scarlatte, aguzze,
da gatta intenta al gioco selvaggio
di ghermire la preda
(...e la lascia, e la riprende,
e la abbranca, fiaccandola,
stremandola di morsi)
vorrei affondare
come una farfalla
dentro i petali della tua rosa,
dentro le molli pieghe
della carne più segreta,
e spingermi così a fondo
da sentirti gridare forte
di sorpresa, e di piacere,
e ancora di piacere,
e di sorpresa
e ancora, di godere,
così tanto, fino al pianto.

E vorrei assaporare il tuo amore
aspro e dolce, inebriante,
profumato come nettare,
o rugiada, o linfa,
vorrei suggerlo stilla a stilla,
fino a saziarmene, fervente,
insaziabilmente,
con la lingua,
con le dita,
con il corpo mio
infitto dentro il tuo -
e sentirti così saettare
all'unisono le reni
come le redini fan saettare
i tendini forti tesi come funi
d'una indomabile giumenta.

Vorrei infine domarti,
sì, così, e dominare:

dominare i tuoi sensi, tutti,
per come sei, libera, scatenata,
vorrei sentirti infine gridare,
di gioia, d'ebbrezza, come pazza,
e ridere e gridare ancora
mentre affondi rabbrividendo
le tue dita nei miei capelli
fino a farmi male.
Fino a farmi piangere
dal dolore e dallo spasmo
di averti per me, tutta.

. . .

Vorrei infine che tutto questo,
tutto, gesto dopo gesto,
voluttà per voluttà,
un bacio, cento baci
per ogni singolo mio bacio,
labbra su labbra,
carezza su carezza,
graffio per graffio:
tutto questo ora, adesso,
tu a me restituissi,
ancora, e ancora,
a me che sono
questa puledra
imbizzarrita
innamorata,
perduta,
per sempre
arrotolata
come un'edera
avvinghiata -
disperatamente -
intorno a te -
cantando di te.



Gennaio 2013
Marianna Piani




2 commenti:

  1. Erotismo e amore devono essere parte del poeta per riuscire a trasmettere quello che veramente significa l'unione tra due corpi, tra due anime...altrimenti sono solo parole.. grazie mia cara Marianna.

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    1. Sarei felice di sapere chi sei, amica cara, o amico, ti sei scordata/o di firmare, anche se credo di intuirlo dallo stile della scrittura e dal contenuto.

      Certo, al di là del gioco poetico o di stle, l'intenzione è proprio questa. La Poesia è proprio questo "andare oltre le semplici parole". Non è una questione di forma, la Poesia, ma di sostanza! Per questo mi sono sentita molto depressa quando un amico - e non uno qualunque - ha definito le mie cose "prosa e non poesia". Non ho potuto accettarlo. Puo' non essere "buona poesia" questa mia, magari, ma non "prosa": nella prosa la narrazione, lo storytelling è dominante. Nella poesia è l'emozione. Qui è il primo spartiacque per me.

      Grazie per esserci, ti abbraccio.
      Marianna

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Sarei felice di sentire di voi, i vostri commenti, le vostre sensazioni, le vostre emozioni. Io vi risponderò, se posso, sempre. Sempre con amore.