Amiche care, amici,
vi propongo da oggi un'altra piccola collezione di componimenti in versi, un genere che amo frequentare poiché mi consente di radunare sotto un unico spunto tematico e/o formale una serie di idee e di pensieri, superando in qualche modo il limite narrativo della lirica singola per avvicinarmi ad una espressione più organica e compiuta.
Chi mi segue da qualche tempo ricorderà diversi miei tentativi in questo senso, da raccolte puramente tematiche, centrate tutte su un certo argomento o uno stesso spunto (come "Il mare d'inverno" o "In Nomine" ), fino a collane di componimenti in forma chiusa, come ad esempio i 14+1 sonetti di "le Solitudini e i Luoghi", pubblicati qui non molto tempo fa.
In questa mia proposta l'intenzione della raccolta è in qualche senso sia tematica che formale.
Difatti il tema è quello di un passaggio di stagione e delle emozioni che esso ci comunica, e ho voluto svilupparlo affrontando per la prima volta in modo compiuto una delle forme più nobili della poesia italiana classica, forse il più noto dopo il sonetto e la canzone, il madrigale.
È una forma che mi ha sempre affascinata molto, per la sua eleganza e compiutezza, secondo me non inferiore a quella del sonetto, accompagnata da una dimensione ancora più contenuta (8 versi in tutto, con una sottostruttura tipicamente a due terzine e un distico) e quindi se possibile perfino più intima e densa del fratello maggiore.
Parlerò in seguito del senso di affrontare oggi una forma "chiusa" anziché un più usuale verso libero, una scelta sempre aperta, non priva di rischi ma sempre una sfida appassionante per chi scrive. E spero interessante per chi legge.
Poiché si tratta come ho detto del mio primo tentativo organico su questa forma, mi è piaciuto intitolarlo in maniera "musicale" con un voluto richiamo al titolo forse più celebre della poesia in musica, quel "Primo Libro de Madrigali" (1587) del sommo Maestro cinquecentesco Claudio Monteverdi. Un omaggio che mi è venuto del tutto spontaneo. Insomma, non ho potuto resistere alla tentazione, sebbene i Madrigali musicati dal Maestro cremonese non rispecchino se non in parte i canoni fissi della forma.
A titolo esemplificativo vi cito il secondo, bellissimo, proprio uno dei pochi che mostra uno schema formale rigorosamente secondo canone:
2.
Se per avervi, ohimè, donato il core,
nasce in me quell'ardore,
donna crudel, che m'ard'in ogni loco,
tal che son tutto foco.
E se per amar voi, l'aspro martire
mi fa di duol morire,
miser, che far debb'io
privo di voi che sete ogni ben mio?
Dunque, come di consueto, vi presenterò due componimenti per volta fino a completare la collana di otto numeri più un Epilogo.
Alla fine li raccoglierò tutti assieme in un'unica pagina dedicata.
Dedico questa "fatica" alla mia ragazza - musicista e polistrumentista, appassionata frequentatrice di musica antica, che inconsapevolmente me l'ha ispirata con la sua apparizione improvvisa nella mia vita, e naturalmente a tutte/i voi amiche dilette e amici, come sempre, con amore
M.P.
Primo Libro dei Madrigali
(Madrigaletti amorosi di passaggio stagione)
I
E finirà la primavera, questa
lunga, tediosa primavera urbana,
così, con quest'ultima diaccia pioggia.
Fluiranno gli ultimi rivoli a sera
per gli usci della metropolitana,
e così l'amor mio tra le mie braccia.
Verrà l'estate, e il denso suo calore
svaporerà in nubi il mio dolore.
II
I veicoli salgono lenti e rari
quando l'ore si avvicinano all'alba,
giovani stanchi sciorinano i passi
attraverso le piazze, lungo i viali,
mentre l'aria lentamente riscalda:
altre giornate verranno, e potessi
mi opporrei a questo tempo che profana
ogni memoria, ogni speranza umana.
Marianna Piani
Milano, Maggio 2016
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