Amiche care, amici,
oggi propongo alla vostra attenzione un altro poeta piuttosto celebre, il più giovane tra gli esponenti di spicco (assieme a Jack Kerouac, Allen Ginsberg, William S. Burroughs) della Beat Generation: Gregory Corso (New York, 26 marzo 1930 – Minneapolis, 17 gennaio 2001).
Figlio di immigrati italiani di origine abruzzese da parte di madre (il suo vero nome era Nunzio Corso), ha una biografia davvero tormentata, da "poeta maledetto", con un'infanzia e una giovinezza tristissima e da emarginato. Una storia la sua che meriterebbe essere rappresentata in un film, per quanto è complessa e problematica, piena di luci abbaglianti e di ombre profondissime.
Per un maggior approfondimento vi indirizzo alla solita sintetica ma ottima nota su Poetry Foundation.
In questa micro-antologia non ho affrontato gli scritti più celebri e complessi di questo poeta di grandissimo talento, vi propongo tre piccole, a loro modo delicate e dolenti liriche, solo un piccolo saggio della qualità della sua scrittura, improntata a toni colloquiali, e scevra da raffinatezze linguistiche, in un metro libero e affidato al solo andamento ritmico/armonico.
Vi lascio alla lettura, amiche dilette e amici, come di consueto, con amore
M.P.
Gregory Corso |
Dear Girl
With people conformed
Away from pre-raphaelite furniture
With no promise but that of Japanese sparsity
I take up house
Ready to eat with you and sleep with you
But when the conquered spirit breaks free
And indicates a new light
Who'll take care of the cats?
Cara ragazza
Con tutti questi conformisti che rifuggono
Dal un'arredamento preraffaellita
Con alcuna promessa se non
Quella d'una sobrietà tutta giapponese
Metto su casa
E sono pronto a cenare, e a dormire con te
Ma quando lo spirito così conquiso
Si renderà libero
E mostrerà una luce nuova
Chi si prenderà cura dei gatti?
Thought
Death is but is not lasting.
To pass a dead bird,
The notice of it is,
Yet walking on
Is gone.
The thought remains
And thought is all I know of death.
Pensiero
La morte è, ma non permane.
Al passare accanto a un uccello
morto,
La percezione c'è,
Ma appena ci allontaniamo
Essa scompare.
Il pensiero, esso permane
E il pensiero è tutto ciò
Che della morte so.
They
They, that unnamed «they,»
they've knocked me down
but I got up.
I always get up—
And I swear when I went down
quite often I took the fall;
nothing moves a mountain but itself—
They, I've long ago named them me.
Loro
Loro, questi innominati "loro",
loro mi gettarono a terra
ma mi rialzai.
Io mi rialzo sempre —
E ogni volta che cado, giuro, sono io,
quasi sempre, a voler cadere;
Nulla salvo sé stessa può smuovere la montagna —
Loro, da tempo ormai li chiamo
me stesso.
Gregory Corso
Versione Italiana di Marianna Piani
Milano, 2 Marzo 2017
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